Ast, Castano: «La guerra ha conseguenze anche per noi. Piani? Rispetteremo i tempi»

Consiglio comunale aperto, giovedì, sulle acciaierie guidate da Arvedi. Sindacati e politica attendono le strategie ma puntualizzano: «Tanti nodi da sciogliere»

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Consiglio comunale ‘aperto’, giovedì pomeriggio a Terni – l’ultimo online prima del ritorno in presenza – su Acciai Speciali Terni. Chiesto dalle minoranze quando ancora non c’erano certezze in ordine al passaggio di proprietà – da Tk ad Arvedi -, è stato convocato dal presidente dell’assemblea Francesco Ferranti ed è servito a fare il punto, ovviamente aggiornato all’attualità, su tutta una serie di tematiche aperte, in attesa che l’azienda riveli nei dettagli il piano industriale, quello sociale e quello ambientale. In assenza del cavaliere Giovanni Arvedi, che non è potuto intervenire ma ha inviato una lettera, per l’azienda c’era il responsabile delle relazioni industriali del Gruppo, Giampietro Castano.

Ast, Arvedi: «700 milioni di investimenti e 200 mila tonnellate di magnetico»

«La guerra ha conseguenze anche per noi»

«Ast – ha detto Castano – è un’azienda complessa e ce la stiamo mettendo tutta per far sì che le difficoltà siano superate rapidamente. Purtroppo le tensioni internazionali hanno conseguenze sulla vita delle imprese: sostanze che alimentano la nostra produzione sono allocate proprio in Ucraina e, oltre ad essere angosciati da ciò che sta accadendo, scontiamo anche ripercussioni sulla produzione. Il Gruppo Arvedi, con Terni, diventa uno dei poli più importanti a livello europeo per la produzione di acciai piani. C’è la possibilità di stare sul mercato in modo molto più proficuo di altri competitor che non possono contare su acciai speciali. Già oggi i nostri mercati sono internazionali e ancora di più lo diventeranno con questa acquisizione».

Giampietro Castano

«Fra un mese la presentazione dei piani»

Sui piani da presentare, Castano ha spiegato che «i tempi indicati – entro la fine di marzo, primi di aprile – verranno rispettati con l’illustrazione ad istituzioni, forze sociali e lavoratori di Ast. Dettaglieremo obiettivi e investimenti: vogliamo aumentare e riqualificare la produzione anche con il lamierino magnetico, difendendo l’occupazione in un quadro di miglioramento dell’efficienza. Questa realtà – ha aggiunto il responsabile delle relazioni industriali del Gruppo Arvedi – è stata un po’ abbandonata negli ultimi anni, non per colpa del management ma forse la proprietà aveva altre priorità. Siamo entrati nella ‘casa’ Ast senza poterla vedere prima in modo dettagliato e le norme antitrust hanno posto dei paletti chiari nei contatti con il management precedente».

«Coniughiamo lavoro e ambiente. E Terni ha un ruolo centrale»

«Abbiamo bisogno di due cose – ha concluso Giampietro Castano -, interventi molto seri sull’energia, e Terni è una delle capitali dell’energia pulita con la sua acqua, e sull’equilibrio ecologico di aziende che si trovano ad operare con emissioni e cicli produttivi molto complessi come Ast. Credo che quello ambientale sia un tema su cui riflettere seriamente: non possiamo mettere in discussione la salute né il futuro dell’occupazione e della produzione. Semplicemente sono aspetti che vanno coniugati, come a Trieste dove abbattendo un altoforno, abbiamo proposto un ciclo ecologico innovativo. Con lo stesso spirito lavoreremo a Terni. Circa le nomine nel management, alcune sono state in favore di persone che hanno operato a lungo in questa azienda: oggi abbiamo nominato un altro ternano (Giovanni Scordo, ndR) in un ruolo centrale qual è quello di capo del personale. Credo che siano segnali importanti».

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Prima di Castano hanno parlato rappresentanti istituzionali – assente la Regione Umbria -, sindacali, di associazioni di categoria. Di seguito un breve estratto.

Latini, Pernazza e Ferranti fiduciosi

«Abbiamo interessi comuni da portare avanti – ha detto il sindaco Leonardo Latini -. Lavoro, sviluppo e ambiente sono i tre temi centrali, per l’impresa ma anche per noi. Siamo pronti a fare la nostra parte con fiducia e speranza». La presidente della Provincia Laura Pernazza ha detto di «accogliere con entusiasmo gli investimenti annunciati da Arvedi, così come le azioni sul fronte ambientale. In Provincia di Terni, in 10 anni siamo passati da 234 mila a 220 mila abitanti e lo sviluppo economico, il lavoro, rappresenta un fattore fondamentale per arrestare questa emorragia. Le anticipazioni e la storia del Gruppo Arvedi ci fanno certamente ben sperare. Serve un grande patto fra città, istituzioni e azienda che metta al centro dell’attenzione i lavoratori, la loro sicurezza e l’ambiente». «Ho particolarmente apprezzato – il commento di Ferranti – in questa seduta le dichiarazioni del gruppo Arvedi attraverso il dott. Castano, sia per l’obiettivo di riportare a Terni il settore del magnetico sia per l’attenzione che si vuol dare anche alla sostenibilità ambientale delle attività di un industria energivora. Elemento positivo in una città industriale».

