Alla scoperta della ‘Stonehenge dei Monti Martani’

‘Montagne Misteriose’ ci conduce al ‘castelliere di monte Cerchio’, un particolare e affascinante sito che merita di essere conosciuto

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Il team di Montagne Misteriose ci porta a scoprire un particolare sito ritrovato sulla sommità dei Monti Martani.

di Montagne Misteriose

Ci troviamo nel territorio di Massa Martana, in provincia di Perugia, a circa 990 metri sul livello del mare, qui una spettacolare vista a 360 gradi sul territorio circostante fa da sfondo a uno dei luoghi più misteriosi della nostra regione conosciuto come la ‘Stonehenge dei Monti Martani’.

Nel settembre del 2009 due escursionisti si sono imbattuti in una strana costruzione perfettamente circolare composta da pietre calcaree e in parte coperta dalla vegetazione. Le tante ipotesi che all’inizio si sono formulate per spiegare il significato di quelle pietre, hanno circondato il sito da un velo di mistero che ancora oggi, nonostante gli studi archeologici fatti, affascina chiunque si trovi a visitarlo. Una più delle altre ci ha spinto ad indagare meglio sull’origine del sito: la grande somiglianza con il monumento preistorico di Stonehenge, in Inghilterra.

È possibile che i due luoghi geograficamente così distanti siano collegati? Partiamo dalla posizione. Stonehenge sorge nella contea di Wiltshire un territorio caratterizzato da ampie valli e rari rilievi, il sito di Massa Martana invece si trova in una posizione elevata dei Monti Martani. Per quanto riguarda la forma, i due monumenti sono entrambi circolari e di notevoli dimensioni ma le pietre che li compongono sono nettamente differenti. Se nel caso di Stonehenge troviamo infatti enormi megaliti disposti in modo circolare, nel caso umbro si tratta di piccole pietre giustapposte a secco. Infine l’origine e la funzione che rappresentano la vera differenza tra le due costruzioni. La Stonehenge di oltremanica ha conosciuto circa duemila anni di utilizzo e nonostante gli studi fatti le ipotesi della sua funzione sono molte e differenti, da osservatorio astronomico a luogo di culto, da monumento ai defunti fino ad una recente supposizione come luogo di cura. Nulla di più lontano dall’interpretazione data alle pietre di Massa Martana che, per la loro posizione e il contesto storico a cui appartengono, gli archeologi identificano come castelliere.

I castellieri sono insediamenti protostorici che sorgono in cima ad un’altura circondati da muri a secco con funzione di difensiva e, in alcuni casi, da fossati. Se ne conoscono esempi complessi e ben conservati nelle zone alpine e dell’Appennino ligure, come l’abitato di Bellamonte (Trento), tuttavia anche nel nostro territorio non mancano notevoli testimonianze di questo tipo, attribuite, nella maggior parte dei casi, all’età del Bronzo Medio.

Una volta raggiunta la cima dove sono ancora oggi visibili le mura circolari dell’insediamento, la vista spazia dalla valle di Spoleto a nord, ai monti Amerini a ovest fino a sud con i monti Sabini e i territori di Narni, una chiara testimonianza della sua posizione difensiva e di controllo. Le popolazioni protostoriche che vivevano in questa zona erano dedite alla pastorizia, alle prime forme di agricoltura e ovviamente alla caccia. Questi gruppi etnici o tribù, inizialmente circoscritti alle cime dei monti, andranno a comporre quello che Plinio il Vecchio definisce il popolo più antico d’Italia: gli Umbri.

Altri esempi di castellieri nella zona li troviamo sulle cime del Monte Cucco, del Monte Schignano e a Passo di Acqua Canale. I siti d’altura, tuttavia, non hanno tutti una funzione puramente abitativa e/o difensiva, esistono moltissime testimoniane di castellieri con funzione sacra e rituale come nel caso di Monte Castro e dell’importantissimo santuario sovracomunitario di Torre Maggiore di origine preromana probabilmente dedicato al Marte Italico. Qui sono stati ritrovati nel corso degli anni centinaio di bronzetti votivi di epoche e periodi diversi segno di un’attività molto attiva e prolungata.

L’abbandono di questi siti d’altura, verso le zone più a valle, a ridosso della via Flaminia, ha dato vita a molti dei borghi che ancora oggi esistono in questa zona dell’Umbria. È il caso di Massa Martana che conserva nel toponimo il legame con la sua origine romana: Vicus Martanus. Tanti, insomma, i luoghi misteriosi e pieni di storie da raccontare che resistono, da secoli, nascosti tra le nostre montagne: eremi, chiese, grotte e molto altro aspetta di essere scoperto. Montagne Misteriose vi aspetta per la prossima avventura.


 

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