Asm Terni, no al pozzo per lavaggio mezzi: ‘muro’ della Regione e stop definitivo

Conferenza di servizi negativi del Comune e partita chiusa. L’azienda aveva chiesto una ‘rettifica’ a palazzo Donini

Condividi questo articolo su

di S.F.

L’invio della visura camerale per dimostrare che la società svolge funzioni di pubblico interesse non è servita a nulla. Né tantomeno l’aver fatto notare che ci sarebbe l’articolo 99 del Regio Decreto 1775 (testo unico delle disposizioni di legge sulle acque e sugli impianti elettrici) dell’11 dicembre 1933 che, appunto, dà l’opportunità di avere una deroga in caso di necessità di pubblici generali interessi. Il Comune di Terni ha chiuso negativamente – era già successo un paio di mesi fa – la conferenza di servizi decisoria per la richiesta di Asm in merito alla realizzazione di un pozzo per uso igienico, utile alla pulizia di mezzi e piazzali adibiti alla raccolta differenziata. Di recente la società aveva formalmente chiesto una rettifica alla Regione in tal senso per sbloccare la situazione. Niente da fare.

LA BOCCIATURA DI FINE MARZO PER IL POZZO DA 28 METRI
IL BRACCIO DI FERRO E LA RICHIESTA DI RETTIFICA

La nuova conferenza di servizi negativa (l’atto è secretato)

Il nuovo stop

In sostanza Asm voleva realizzare un pozzo dalla profondità di 28 metri con emungimento dalla falda con una pompa elettrosommersa e, in questo modo, avere acqua non potabile a disposizione per il lavaggio con richiesta di derivazione di acque pubbliche ad uso igienico. Decisivo per la chiusura negativa della conferenza di servizi (i termini sono stati riaperti ad aprile) il parere di palazzo Donini: alla base della decisione una legge che vieta la creazione di nuovi pozzi nell’area di Maratta ed i riflessi negativi sulla falda idrica. Da quanto si apprende, giocoforza, si dovrà procedere utilizzando acqua potabile per un consumo annuo stimato di 4 mila metri cubi all’anno.

 

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli