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Home » Ambiente, la Regione ‘stringe’ per Terni

Ambiente, la Regione ‘stringe’ per Terni

di Marco Torricelli
15 Marzo 2017
in Ambiente e salute, Dal territorio, Politica
Tempo di lettura: 5 minuti di lettura
Terni

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Potrebbe – il condizionale è d’obbligo – essere stato avviato un percorso nuovo, diverso e magari pure abbastanza rapido, dal consiglio regionale dell’Umbria, che ha avviato la discussione unificata dei due atti di indirizzo presentati dai gruppi di opposizione sugli inceneritori di Terni e sull’innalzamento della qualità dell’aria nella conca ternana.

Venerdì le audizioni Si era partiti da due documenti distinti – entrambi delle opposizioni – ma alla fine si è deciso di rinviare il voto, così come suggerito da Eros Brega (Pd) e Raffaele Nevi (FI), per verificare la possibilità di giungere ad un unico e condiviso documento sulla materia da approvare nella prossima seduta. Che partirà dai dati che emergeranno nel corso delle audizioni in programma per venerdì mattina nella sede ternana della Regione con il sindaco Di Girolamo e i tecnici dell’Arpa e dell’Usl.

Andrea Liberati

«Terni Biomassa va fermato» Il capogruppo del M5S, Andrea Liberati, illustrando un documento – ‘Situazione di grave criticità ambientale e sanitaria della Conca ternana. Inceneritori gestiti da Terni Biomassa e Acea. Contrarietà della Regione agli inceneritori medesimi ed alla creazione in Umbria di attività volte all’incenerimento di rifiuti. Trasferimento a Terni delle sedi operative delle direzioni regionali Ambiente–Energia e Salute. Iniziative da adottarsi da parte della giunta al riguardo’ – firmato anche daEmanuele Fiorini (Lega Nord), ha ricordato che «nel 2015 la Asl ha stabilito che 8 persone all’anno muoiono per gli effetti dell’inquinamento da inceneritori. Nel 2016 l’Arpa ha individuato la necessità di una aggiornata valutazione ambientale e di esposizione al rischio, soprattutto relativamente ad ulteriori emissioni in atmosfera. Invece sono stati portati avanti percorsi autorizzativi senza fare approfondimenti. Nel 2017 la Asl n.2 ha prodotto una valutazione di impatto sanitario e dovrebbe esprimere parere contrario all’impianto di Terni Biomassa. Ad inizio marzo si è sviluppata l’ennesima nube tossica sopra la città a causa di un incidente, che richiama la necessità di controlli sulla manutenzione di questi impianti. A Terni c’è una area di quasi 700 ettari, da Papigno fino quasi al centro, che dovrebbe essere bonificata. Si è verificato il problema del cromo esavalente che ha contaminato le falde acquifere. Il problema è anche alimentare, con 5 allevamenti per la produzione di uova su 20 distrutti a causa della contaminazione da diossina. Si registra un forte inquinamento da metalli pesanti, come il cromo esavalente e il nichel. Terni rappresenta un unicum a livello europeo per il livello degli inquinanti, ancor più di Taranto. Autorizzare ulteriori impianti di incenerimento dove c’è già la fusione siderurgica e altri impianti di combustione va contro la previsione di una area di risanamento come quella di Terni».

Raffaele Nevi

«Terni caso particolare» Per il presidente del gruppo di Forza Italia, che ha illustrato un documento – ‘Iniziative da adottarsi da parte della Giunta regionale ai fini dell’innalzamento della qualità dell’aria’ – firmato anche da Claudio Ricci, Sergio De Vincenzi (Rp), Emanuele Fiorini, Valerio Mancini (Ln) e Marco Squarta (FdI), «questo è un tema da affrontare con serietà, altrimenti a Terni arriva il messaggio che la Regione non si occupa di questa situazione complessa ambientale. La Regione deve costruire una proposta su misura per quell’area. Parlare solo degli inceneritori è fuorviante, il problema è più grave. L’aula non può tecnicamente esprimersi sugli inceneritori. La Giunta deve prendere coscienza che siamo di fronte ad una situazione delicatissima e complessa, che ha bisogno di un tavolo dove cercare di costruire cose vere e concrete. Il tavolo per la qualità dell’aria, fermo per un anno, non serve: la situazione di Terni non può essere accomunata a quella di altri comuni. Si tratta di un unicum assoluto in Italia, perché in una ‘Conca’ c’è uno dei più grandi insediamenti siderurgici d’Europa».

