La minaccia di ‘fare causa’ è già stata annunciata. Ma i sindacati ternani – a proposito della mancanza di comunicazione (vi aveva fatto riferimento anche Walter Patalocco, nella sua rubrica ‘Il corsivo’ su umbriaOn) – tra i vertici di Tk-Ast e le forze sociali, insistono e alzano i toni. Oggi è la volta della Fiom Cigl.
La denuncia «Negli ultimi mesi – attacca la Fiom – ci siamo trovati più volte come organizzazioni sindacali ad evidenziare, unitariamente, delle criticità rispetto alla radicale modifica nel sistema delle relazioni sindacali ed industriali all’interno del sito siderurgico di ThyssenKrupp Acciai Speciali Terni. Quanto più volte detto e denunciato, in relazione alla pericolosità di tale atteggiamento che sta escludendo le organizzazioni sindacali ed i lavoratori nella partecipazione attiva ai processi di trasformazione aziendale, continua a verificarsi e rischia di mettere in discussione l’efficienza e la strategicità delle produzioni ternane».
Il silenzio Il sindacato, poi, spiega che «nel rispetto dell’autonomia aziendale e della libertà di impresa, non comprendiamo perché, a fronte di azioni aziendali, che sembra stiano apportando risultati positivi nella direzione del raggiungimento degli obiettivi che insieme abbiamo condiviso, si escluda volutamente il sindacato non fornendo allo stesso queste informazioni. Allo stesso tempo riteniamo autolesionista minimizzare i problemi ancora esistenti non ascoltando quanto più volte detto, e liquidando il tutto con affermazioni banali contro le organizzazioni sindacali additandogli un atteggiamento vecchio e conservatore».
«Non siamo coinvolti» La Fiom dice di ritenere «che in una fase come questa bisognerebbe, al contrario di quanto fatto fino ad oggi, coinvolgere le organizzazioni sindacali e trasferirgli i risultati positivi ottenuti, discutere delle criticità ed insieme trovare le soluzioni per accelerare il processo di qualificazione, consolidamento e rilancio di questa impresa. Riteniamo che fare questo non significa essere retrogradi e legati a sistemi di relazione vecchi, ma al contrario testimonia una reale volontà delle parti sociali e dei lavoratori di partecipare attivamente alla vita aziendale con spirito innovativo, propositivo e costruttivo».
Metodi diversi L’ultimo affondo è, forse, il più deciso: «Come Fiom Cgil di Terni non comprendiamo come ThyssenKrupp, molto attenta alla tempestiva informazione ed al coinvolgimento continuo delle parti sociali in Germania, adotti metodi e modalità relazionali profondamente diverse nel nostro Paese e, più in generale come movimento sindacale ternano, pensiamo di essere molto più moderni e democratici di una multinazionale come ThyssenKrupp e dei suoi dirigenti aziendali che si professano europeisti e democratici a parole, ma nei fatti compiono quotidianamente azioni di tirannia ottocentesche».