Ast: la Fiom fra i dubbi sulla ripartenza e la solitudine istituzionale

Informativa del coordinatore della Rsu Catini agli iscritti: «Nessuno ci ha ancora convocati». Interviene anche il Pd di Terni

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Ancora uno slittamento della ripartenza in Ast dopo la fermata natalizia? Di fronte ai timori della Fiom Cgil, contenuti nell’informativa diffusa mercoledì fra i propri iscritti all’interno delle acciaierie di Terni, l’ipotesi sarebbe da prendere in considerazione. E fa il paio con una sorta di ‘staticità’ aziendale anche sulla vertenza Tct, che giovedì vedrà il secondo – e forse decisivo – incontro in prefettura. Intanto i metalmeccanici della Cgil si interrogano e si dicono pronti, tramite la Rsu coordinata da Massimiliano Catini, a confrontarsi con i colleghi che operano in altri stabilimenti del gruppo Arvedi in Italia. Per capire in che direzione stia andando il gruppo, anche alla luce della possibile acquisizione degli stabilimenti di Piombino.

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Le domande

«Ad oggi – scrive Catini nell’informativa – non siamo stati convocati dalla direzione aziendale. L’incontro che ci doveva essere per il premio di risultato è stato rimandato a data da destinarsi, anche in previsione dell’incontro del 18 gennaio presso il ministero per discutere il famoso patto di territorio tra azienda e istituzioni». E poi i dubbi sulla ripresa: «Dopo un sopralluogo effettuato in mattinata (mercoledì, ndR), abbiamo constatato che al parco rottami c’è poco rottame, massimo 4/5 giorni di produzione, e le ferroleghe sono centellinate. Non sappiamo se la ripartenza, ad ora confermata per il 16 gennaio, è dovuta a sgravi fiscali che l’azienda può avere a livello di energia, e dunque deve dare risposte in tal senso e quali ripercussioni avrà sull’indotto, oppure è legata all’approvvigionamento di rottame americano che a fine settimana dovrà giungere a Terni per garantire 56 mila tonnellate di fuso».

La «solitudine totale»

«Abbiamo constatato l’arrivo di 500 coils BA (con finiture lucide, riflettenti, ndR) provenienti da Posco, centro di finitura turco (Arvedi), ma non abbiamo alcun riscontro di quali politiche commerciali facciano parte. Per quanto riguarda il Tubificio – poi – le difficoltà di produzione sono evidenti in quanto la diatriba con la Tct può gravare sulla produzione e si tengono in ostaggio i lavoratori. Ad oggi ci risultano 18 mila tonnellate al Centro di Finitura e probabilmente a pieno regime si ripartirà il 18 gennaio». Un clima che vede il sindacato in difficoltà: «Ribadiamo che stiamo attraversando una grave crisi di incertezza e una totale solitudine a livello istituzionale. Per questo motivo come Rsu Fiom stiamo attivando il coordinamento nzionale Arvedi che coinvolge anche le altre fabbriche del gruppo per un confronto che si terrà a Roma. Ci risulta che ci sia anche la firma per lacquisizione di Piombino da parte del gruppo Arvedi».

Il Pd di Terni: «Sindaco e presidente di Regione devoo confrontarsi con Arvedi»

A far sentire meno ‘sola’ la Fiom ci pensano Emidio Gubbiotti e Pierluigi Spinelli, rispettivamente responsabile welfare e politiche del lavoro del Pd di Terni e segretario comunale del partito. «Siamo preoccupati – scrivono – e negativamente colpiti da quanto sembra emergere in Ast. I rappresentanti della Fiom confermano di non essere stati ancora convocati dai vertici aziendali e il 18 gennaio, ormai prossimo, è fissato l’incontro presso il ministero dello Sviluppo Economico per discutere il patto di territorio tra acciaieria e istituzioni. Non risulta chiaro se la ripartenza delle attività, prevista per il 16 gennaio, sia dovuta a sgravi fiscali legati al consumo di energia e quali ripercussioni eventuali potranno riversarsi sulle realtà produttive dell’indotto, oppure se tali dilazioni temporali siano legate alla necessità di approvvigionamento di rottami da sedi internazionali che a fine settimana dovrebbe giungere a Terni per garantire 56 mila tonnellate di acciaio fuso. Sullo sfondo, le attività del Tubificio, inevitabilmente legate alla vertenza Tct, di cui anche oggi le cronache si occupano, palesando una gravissima situazione di precarietà per le dozzine di lavoratori coinvolti. In questo contesto, evidenziando un atteggiamento se non altro poco partecipativo e non sempre trasparente dell’azienda, abbiamo il dovere di censurare con forza l’operato, anzi il totale stallo delle istituzioni, Comune e Regione in particolare, spettatori passivi e inermi di fronte a quanto sta accadendo e indifferenti rispetto a quanto potrebbe accadere. È necessario che il sindaco e la presidente della Regione – osservano Gubbiotti e Spinelli – si adoperino senza ulteriori indugi e senza tentennamenti per avere un confronto immediato e chiaro con Arvedi e per conoscere quali siano gli effettivi sviluppi delle attuali criticità».


Ast: slitta la ripartenza dopo la fermata natalizia

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