Ast, nodi al pettine al Mise

Terni: è il giorno dell’incontro a Roma, tra assenze e richieste di chiarimenti. Occupazione, produzione e ambiente i temi cruciali

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Aggiornamenti nel corso della giornata

Di nuovo tutti (o quasi) a Roma. L’appuntamento è alle 13.30 di mercoledì al ministero dello sviluppo economico per il summit convocato dal vice capo di gabinetto del dicastero Giorgio Sorial, sul tavolo i tanti temi che da settimane stanno tenendo in fibrillazione la fabbrica ternana di viale Brin. Si torna a parlare di Ast al Mise, proprio nella settimana in cui ha preso il via la lunga fermata di febbraio.

Chi ci sarà e chi no

Dal piano industriale «al ribasso» su produzione, occupazione e investimenti, alla trattativa sulla piattaforma integrativa ‘sospesa’, dalle difficoltà attuali di mercato alla questione ambientale: sindacati e istituzioni si aspettano diversi chiarimenti dall’azienda, per conto della quale sarà presente l’amministratore delegato, nonché numero uno di ThyssenKrupp Italia, Massimiliano Burelli. Nessun rappresentante tedesco, visto che non ci sono state convocazioni in tal senso da parte del ministero, ecco che per qualcuno – mancando l’interlocutore apicale – l’incontro rischia seriamente di perdere di appeal. Non l’unica assenza ‘eccellente’, quella dei tedeschi: per motivi diversi sarà infatti la prima riunione senza l’ormai ex capo dell’unità di gestione delle vertenze per le crisi di impresa, Giampiero Castano, dopo la sua mancata conferma al vertice. L’incontro sarà dunque nelle mani di Sorial, uomo Cinque stelle.

Le istituzioni locali

Non ci sarà la governatrice Catiuscia Marini in rappresentanza della Regione – ‘invierà’ il dirigente Luigi Rossetti -, mentre ha garantito la sua presenza il sindaco Leonardo Latini, che nei giorni scorsi ha sollecitato un confronto chiaro e trasparente sulle difficoltà, ma anche sulle possibilità di sviluppo degli impianti ternani. ‘Pressioni’ in tal senso, arrivate anche dai sindacati, preoccupati non solo dagli scarichi di produzione e dai riconoscimenti economici che tardano ad arrivare in termini di integrativo, ma anche dagli spostamenti in corso all’interno della fabbrica.

Pericoli indonesiani

Dopo Uilm e Ugl, l’ultima sigla in ordine di tempo ad intervenire, prima del tavolo, sulla «situazione di confusione che insiste all’interno dell’azienda» è la Fismic, che denuncia continui cambi di organizzazione all’interno dei reparti, come comunicato lunedì: 12 lavoratori lasceranno il treno a caldo per trasferirsi al reparto movimento. «Perché aumentare gli organici del movimento ferroviario – si chiedono la segreteria e le rsu del sindacato – se la produzione diminuisce? In arrivo bramme o coils non prodotte da noi? Questa situazione deve far riflettere, perché la lavorazione di bramme indonesiane, oltre ad essere di buona qualità, risulta avere costi molto più competitivi di quelle prodotte in Ast». Il rischio, per la Fismic, è che il sito si trasformi in un centro di lavorazione conto terzi.

«Non contrapporre salute e lavoro, lavoriamo in squadra»

C’è poi la questione ambientale, che si intreccia anche con il tema dell’appalto per il recupero scorie, il cui progetto non è stato ancora ufficialmente presentato. In merito al primo punto, anche alla luce del diattito che si sta animando anche a livello politico, le segreterie di Fim, Fiom, Uilm, Fismic e Ugl ribadiscono congiuntamente «la pericolosità di contrapporre occupazione e salute, evidenziando, al contrario, come buone pratiche di contrattazione aziendale e territoriale possano far convivere lavoro e sostenibilità delle produzioni».L’appello è allora quello di avviare «un serio lavoro di squadra e di sistema per rispondere in positivo al consolidamento e allo sviluppo delle produzioni siderurgiche sul territorio, ma soprattutto alle esigenze dei lavoratori che ancor prima, insieme a molti altri, sono cittadini».

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