ThyssenKrupp Ast, Rsu e notizie controverse

Terni, stravince la Fim Cisl, mentre Fiom Cgil accusa una battuta d’arresto. ‘Tengono’ Uilm, Fismic e Ugl mentre entra l’Usb. Tra Italia e Germania voci dissonanti sulla vendita

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di M.T.

Si era ‘tenuto basso’, il segretario regionale della Cisl Riccardo Marcelli, nella prima valutazione sul voto per le nuove Rsu dellaThyssenKrupp Ast di Terni: 

«Risultato incredibile» Marcelli aveva detto che «la Fim ha ottenuto un risultato incredibile considerando che per la prima volta si votava senza la distinzione delle società controllate, Aspasiel, Sdf e Tubificio, divenute dopo l’accordo del Mise 2014, Divisioni. Ancora una volta la Fim esprime la rappresentanza in tutti e tre i collegi: 1 quadro, 2 impiegati e 7 operai (dieci in totale sui 27, sei in meno rispetto alla vecchia composizione, che comporranno il nuovo organismo; ndr), a testimonianza della bontà del lavoro fin qui svolto e della fiducia accordata dai lavoratori». 

La composizione Invece, poi, le cose per il suo sindacato sono pure andate meglio: nel ‘parlamentino’ sindacale di Ast la Fim Cisl ha ottenuto anche l’undicesimo delegato. La Fiom Cgil – che non esce bene da questa consultazione – si è fermata a sei delegati. La Uilm ne ha conquistati cinque. Alla Fismic ne vanno tre, mentre la Ugl conserva il rappresentante che aveva e anche la new entry Usb conquista un rappresentante.

I dettagli Scendendo nei particolari, gli aventi diritto al voto erano 2.343 ed ai seggi si sono recati in 2.211, per una percentuale del 94,66%. La Fim ha ottenuto 837 voti ed eletto otto operai, due impiegati ed un quadro, la Fiom ha conquistato 534 voti ed eletto cinque operai ed un impiegato, la Uilm ha ottenuto 409 voti eleggendo quattro operai ed un impiegato, alla Fismic sono andati 245 voti (eletti due operai ed un impiegato), la Ugl (94 voti) e la Usb (66) hanno eletto un operaio ciascuna.

Il precedente Anche cinque anni fa – quando vennero eletti 33 rappresentanti, sei più di oggi – la Fim Cisl, con 887 voti su 2434 voti espressi, fu il sindacato più votato (e ottenne 12 delegati). Alla Fiom Cgil andarono 723 voti (dieci delegati). La Uilm Uil chiuse con 462 voti (sei delegati). Alla Fismic andarono 235 voti (quattro delegati). La Ugl ottenne 127 voti (un delegato).

Giovacchino Olimpieri

Fismic: «Risultato significativo» Il segretario della Fismic, Giovacchino Olimpieri parla di «un risultato significativo, sarà per noi lo stimolo per continuare in quel quotidiano impegno di rappresentanza collettiva e di tutela individuale che in questi anni ci ha visto protagonisti. La responsabilità nei confronti di tutti coloro che con il loro voto ci hanno dato fiducia e mandato di rappresentanza ci esorta ad essere ancor più incisivi nella nostra azione sindacale».

Graziella Cetorelli (Usb)

Usb: «Un buon risultato» Il sindacato autonomo «saluta con estrema gioia ed orgoglio l’ingresso di un proprio giovane militante all’interno della nuova Rsu di Ast Terni. Non è stato semplice ed il risultato non era scontato. Ci siamo misurati con la grande macchina organizzativa dei confederali, che ha permesso di raggiungere un livello di partecipazione altissimo e con obiettive difficoltà e limitazioni legate all’assenza di qualsiasi tipo di agibilità sindacale, che abbiamo dovuto subire». Usb promette che sarà «un sindacato dei lavoratori e per i lavoratori, che baserà il proprio impegno quotidiano sulla massima attenzione posta agli effetti della scelta, ormai acclarata, della messa in vendita del sito».

