Giovanni Cardarello
È una vera e propria edizione rivista e corretta dei ‘cahiers de doléances’ quello che sta caratterizzando il rapporto tra dirigenti (e calciatori) e gli arbitri del calcio dilettanti dell’Umbria.
‘Cahiers de doléances’, un quaderno di lamentele, da cui da settembre ad oggi emergono decine e decine di episodi di violenza verbale e fisica. Violenza verbale e fisica che nonostante i richiami e lo sdegno nazionale, basti pensare al gravissimo caso del Campionato Allievi Under 17 e del dirigente dello Sporting Terni.
Casi che non accennano a diminuire e che, come riporta l’edizione della Nazione oggi in edicola, hanno dato lavoro al giudice sportivo della Lega Nazionale Dilettanti dell’Umbria anche nei match dello scorso 27 aprile.
Nel comunicato del 30 aprile spicca un caso davvero increscioso ed è riferito al match del Girone B della Prima Categoria tra Tiber e S. Arcangelo, match terminato 1-1 ma che ha prodotto l’inibizione fino al 30 novembre 2026, 19 mesi, per un dirigente della squadra di casa.
Il motivo «in quanto al minuto 49’ del secondo tempo, in seguito a una decisione avversa alla sua squadra, insultava l’arbitro pronunciando altresì varie espressioni blasfeme». E pensare che era la giornata dedicata alla memoria di Papa Francesco. Ma non è finita li. «Quando l’arbitro si avvicinava alla sua panchina per espellerlo, il (dirigente ndr) afferrava un ombrello, dicendogli «questo era da dartelo in testa all’inizio della partita».
E ancora quindi il dirigente della Tiber si legge ancora sulla Nazione «si alzava, usciva dalla sua area tecnica, brandendo nella mano destra l’ombrello, e provava con esso a colpire l’arbitro, che evitava il colpo solamente in quanto, visto l’evolversi della situazione, indietreggiava di un paio di metri».
Da segnalare anche l’inibizione fino al 30 giugno 2025 per un dirigente della Del Nera, girone D sempre della Prima Categoria. «Per comportamento gravemente scorretto in quanto nascondeva volontariamente il pallone allo scopo di perdere tempo. Inoltre, si rifiutava – di obbedire all’arbitro – e di uscire dal terreno di gioco ritardando la ripresa del gioco».