I sindacati attendono e puntualizzano

I segretari territoriali dei vari sindacati si sono detti tutti in attesa dei contenuti del piano industriale, prima di esprimere giudizi compiuti sulle azioni del Gruppo Arvedi in merito ad Ast. Lo ha detto il segretario dell’Ugl Daniele Francescangeli, così come Giovacchino Olimpieri (Fismic), Simone Liti (Fim Cisl), Alessandro Rampiconi (Fiom Cgil) e Simone Lucchetti (Uilm). «Siamo in attesa del piano industriale – ha detto Olimpieri – e tutti auspichiamo grandi prospettive. In passato però abbiamo visto cose che non sono andate in questo senso e pertanto serve cautela. Arvedi rappresenta per Ast una forte spinta strategica, in contrasto con l’abbandono degli ultimi anni da parte di ThyssenKrupp che ha depredato la città di due produzioni di eccellenza: il magnetico, ma ora bisogna capire quale e come sarà prodotto, ed il titanio. Arvedi però da solo non può realizzare tutto: serve un ruolo chiave del Governo, e da mesi chiediamo un tavolo sulla siderurgia, ma anche della Regione che deve mettere in campo tutte le iniziative possibili per rendere Ast competitiva. Infine la questione delle infrastrutture, fisiche e anche telematiche: sono passati 18 anni dalla chiusura del magnetico, quando vennero assunti impegni precisi. Ad oggi non abbiamo registrato passi avanti». Per Liti «ssistono diverse questioni aperte, come l’occupazione che deve essere mantenuta integralmente ed, anzi, sviluppata. Un’altra tematica è certamente quella energetica. L’approccio sin qui è stato positivo, restiamo in attesa del piano industriale anche se resta l’esigenza per questo territorio di un accordo complessivo e di programma che comprenda anche aspetti sociali ed economici». In attesa del piano, Rampiconi ha spiegato che «il Comune e la Regione, oggi assente, debbano iniziare a ragionare sui fattori localizzativi che abbiamo. Incrementare la produzione, ad esempio, significa anche capire come movimentare le merci nella Conca ternana. L’idrogeno è un altro tema centrale per lo sviluppo e l’ambiente e tutti, istituzioni in testa, ne devono rendere conto». Per Lucchetti «il passaggio ad Arvedi era indispensabile in una fase come questa e dai media, oltre che da primi incontri, emerge un’idea di fabbrica diversa da quella che Thyssen aveva disegnato. Arvedi è un gruppo importante che con Terni lo diventerà ancora di più, andando a ridisegnare la siderurgia nel nostro Paese. Da questa acquisizione dobbiamo cercare di cogliere le cose migliori e cambiare passo, a partire un’azienda che abbia una identità forte e capace di durare nel tempo. Noi dobbiamo contribuire a creare un sistema di relazioni che vada a beneficio dei lavoratori e di tutto il territorio».

Il pensiero della politica

Fra i rappresentanti istituzionali che hanno preso la parola ci sono l’europarlamentare M5s Daniela Rondinelli, il deputato Dem Walter Verini, i consiglieri regionali Thomas De Luca (M5s) e Fabio Paparelli (Pd). «Ho sempre creduto – ha spiegato la Rondinelli – che la vendita di Ast avrebbe potuto rappresentare un’occasione unica per la ripresa di questo territorio, ma anche un punto di forza per l’intero sistema siderurgico nazionale ed europeo. I presupposti sembrano molto positivi ma ricordiamo che esistono delle priorità ambientali in questa parte d’Italia». Per De Luca «la Regione deve chiarire in maniera definitiva quali sono le politiche energetiche per questo territorio. La transizione verso le energie rinnovabili può tenere conto di asset strategici della nostra storia, come quello idroelettrico, ma anche di elementi di novità qual è l’idrogeno. Serve però chiarezza da parte di Arvedi sui piani di utilizzo, così come servono infrastrutture e una guida strategica e chiara da parte della Regione Umbria. Le tematiche ambientali e le sfide aperte sono tante: l’obiettivo è rendere finalente compatibile la presenza dell’azienda con la nostra città». Secondo Walter Verini «la ‘luna di miele’ deve essere sostanziata da un piano industriale importante. La questione Terni può rappresentare un’occasione di sviluppo e di nuova e buona occupazione fondata su asset che altrove, semplicemente, non esistono. Qualità e unicità delle produzioni, sostenibilità ambientale, politiche energetiche. Un nuovo modello è forse l’obiettivo più ambizioso». Infine per Paparelli «le istituzioni, Regione e Comune, devono tenere fede agli impegni assunti, a partire dalla convocazione del tavolo nazionale stabile presso la presidenza del consiglio dei ministri, su tutti gli aspetti non ancora determinati che riguardano Ast e la siderurgia italiana. Contano gli incontri nelle sedi ufficiali, dove le cose vengono messe nero su bianco, non quelli informali che avvengono lontano dal territorio. Bisogna superare un atteggiamento attendistico, passivo, in favore di un nuovo protagonismo».

Confcommercio e CNA Umbria

Fra i rappresentanti delle associazioni di categoria, sono intervenuti Stefano Lupi (Confcommercio Terni) e Mirko Papa (CNA Umbria). Secondo il primo «servono coesione e unità di intenti, e la Regione Umbria ha un ruolo centrale in questo senso, per affrontare con l’azienda temi cruciali per il futuro di questo territorio, come la sostenibilità ambientale e l’auspicata ‘svolta green’. Credo sia anche giunta l’ora che Arvedi chiarisca nel dettaglio piani e progetti futuri». Papa auspica invece «che i progetti industriali futuri tengano conto, sul piano produttivo e commerciale, del ruolo delle piccole e medie imprese del territorio. La competitività va costruita tutti insieme».

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