Sentieri Nevi ha poi ricordato che «lo studio Sentieri lascia aperte molte cose, ed è del 2013. Non ci si può accontentare di dati del 2013. Chiedo alla Regione una analisi di tutte le emissioni inquinanti a Terni. Così vedremo che gli inceneritori rappresentano nemmeno il 5 per cento delle emissioni: il resto è industria, riscaldamenti, auto, trasporti. Allora non possiamo parlare solo del 5 per cento. Servono soldi per risolvere il problema. Chiedo che la Regione non deleghi questo problema al comune di Terni, perché questo è un problema dell’Umbria non solo di Terni. Non dobbiamo parlare di ambiente a Terni solo quando c’è la valutazione ambientale per Terni Biomassa o Acea. Dobbiamo indagare, fare in modo che ci siano dati seri e poi fare iniziative concrete. Quando si parla del problema ambientale della Conca ternana si tende a considerarlo uno dei tanti punti all’ordine del giorno dell’aula. Non c’è un atteggiamento serio». 

«Piano straordinario» Secondo il presidente del gruppo di Forza Italia, «serve qualcosa in più dell’ordinaria amministrazione per la Conca ternana. Serve un piano straordinario, un serio studio epidemiologico in tempi rapidi, vanno messi a sistema dati che già esistono. Basta parlare solo di autorizzazione agli inceneritori. Non serve delegare all’Asl come dice l’assessore. Bisogna coinvolgere il ministero della Salute, quello dell’Ambiente, la Commissione europea. A Terni c’è gente che la la gravità della cosa percepisce sulla propria pelle. La politica e le istituzioni devono dare una risposta».

Eros Brega

Brega ha fatto ammenda In seconda commissione – ha ricordato il presidente Eros Brega – stiamo discutendo il piano della strategia energetico-ambientale regionale fatto dalla Giunta a settembre 2015. E noi riusciamo a discuterlo solo ora. Forse dovremmo fare ammenda. Se avessimo voluto incidere su alcune scelte avremmo dovuto affrontare questo tema prima. E forse tante discussioni si sarebbero evitate, visto che il piano contiene le scelte strategiche. Sono i tecnici a doversi assumere la responsabilità di quella scelta, noi oggi non possiamo farla. Noi possiamo sensibilizzare per evitare in future scelte insensate, per un territorio che non ha più la forza di sostenerle. A noi spettano scelte politiche, assumendoci la responsabilità di non far più passare due anni per esaminare un pano energetico ambientali».

Fernanda Cecchini

L’assessore Fernanda Cecchini ha fatto il riassunto delle puntate precedenti: «In questa settimana una parte dell’assemblea legislativa ha tentato di modificare l’iter di una conferenza dei servizi, facendo pressione sulla giunta per provocare un vero e proprio abuso di ufficio. Per quanto riguarda la materia autorizzatoria, ci sono direttive europee, norme nazionali e leggi specifiche come il decreto 156. La suddivisione tra decisioni politiche e decisioni tecniche è quindi chiara. Non andremo dunque ad inficiare i percorsi stabiliti dalla legge. Prendiamo atto che c’è un iter avviato da quattro anni all’interno dalla Conferenza dei servizi, nell’ambito del quale non c’è stato un parere univoco della Asl, pur chiedendo di verificare ancora gli effetti di certi impianti sulla salute dei cittadini».

Il parere La giunta regionale, ha detto l’assessore, «ha approvato una delibera che prende atto di quanto avvenuto e valuta di chiedere alla Asl Umbria 2 di uno studio approfondito sulla Conca ternana, che consenta di attivare uno studio permanente sul rischio sanitario specifico legato alle fonti prevalenti di emissioni, Entro 90 giorni dovrà esserci un primo approfondimento specifico del rischio sanitario degli impianti di incenerimento presenti sul territorio. Non abbiamo dunque nulla da nascondere e nessun potere forte da tutelare, ci siamo attivati per avere dati chiari e univoci».

L’inceneritore Aria-Acea

La storia Per Cecchini, «le mozioni su Terni Biomassa e su Acea riguardano autorizzazioni diverse. Nel primo caso è una trasformazione di autorizzazione esistente. Per Acea si tratta invece di prevedere un nuovo combustibile e quindi ci sarà la valutazione di impatto ambientale. Non autorizzeremo mai un nuovo inceneritore, come abbiamo sempre dichiarato. Per mettere in discussione le autorizzazioni che già ci sono servono studi specifici per poi procedere con eventuali miglioramenti sulle emissioni. Il primo inceneritore a Terni, va ricordato, è stato autorizzato dalla giunta di centrodestra guidata da Ciaurro. Il problema più grave per l’aria di Terni è rappresentato dalle attività produttive, dal traffico e dagli impianti di riscaldamento. La giunta regionale non può revocare autorizzazioni che sono state rilasciate perché conformi alle regole. Bisogna colloquiare con i cittadini per mettere a loro disposizione tutte quelle informazioni utili a far sapere che in tutti gli atti della Regione, anche autorizzativi, si lavora all’insegna del miglioramento per quanto riguarda le emissioni. Già da tempo noi abbiamo chiesto a Arpa di fare un monitoraggio il più preciso e anche stringente, proprio perché ci sta a cuore la salute di una parte importante dell’Umbria».

 

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