Ast passa ad Arvedi: fioccano le reazioni

Terni – Istituzioni, politica, sindacati parlano della cessione al gruppo cremonese. Il closing atteso nel primo semestre del 2022

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Dopo l’ufficializzazione del passaggio di Ast ad Arvedi, da parte di ThyssenKrupp che potrebbe tuttavia mantenere una quota di minoranza, fioccano le reazioni di istituzioni, politica e sindacati.

Terni, Tk ha deciso: Ast passa al gruppo Arvedi

ISTITUZIONI E MONDO POLITICO

Il sindaco Latini e l’ad di Ast Burelli (foto archivio)

Latini: «Passaggio storico. Ho agito con il giusto riserbo»

Così il sindaco di Terni Leonardo Latini, che mercoledì aveva fatto visita in Ast con l’assessore Benedetta Salvati, in una nota: «In attesa del completamento della procedura e in particolare delle verifiche dell’Antitrust, che non dovrebbero comunque creare problemi, quello di oggi è un passaggio storico per le acciaierie di Terni e per la siderurgia nazionale. Ho seguito da vicino come sindaco l’intera vicenda con il riserbo che la procedura imponeva, intervendo in ciascuna fase e a tutti i livelli istituzionali, con l’obiettivo di tutelare e valorizzare il nostro sito produttivo e l’economia della nostra città e dell’intera regione. Da oggi si apre un  capitolo nuovo – osserva Latini -, con una fase molto delicata che è quella del confronto sulle prospettive della nuova proprietà alla quale fin da subito forniamo la nostra disponibilita per un avviare un percorso condiviso nell’interesse della città. Desidero ringraziare per il ruolo svolto in questa complessa procedura l’onorevole Giancarlo Giorgetti, che per la Lega sta ricoprendo in maniera molto efficace il ruolo di ministro per lo sviluppo economico nel governo Draghi, per l’attenzione riservata alla vendita di Ast, e l’ad di Ast Massimiliano Burelli per quello che ha fatto e sta facendo per le acciaierie di Terni anche con lo sviluppo di progetti innovativi, come quelli sul ‘Metal Recovery’ e le scorie che abbiamo verificato anche ieri (mercoledì, ndR) e che contribuiscono a garantire un solido futuro al sito ternano, oltre che per il ruolo fondamentale nella gestione della procedura di vendita».

IL SINDACO DI TERNI: «BASTA GIOCARE ‘IN DIFESA’» – VIDEO

Giovanni Arvedi

La telefonata con Giovanni Arvedi: «Sarà a Terni appena possibile»

Nel corso della mattinata di giovedì, lo stesso Latini ha poi avuto un colloquio telefonico con il presidente del Gruppo, Giovanni Arvedi: «È stata una conversazione molto cordiale nel corso della quale il cavalier Arvedi mi ha confermato la straordinaria importanza per il suo gruppo dell’operazione d’acquisizione del sito industriale ternano e ha ribadito che intende perseguire il bene dell’azienda, dei lavoratori e della città. Le acciaierie di Terni, ha detto Arvedi, devono essere un’azienda forte per la quale il suo gruppo è disponibile ad investimenti importanti. Il cavalier Arvedi mi ha comunicato che sarà Terni appena possibile e, in quell’occasione, avremo un incontro durante il quale approfondiremo gli aspetti legati alle sue idee sul futuro di Acciai Speciali Terni e sul rapporto tra acciaieria e territorio».

Una vita per l’acciaio, chi è Giovanni Arvedi

TUTTO SU AST – UMBRIAON

Burelli e Tesei (foto Mirimao)

La presidente della Regione Tesei: «Risultato importante per i lavoratori»

Un «risultato importante per i lavoratori, per Terni per l’intera Umbria». A parlare della vendita Ast è la presidente della Regione Umbria Donatella Tesei: «Ha una valenza più ampia e rimette al centro la produzione di acciaio, rilanciando il tema nel nostro Paese. Accogliamo con piacere il passaggio ad una grande famiglia industriale italiana. Sono stata costantemente in contatto – le parole rilasciate all’Ansa – con il ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, anche in occasione del nostro incontro di qualche giorno fa per sincerarmi dell’andamento delle trattative di vendita, trattative che si sono concluse a breve così come che avevo annunciato proprio in occasione della visita del ministro in Umbria. Ora bisogna attendere i tempi tecnici per la chiusura definitiva dell’operazione. Il mio impegno comunque non cessa, anzi prosegue, con l’attenzione che abbiamo sempre avuto nei confronti dell’Ast, in vista del piano industriale che dovrà salvaguardare i livelli occupazionali e rilanciare il sito di Terni».

