Ast: «Siamo in vendita ma non in crisi»

L’amministratore delegato: «Se un’azienda sana cambia proprietà dopo 25 anni non è un fatto negativo». Recupero scorie: «Prodotto nella primavera del 2021»

Condividi questo articolo su

«Siamo in vendita ma non in crisi, ci tengo a sottolinearlo. Niente a che vedere con casi come Piombino o Taranto». È uno dei passaggi dell’amministratore delegato di Ast, Massimiliano Burelli, nell’intervista concessa a Paolo Stefanato de Il Giornale: l’attenzione è sulla procedura di cessione e lo stato dell’azienda a poche settimane dell’annuncio di Thyssenkrupp.

TUTTO SU AST

La nuova rampa scorie

Il calo di volumi

Il manager friulano ha ribadito alcuni concetti in merito alla situazione attuale e alla vendita: «Se un’azienda sana cambia proprietà dopo 25 anni – ha sottolineato – non è un fatto negativo. In questa fase che precede la procedura ufficiale di vendita riscontriamo già una forte attenzione, con quattro manifestazioni d’interesse: due italiane, Marcegaglia e Arvedi, due straniere che hanno chiesto l’anonimato, mentre sappiamo che si stanno organizzando ulteriori due cordate. Grosso modo entro l’anno potrà partire la procedura. Per il perfezionamento della cessione occorreranno altri 9-12 mesi». Mercato difficoltoso: «Registra una contrazione del 42%, ma noi, va detto, abbiamo un calo di volumi del 30%», ha aggiunto Burelli.

AST, I SINDACATI: «RIGIDITÀ AZIENDALI E DISTRAZIONI DELLA POLITICA»

L’Ast

Progetto scorie e costi

Focus anche sul progetto legato al recupero scorie: «Stiamo andando avanti e, al netto del lockdown, siamo in linea con i tempi. In collaborazione con la finlandese Tapojärvi avremo il nuovo prodotto nella primavera del 2021». Infine la revisione della struttura dei costi: «Proseguiremo come da programma. Stiamo accelerando su molte iniziative di efficientamento e ci tratteniamo da spese non necessarie. Sono quattro anni che proseguiamo su questa via di miglioramento. Anche se essere in vendita non significa non investire: l’azienda deve essere appetibile e i conti del 2019 – puntualizza Burelli – in pareggio dimostrano che lo è». 

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli