di M.T.
Quella buonanima di Agatha Christie – con la storiella dei dieci piccoli indiani – a questi di Ast gli fa, sia detto con tutto il dovuto rispetto, un baffo. Perché, sì, certo, la scrittrice aveva un sacco di fantasia, ma la lady d’acciaio, sì, Lucia Morselli, mica sta lì a pettinare le bambole.
Ast tutta nuova E tra un sorriso e una stilettata, tra una carezza e un cazzotto in bocca, dopo un anno e mezzo dal suo arrivo – è amministratore delegato da luglio 2014, ma gli artigli su Ast li ha iniziati ad affondare quache mese prima – ha ridisegnato il sito ternano in modo da renderlo praticamente irriconoscibile. Così che il padrone tedesco possa gestirlo a completa discrezione. O offrirlo ‘pulito’ – nel senso di privo di un management precostituito – al migliore offerente.
Doppio colpo Per farla breve: l’operazione di completo azzeramento di quello che, per anni, è stato il ‘santa sanctorum’ delle acciaierie ternane è ormai ad un passo – un passettino – dall’essere portato a termine. Visto che nella giornata di venerdì, a fare il giro dei saluti di commiato non è stato solo Antonio Bufalini, ma insieme a lui a fare ‘ciao ciao’ a tutti è stato anche Biagio Della Volpe: che non è esagerato definire un pezzo di storia dello stabilimento ternano, oltre che il depositario di tanti di quei segreti che forse qualcuno se lo sarà pure scordato. Lui. Ma probabilmente la memoria di qualche computer no, di sicuro.
I sorrisi Tanto che succedono cose intriganti: la prima è che fanno circolare – sempre questi di Ast e attraverso gli ormai consueti ‘canali informali’ – la versione secondo la quale Biagio Della Volpe lascerebbe la baracca in piena armonia con Ast e con ThyssenKrupp (tradotto significa che probabimente avrà una ‘buonuscita’ – come dire – un pochino più pingue degli 80 mila euro concessi alla bassa forza e che è molto probabile che la sua eperienza possa tornare utile a qualcun altro a breve) e che ad Antonio Bufalini l’azienda non può che essere grata.
Le curiosità La seconda è che, sempre da casa Ast, mentre fanno circolare questo, quasi distrattamente ricordano che, da mesi, negli uffici di viale Brin stanno lavorando i segugi di PricewaterhouseCoopers (PwC), che fornisce servizi professionali di revisione di bilancio, advisory e consulenza legale e fiscale. Insomma: gente che è brava a ‘fare le pulci’ a tutti. Dice: e che c’entra? Boh: questo è che ciò Ast vuol far sapere in giro. Ma solo informalmente, anche se tutti sanno quanto poco sicuro sia raccontare queste cose al telefono: tra intercettazioni e registrazioni sempre in agguato. Ma tant’è.
Le beghe A, margine, ma forse nemmeno tanto, c’è anche da segnalare che c’è qualche ‘distinguo’ che emerge – sembrerà strano, ma è così – anche all’interno del movimento sindacale: c’è la Ugl, per esempio, che non ha messo la firma sull’accordo che prevede la realizzazione dell’impianto di videosorveglianza: «Non abbiamo avuto la possibilità di ricevere quelle spiegazioni e quei chiarimenti che ritenevamo indispensabili – dice il segretario Daniele Francescangeli – e il nostro rappresentante in Rsu non ha ritenuto opportuno dare il proprio assenso, in questo appoggiato in pieno dalla segreteria del sindacato. Il nostro non è un giudizio negativo, ma semplicemente non è un giudizio, in quanto non siamo stati messi in condizione di esprimerlo in maniera compiuta, soprattutto in relazione alla privacy dei lavoratori, alla gestione delle registrazioni e all’effettivo utilizzo della tecnologia ai soli fini della sicurezza».