CESSIONE AST, PARLA GIUSEPPE CONTE (M5S) – VIDEO

Salvini (Lega): «Ottima notizia. Presto a Terni»

Il leader della Lega, Matteo Salvini, parla di «ottima notizia, dopo mesi di polemiche, che conferma l’ottimo lavoro della Lega al governo, in particolare del ministro Giorgetti, e del sindaco Latini. Il prima possibile – ha detto Salvini all’AGI -tornerò a Terni, anche per ringraziare l’amministrazione comunale e incontrare i rappresentanti dei lavoratori».

Letta (Pd): «Passaggio cruciale. Vigileremo»

Per il segretario del Pd Enrico Letta, «la vendita di Ast Terni al gruppo Arvedi è un passaggio cruciale per la siderurgia italiana. Il Pd vigilerà e si impegnerà ad ogni livello e nel governo perchè integrità del sito, livelli occupazionali e proiezione internazionale siano garantiti e considerati priorita».

Raffaele Nevi

Nevi (FI): «Contenti che Ast torni in mani italiane»

Così il parlamentare di Forza Italia, Raffaele Nevi: «A nome del gruppo parlamentare di Forza Italia alla camera dei deputati (di cui Nevi è vice presidente, ndR), saluto la notizia della vendita delle nostre acciaierie di Terni al gruppo Arvedi come un’ottima notizia. Abbiamo sempre detto che serviva un player industriale solido, e possibilmente italiano, per fare in modo che l’Ast di Terni avesse un futuro migliore e il gruppo Arvedi corrisponde esattamente a queste caratteristiche. Ci rallegriamo molto che Ast torni in mano italiana. Certamente sarà necessario vedere il piano industriale che il gruppo cremonese predisporrà per lo stabilimento ternano ma sicuramente la storia e la qualità del management che esso ha a disposizione, sono una garanzia per il nostro territorio. Ho avvertito subito anche il presidente Tajani che sta seguendo da mesi la vicenda, essendo da sempre attento alle sorti della nostra acciaieria. Mi ha assicurato – prosegue Nevi – che seguirà personalmente la fase di closing con la commissione europea affinché si proceda nel minor tempo possibile alla cessione definitiva e non ci siano problemi, come è stato in passato. In conclusione mi permetto di rivolgere a nome di tutto il movimento politico di Forza Italia un benvenuto a Terni al gruppo Arvedi nella speranza che nasca un rapporto solido e trasparente con la città e i suoi straordinari lavoratori che hanno dimostrato durante questi lunghi anni di crisi e incertezze di saper resistere e al tempo stesso di volere bene alla fabbrica».

Francesco Zaffini

Zaffini (FdI): «Bene ma vigilare sempre»

Il parlamentare umbro – e coordinatore regionale – di Fratelli d’Italia, Francesco Zaffini, interviene così: «Si tratta di una notizia che reputiamo positiva perché garantisce l’italianità dell’azienda, che è importante asset strategico, battaglia da sempre di Fratelli d’Italia. E proprio grazie a un nostro emendamento la siderurgia è stata nuovamente inserita tra i settori strategici su cui estendere la golden power, lasciata scadere a fine anno scorso colpevolmente dal governo. Questo ha consentito di scoraggiare offerte potenzialmente ostili e sicuramente straniere che avrebbero sottratto l’intera produzione e di inox e magari soltanto acquisire quote di mercato e le tecnologie del sito. Invece, questo è stato evitato. Adesso si apre una fase nuova e, onde non ripetere errori del passato, è necessario vigilare per evitare lo smembramento delle attività e lo spacchettamento dei servizi, attraverso accordi tra privati. Vigilanza che, peraltro, FdI aveva già lunedì scorso richiesto al governo e prima della vendita, nel corso di un incontro organizzato dal coordinamento comunale di Terni di Fratelli d’Italia e da Marco Cecconi con tutte le parti sociali ed i livelli istituzionali eletti di FdI della città e della regione. Ora – conclude Zaffini – è necessario conoscere i dettagli della operazione ed il piano industriale. FdI continuerà il suo impegno affinché questo accordo porti al rafforzamento del sito, alla tutela dei livelli occupazionali, rilanciando un’azienda strategica per Terni, l’Umbria e l’Italia intera».

Stefano Lucidi

Lucidi (Lega): «Storia e identità del sito vanno preservate»

Secondo il senatore della Lega, Stefano Lucidi, la cessione di Tk-Ast «chiude, in attesa del sì definitivo dell’Antitrust, speriamo tutti senza ripetere un nuovo caso Outokumpu, una stagione di attesa per le sorti del sito siderurgico ternano. La proprietà ha sempre garantito la solidità dell’operazione, ma la preoccupazione in città e qui a Roma era comunque forte. Occupazione, sicurezza e ambiente sono i temi all’ordine del giorno – prosegue la nota di Lucidi – ma forse ancora prima di questi, doverosi, ma normali passaggi tecnici presenti in ogni cessione di proprietà, mi preme sottolineare un aspetto fondamentale a mio avviso, e che forse porta con sé tutti gli altri. Occorre preservare e chiedere garanzie che venga mantenuta storia e identità del sito, per quello che ha rappresentato, rappresenta e dovrà rappresentare in futuro per la città. Un legame indivisibile – sottolinea l’esponente della Lega – che parte dal nome originario della società Terni, città-fabbrica e passa per lo sport, il dopolavoro e per quel nome che molti danno agli stabilimenti di viale Brin: mamma acciaieria. Ecco, questo passaggio oltre che tecnico dovrà essere anche sociale, e i presupposti ci sono tutti, oggi che la città ha finalmente una amministrazione capace di restituire teatri e fontane ai cittadini, e il coraggio di progettare un futuro che passa per innovazione e centri sportivi aggregativi imponenti. In un recente editoriale l’ad Burelli ha giustamente menzionato in maniera indiscutibile il forte legame tra azienda e città, fatto di lavoro e di ricadute attive sul territorio. Chi compra Ast deve avere ben chiari questi aspetti per lasciare una impronta non solo ecologica sul territorio, ma sostenibile anche dal punto sociale. Arvedi, e la storia familiare che accompagna questa industria può essere sensibile a questi aspetti, e credo sia anche compito della politica far conoscere anche dettagli e sfumature che spesso vengono messi in secondo piano».

Valeria Alessandrini

Alessandrini (Lega): «Momento storico per Terni e la siderurgia nazionale»

«È un momento storico per la siderurgia nazionale e per la città di Terni – commenta il senatore della Lega, Valeria Alessandrini, vicesegretario regionale Umbria -. Dobbiamo fare in modo che questa cessione si trasformi in una opportunità di valorizzazione del sito ternano nell’ottica di uno sviluppo sostenibile che passa per il rilancio della produttività e dell’occupazione garantendo il rispetto dell’ambiente. Ringrazio il Ministro allo sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti il quale ha seguito da vicino le fasi della trattativa. Ora si apre una fase nuova dove sarà importante conoscere le strategie della nuova proprietà Arvedi e le prospettive future di rilancio dello stabilimento ternano nell’ottica di un percorso che auspichiamo guardi sia allo sviluppo dell’azienda che alla tutela del territorio».

Walter Verini

Verini (Pd): «Non è una notizia inaspettata»

«L’acquisizione di Acciai Speciali Terni da parte di Arvedi non è una notizia inaspettata. Alla comunità ternana e a quella umbra in generale preme che siano garantiti e mantenuti i livelli occupazionali, difesi e possibilmente aumentati i volumi produttivi e le quote di mercato vista la qualità del prodotto. Inoltre che sia anche l’occasione per coniugare la crescita con l’innovazione in campo ambientale. Il governo su questi obiettivi non deve solo vigilare ma svolgere un ruolo attivo. Acciai speciali Terni non è una questione solo locale ma riguarda direttamente il futuro della siderurgia del nostro Paese». Così in una nota Walter Verini, parlamentare umbro del Pd.

