Terni, vendita Ast: aumenta l’interesse

Terni, incontro tra organizzazioni sindacali e l’ad Burelli: nuove manifestazioni d’interesse in arrivo. Permane stato di agitazione: «Rigidità aziendali e distrazioni della politica»

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Almeno due nuove manifestazioni d’interesse in arrivo ad Essen per la vendita di Ast rispetto alle quattro già note. Ad annunciarle è stato l’Ad Massimiliano Burelli durante l’incontro di giovedì con le organizzazioni sindacali: un confronto per fare il punto della situazione e parlare di cosa si intende fare nella fase transitoria da qui alla cessione. Permane lo stato di agitazione in quanto «non si sta ponendo la giusta attenzione su un sito strategico per il Paese», commentano le segreterie territoriali e le rsu. Critiche per Regione e Governo nazionale.

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La novità e la proposta respinta

Burelli ha ribadito che la procedura di vendita sarà avviata con ogni probabilità dopo la fine dell’anno fiscale. I sindacati in merito sottolineano «che tale processo deve essere il più veloce possibile per far in modo che Ast possa seguire percorsi certi e di sviluppo rispetto a un piano industriale propedeutico al futuro dello stabilimento e del territorio». Al manager friulano è stato chiesto di impegnarsi attraverso un accordo che consenta« la garanzia dei livelli occupazionali senza distinzione di contratto, degli assetti industriali sia rispetto all’impiantistica che all’unitarietà del sito e degli investimenti di sviluppo e mantenimento industriale, come quelli riferiti agli aspetti ambientali, di salute e sicurezza». Il tutto tenendo in considerazione l’accordo sottoscritto al Mise, in scadenza a settembre. ‘No’ di Burelli: «Non si è reso disponibile a sottoscrivere alcun tipo di accordo con i segretari territoriali dei metalmeccanici. Con tale atteggiamento si va verso un indebolimento delle acciaierie ternane ‘complice anche la pandemia’, in quanto non si trovano modalità opportune per creare stabilità al sito e nei confronti del territorio».

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Silenzi e rigidità, la critica

Le organizzazioni sindacali ‘richiamano’ anche Regione e Governo sul tema: «Come segreterie territoriali crediamo indispensabile una rimozione delle rigidità aziendale, inutili in questo momento così come riteniamo immotivate le posizioni sulla cassa integrazione che penalizza solo i lavoratori. Dal canto nostro abbiamo manifestato la volontà di giungere ad un accordo da definire al tavolo con le rsu per avere una gestione condivisa degli ammortizzatori sociali e non una semplice comunicazione aziendale. La gestione condivisa è patrimonio delle relazioni sindacali in questa azienda». Viene poi ribadito «quanto sia importante governare questo passaggio epocale per quello che rappresenta Ast nel suo insieme», con gli «assordanti silenzi del Governo regionale che a distanza di un mese ancora non convoca un confronto con le organizzazioni sindacali. Preoccupante e anche l’atteggiamento del Governo nazionale che riporta solo le posizioni aziendali e non percepisce il vero pericolo che vede la stessa Thyssenkrupp portatrice di interessi contrapposti, ovvero venditrice e possibile concorrente all’interno dello stesso gruppo dal punto di vista commerciale». In definitiva – chiudono segreterie territoriali e rsu – il perdurare di questa fase fatta di rigidità aziendali e distrazioni della politica porterà un inevitabile inasprimento dello stato di agitazione».

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