Claudio Cipolla

Fiom La segretaria informa che «i voti riconosciuti alla Fiom-Cgil, oltre a confermarci secondo sindacato nel gruppo, ci consegnano una rappresentanza qualificata ed importante nell’intero sito siderurgico. Lo stesso voto ci induce a riflettere sugli indispensabili collegamenti tra eletti ed elettori per interpretare le criticità emerse anche all’esito del voto stesso. Rispettando il voto espresso democraticamente dai lavoratori, nel corso dello spoglio, abbiamo registrato delle procedure confusionarie nella verifica delle schede e dei votanti, sulle quali nei giorni prossimi ci riserveremo di fare gli approfondimenti dovuti, per certificare il voto e la conseguente attribuzione dei seggi».

 

Heinrich Hiesinger

Interpretazioni dissonanti Poi, però, ci sarebbe anche un’altra questioncella da chiarire. perché delle due una: o c’è un difetto di traduzione, o ce n’è uno, ancora più grave, di comunicazione. Poi, certo, ci sta pure che facciano finta di non capirsi. Ma uno stenta a volerci credere. Si parla delle affermazioni fatte dal Ceo di ThyssenKrupp, Heinrich Hiesinger, che parlando di Ast ha detto che «si tratta dell’unico asset del gruppo attualmente in vendita»; e quelle dell’amministratore delegato della stessa Ast, Massimiliano Burelli, che ha spiegato che «è una valutazione che risale a più di tre anni e mezzo fa e si riferisce al ruolo della nostra azienda all’interno di una visione strategica della ThyssenKrupp. Siamo e rimaniamo una costola importante della business area Materials Services».

Massimiliano Burelli

Gli utili Burelli ha poi spiegato di «poter soltanto ripetere quanto detto lo scorso 16 ottobre ai segretari nazionali delle organizzazioni sindacali: disponiamo di importanti sinergie all’interno della nostra business area, da quando ne siamo entrati a fare parte, abbiamo cominciato a sviluppare un nuovo modello industriale, le nostre performance sono cresciute mese dopo mese ed Ast è tornata a fare utili». Numeri che dovrebbero essere resi noti entro breve tempo, ma intanto pare che lo stesso ministro Carlo Calenda non abbia gradito che, dopo che Burelli aveva rassicurato anche lui, ci si sia trovati di fronte alla sortita del gran capo tedesco.

Le reazioni «Il governo intervenga con decisione. Nei mesi passati più volte – aveva detto il senatore del PD Gianluca Rossi – è stato chiesto di chiarire la prospettiva di Ast, attraverso atti parlamentari e dichiarazioni pubbliche, anche in ragione delle decisioni riguardanti la joint venture con Tata Steel. Oggi rinnovo la richiesta anche al management di ThyssenKrupp, che spero non risponda con le solite dichiarazioni di rito». Mentre il presidente del gruppo di Forza Italia alla regione Umbria, Raffaele Nevi aveva commentato così: «L’acciaieria di Terni verrà venduta dai tedeschi: quando lo dicevamo ci avevano scambiati per matti e invece la dirigenza di Ast viene totalmente spiazzata. Comunque potrebbe, e sottolineo potrebbe dieci volte, non essere una cattiva notizia per Terni. Questo governo di incapaci a guida PD ora interviene o ancora è presto?». La presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini e il suo vice Fabio Parelli, dal canto loro erano stati chiari: «Non è più tollerabile che la TK continui ad affidare a note di agenzia comunicazioni che riguardano i futuri assetti proprietari di un sito industriale di grande rilevanza strategica non solo per Terni e l’Umbria, ma per il Paese. E’ ormai dal 2012 che Thyssen utilizza tale irriverente ed inusuale modalità di gestione delle relazioni sindacali ed istituzionali». 

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