Ast, accordo per la ‘cassa’ per 700

Terni, siglata l’intesa tra azienda e sindacati: durata massima 13 settimane. Ad ottobre si comincia con 3 giorni di stop

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C’è l’accordo tra Ast e segreterie territoriali dei metalmeccanici in merito alla cassa integrazione ordinaria annunciata dall’azienda per far fronte alla diminuzione di volumi: la firma giovedì pomeriggio, nel corso di un nuovo incontro sul tema che si è svolto in Confindustria.

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L’ammortizzatore sociale interesserà un massimo di 700 unità giornaliere, tra quadri, impiegati ed operai, rispetto ad una forza lavoro che attualmente è di 2.353 dipendenti. La riduzione dell’attività produttiva decorrerà dal 30 settembre e avrà una durata massima di 13 settimane, con un ricorso anche non continuativo. Avranno diritto all’accesso all’ammortizzatore tutti i lavoratori che hanno un monte ferie residuo uguale o inferiore a 80 ore. L’azienda ha garantito che non si dovrebbero superare le 15 giornate di ‘cassa’ per singolo lavoratore per singolo mese, in caso contrario verranno comunque maturati tutti gli istituti indiretti e differiti. Per quanto riguarda il mese di ottobre, le giornate in cui si comincerà ad applicarla sono il 4, 5 e 6 ottobre. Ad essere interessate dovrebbero essere l’area Acciaieria e Pix (ma solo per gli impianti Lac 2, Lac 4 e Ba3). Lac dovrebbe fermare invece solo il 5 ottobre.

Sindacati critici

Nonostante l’intesa, rimangono tesi i rapporti tra le parti, visto al termine dell’incontro Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Ugl e Usb hanno spiegato di ritenere quanto sottoscritto «utile esclusivamente a garantire i lavoratori, al fine di evitare che, soltanto in applicazione dei termini di legge, l’azienda potesse gestire la cig unilateralmente e senza regole». «È vergognoso – scrivono le sei sigle in una nota – che, nonostante gli incontri svolti, la delegazione aziendale non abbia volutamente fornito, sebbene richiesto insistentemente da parte della delegazione sindacale, dati indispensabili per esaminare, alla luce delle difficoltà di mercato presenti, le possibili prospettive future e conseguentemente i possibili scarichi produttivi». Secondo gli stessi sindacati «l’azienda, che ha dichiarato di conoscere perfettamente il piano operativo di ottobre, si è rifiutata di renderlo noto durante la discussione, posticipando tali informazioni a mercoledì, quando i dettagli di reparto e d’impianto che saranno forniti alla rsu. Riteniamo questo atteggiamento irresponsabile e non corretto nei confronti delle maestranze, perché si continua ad omettere dati dirimenti, come i piani produttivi futuri, che ovviamente generano anche una forte incertezza rispetto a possibili prossimi stop impiantistici».

Giovedì il prossimo confronto

Nella giornata di giovedì le organizzazioni sindacali hanno già in programma un incontro con l’amministratore delegato di Ast, «per tentare di chiarire gli argomenti volutamente omessi oggi (giovedì, ndr), al fine di rendere nota e trasparente la situazione, evitando, come fatto fino ad oggi, confusione e approssimazione». «Riteniamo – concludono i sindacati – che i lavoratori di Ast meritino altri atteggiamenti, comportamenti più seri e coerenti da parte dell’attuale management, il quale, vorremmo ricordare, ha ribadito anche negli incontri precedenti che intende mantenere gli impegni rispetto al milione di tonnellate per l’anno 2019/2020, come sottoscritto al ministero. È evidente che rispetto alle difficoltà contingenti, non solo di mercato, ma anche societarie di ThyssenKrupp, il proseguo di tali atteggiamenti aziendali, nonché di queste modalità di gestione e relazionali, non fa altro che alimentare preoccupazioni, dubbi ed incertezze tra i lavoratori generando un clima lavorativo caratterizzato da diffidenza e non serenità nelle attività quotidiane».

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