della Rsu Fiom Cgil di Ast
Dopo due anni di limitazioni previste dai Dpcm e dall’espandersi della pandemia, siamo riusciti finalmente a riunirci in presenza, con un ciclo di assemblee in tutto il sito, partecipate e costruttive per i lavoratori diretti e dell’indotto. I lavoratori hanno giustamente posto al centro della discussione le preoccupazioni per la vendita di Acciai Speciali Terni, le prospettive future del Tubificio, l’organizzazione del lavoro, la sicurezza e la stabilizzazione dei circa 130 interinali che sono in Ast.
Anche alla luce degli ottimi risultati economici del 2021 resi noti in queste ore dalla stampa, la ripresa del percorso democratico consentirà di vivere i prossimi passaggi, compresa la discussione sul piano industriale, con l’unità e la trasparenza necessaria a gestire una fase particolarmente complicata. Riteniamo che il piano industriale, sociale ed ambientale debba essere discusso con il Gruppo Arvedi in un contesto più ampio, con un ‘patto di territorio’ che coinvolga le istituzioni locali, regionali e il Governo nazionale, subito dopo il pronunciamento della Commissione europea Antitrust. Consapevoli che in quella fase si deciderà il futuro e la strategicità del sito, dei lavoratori diretti e dell’indotto e dell’intera città.
Come Fiom abbiamo molto a cuore i problemi posti dai lavoratori, a partire da quelli sulla sicurezza, partecipiamo ai tavoli e siamo a disposizione dei lavoratori nei reparti, qualora si verifichino problemi e anomalie, contrastando la richiesta di straordinario che dimostra una mancanza di organici. Apprendiamo invece con stupore da articoli di giornale che non tutte le organizzazioni hanno la stessa sensibilità e registriamo imbarazzanti assenze e silenzi per esempio nelle riunioni periodiche sulla sicurezza, mentre sui giornali si invoca il rinnovo delle Rsu. Probabilmente per alcuni in questo momento sono più importanti le poltrone e le agibilità sindacali.