«Tappa dopo tappa, procede la campagna di Coop “Alleviamo la salute” volta a ridurre e quando possibile eliminare l’uso di antibiotici negli allevamenti di animali da reddito. E’ ora la volta di bovini (nello specifico vitellone e scottona) allevati senza uso di antibiotici negli ultimi 4 mesi di vita. Gli allevamenti interessati sono già coinvolti nel nuovo processo e i primi prodotti derivanti da questi allevamenti arriveranno a scaffale a fine ottobre». Ad annunciare l’iniziativa è la stessa Coop.
350 allevamenti interessati «Eliminare l’uso di antibiotici negli ultimi 4 mesi di vita – spiega la Coop – è un primo obiettivo di riduzione ed è comunque un obiettivo ambizioso e importante sempre nell’ottica della tutela della salute, perché si tratta di filiere particolarmente complesse e con animali longevi, ma il percorso avviato da Coop punta alla eliminazione di antibiotici anche sui bovini (traguardo che sarà possibile raggiungere il prossimo anno). In totale al momento sono circa 350 gli allevamenti interessati da questa seconda fase della campagna. I nuovi traguardi raggiunti si sommano così ai risultati già conseguiti. Prima dell’estate infatti a scaffale figuravano il 100% della filiera avicola a marchio Coop (35 referenze della linea “Origine” con etichetta “Allevato senza uso di antibiotici”, in totale quasi 400 mila polli a settimana) e le uova antibiotic free».
Le altre iniziative Coop ricorda poi, che «avevano inoltre già fatto la loro comparsa i prodotti suini della linea “Fior Fiore” da animali allevati allo stato brado in due allevamenti toscani (sulle colline del Chianti e in Maremma). In tali condizioni gli animali impiegano molto più tempo per raggiungere il peso stabilito e questo ovviamente significa maggiore qualità delle carni e lavorazione artigianale dei prodotti. Attualmente in questa specifica linea sono coinvolti più di 3.000 suini. Come già dichiarato fin dal lancio della campagna avvenuto al Ministero delle Politiche Agricole a fine aprile l’impegno complessivo di Coop comunque è di lunga scadenza, imponente e tale da generare una vera e propria rivoluzione nei metodi di allevamento: complessivamente ne saranno interessati oltre 20 milioni di animali ogni anno e oltre 1600 allevamenti in Italia».