di S.F.
Quel parere non favorevole della Regione per l’escavazione non è andato giù granché e allora Asm si rimette in moto per il progetto legato alla realizzazione di un pozzo – utile al lavaggio dei mezzi – da 28 metri di profondità. Come? Chiedendo una rettifica del giudizio già espresso in sede di conferenza di servizi decisoria avviata dal Comune di Terni. Ora i termini sono stati riaperti.
Terni, Asm vuole nuovo pozzo da 28 metri per lavaggio: bocciatura da Regione
Acqua pubblica, lavaggio e braccio di ferro
D’altronde senza il parere favorevole della Regione – in questo caso è coinvolto l’ufficio difesa idraulica, tutela e valorizzazione delle risorse idriche – non si può procedere. Come noto la Cds – chiusa negativamente a fine marzo – è stata indetta da palazzo Spada per il progetto della propria partecipata: realizzare un pozzo ad uso igienico per il lavaggio degli autoveicoli industriali con derivazione di acque pubbliche. Niente da fare. Da quanto si apprende il confronto è ripartito sulla base di una missiva firmata dal geologo Luca Latella, il tecnico che per conto di Asm si è occupato di impostare il lavoro con tutte le indagini del caso: al centro dell’attenzione la funzione di pubblico interesse della società (l’opera servirebbe per il lavaggio di mezzi e piazzali adibiti alla raccolta differenziata) ed il fatto che le acque del sottosuolo risulterebbero idonee in tal senso.
TERNI, TARIC E ASM, IL CONFRONTO SUGLI AUMENTI
Acqua potabile
Si parla di un consumo stimato annuo di circa 4.000 metri cubi all’anno per tale utilizzo, vale a dire 4 milioni di litri. Ovviamente, vista la quantità in ballo, non sarebbe proprio il massimo impiegare acqua potabile per il lavaggio. Termini della conferenza di servizi – in origine indetta lo scorso 12 gennaio – riaperti e braccio di ferro tra Asm e Regione che continua.