Ast, Fismic sollecita il voto: «Rinnovare le rsu»

Delegati ‘scaduti’ da oltre un anno, sindacato chiede tornata di assemblee. Dalle infrastrutture al contratto, gli altri temi

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Si è svolto venerdì in modalità telematica il consiglio generale provinciale della Fismic Consal di Terni. Diverse le tematiche trattate durante l’incontro tra i dirigenti, dalle quali sono emerse diverse «centrali» problematiche. Tra le questioni affrontate anche quella del rinnovo delle rsu di Ast, ‘congelato’ da oltre un anno a causa della pandemia.

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Assemblee in presenza

«II direttivo provinciale preso atto della possibilità di tornare a svolgere le assemblee in presenza – si legge in una nota diffusa dopo il consiglio – ritiene utile avviare una tornata assembleare informativa per discutere con i lavoratori della situazione attuale che vivono sul posto di lavoro. Il direttivo provinciale ritiene inoltre che ci siano le condizioni, visto che ormai le attuali rappresentanze sindacali unitarie sono ormai scadute da oltre un anno e che nei prossimi mesi bisogna affrontare con la nuova proprietà il piano industriale, per avviare la fase di rinnovo. Il piano industriale a nostro avviso deve essere analizzato, discusso e monitorato da una rappresentanza sindacale unitaria che sia il più possibile ‘legittimata’ dal consenso dagli attuali dipendenti. Rinnovo delle rappresentanze sindacali unitarie che – sottolinea la Fismic Consal – stanno avvenendo in tutta Italia».

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Infrastrutture

Si è inoltre parlato del d.l. 21 del 10 settembre 2021, che riguarda le disposizioni in materia di investimenti e sicurezza delle infrastrutture, dei trasporti e della circolazione stradale, convertito in legge (9 novembre 2021, n.156). «La legge – ricorda la sigla sindacale – prevede una riduzione del tetto di carico dei trasporti eccezionali da 108 a 86 tonnellate. Tale prescrizione coinvolge molte aziende a partire dallo stabilimento Ast, come per tutte le altre filiere produttive, anche alimentaristiche, cosicché le aziende tutte si ritroveranno ad affrontare, sostanziali costi aggiuntivi». Ma un ulteriore annoso problema, riguarda «il sistema infrastrutturale territoriale, che come noto non gode di ottima salute, né per quanto riguarda il sistema ferroviario ne riguardo lo stradale».

Transizione energetica e contratto nazionale

«Seppure riteniamo giusto l’obbiettivo della transizione energetica e della diminuzione di emissione di CO2 – continuano dalla Fismic Consal -, riteniamo sia necessaria una diversa impostazione che consenta una graduale, transizione dall’energia fossile a quella rinnovabile. Le emissioni di CO2 prodotte, sono ad oggi imputabili per 85% Cina, India, Stati Uniti, mentre per quanto riguarda l’Europa il 10% e solo il 2% per l’Italia. Infine un passaggio sul contratto nazionale. «Durante la discussione – continua il sindacato – si è evidenziata che la volontà nel firmarlo velocemente contrasta con il fatto che ancora oggi non ne è avvenuta la sua stesura. Avendolo rinnovato per un quadriennio e con un’inflazione quasi a zero, oggi con un aumento di oltre il 6% di Pil, lo stesso non garantisce il recupero salariale dei lavoratori».

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