Pierluigi Spinelli e Fabrizio Bellini

Il Pd umbro e ternano

«L’ufficialità della cessione di Ast al gruppo Arvedi apre opportunità interessanti per la manifattura siderurgica italiana che vanno sapute cogliere con la dovuta responsabilità e lungimiranza. Se da un lato la prospettiva di possibili investimenti su Terni da parte della nuova proprietà rappresenta una premessa incoraggiante rispetto alle possibilità di sviluppo della presenza della Acciai speciali sul mercato internazionale, ci sono, dall’altro, alcuni aspetti che richiedono attenzione, visione e una programmazione equilibrata. Quello che auspichiamo è, in primo luogo, un piano industriale efficace per la salvaguardia sia dell’integrità degli impianti e dell’indotto sia dell’occupazione del comparto. Quindi che il governo assuma pienamente un ruolo di accompagnamento e di garanzia attraverso il riconoscimento della centralità dell’acciaio nelle politiche industriali del Paese e una strategia coerente sulla siderurgia. Per arrivare alla dovuta chiarezza sulla annunciata partecipazione di minoranza di Tk nell’assetto societario e sul ruolo della finanza pubblica tramite la Cassa depositi e prestiti e quello eventuale dei fondi di investimento». Così, in una nota, il segretario regionale del Pd Umbria Tommaso Bori, il segretario provinciale del Pd Terni Fabrizio Bellini e il segretario Dem di Terni Pierluigi Spinelli. «Il Partito Democratico – aggiungono – continuerà ad impegnarsi a tutti i livelli, politici e istituzionali, e in tutte le sedi, a partire dal consiglio regionale aperto, messo in programma su richiesta delle minoranze, e dall’Agorà sulla siderurgia, per tenere alta l’attenzione su una fase strategica per il futuro di Terni, dell’Umbria e della siderurgia italiana ed europea».

I consiglieri regionali dell’Umbria

«La notizia dell’acquisto da parte del gruppo Arvedi delle Acciaierie ternane chiude una prima fase di indeterminatezza sull’approdo di questa trattativa, spostando l’attesa sui veri contenuti della nuova fase. Una fase che Fratelli d’Italia auspica possa avere i connotati del mantenimento dei livelli occupazionali e del rilancio delle produzioni industriali, in linea con i livelli qualitativi e quantitativi che hanno fatto la storia delle acciaierie di Terni. È indubbio che vanno garantiti l’integrità del sito produttivo e anche dell’indotto». Così i consiglieri Eleonora Pace e Marco Squarta del Gruppo Fratelli d’Italia della Regione Umbria. Per la Pace, in particolare, «il ritorno di Ast tra le aziende di proprietà di gruppi italiani è certamente una suggestione che non ci lascia indifferenti e che, speriamo, possa essere il viatico per una più ampia riorganizzazione della siderurgia nazionale. La notizia della vendita non può però rassicurarci totalmente. Del resto, già in passato, nell’allora percorso di privatizzazione delle acciaierie ternane, le ipotetiche garanzie affidate al capitale italiano finirono dopo pochi mesi in una beffa speculativa che consegnò l’intero sito nelle mani di ThyssenKrupp. Gli interessi nazionali della siderurgia italiana e del sito ternano devono perciò essere verificati alla luce di piani industriali e di garanzie di investimenti. L’Ast dovrà confermare la sua specificità con una rinnovata fase che abbia come cardine le produzioni a maggior contenuto di innovazione. Su questo, il governo non dovrà limitarsi al ruolo di sensale ma dovrà esercitare tutta l’azione possibile affinché sia garantito un futuro, degno di questo nome, al sito industriale e alle lavorazioni. Un futuro chiaro, definito a tavolino, con un piano di investimenti e possibilmente legato ad una strategia di lungo termine che ci auguriamo tuteli gli attuali livelli occupazionali aprendo nuove opportunità per l’intero territorio». Così Daniele Carissimi, consigliere regionale della Lega: «Il ritorno di Ast in mani italiane dopo quasi 30 anni è una bella notizia, una svolta storica per il sito industriale più importante del nostro territorio e per la città di Terni. La vendita di Ast rappresenta per Terni e per tutta la regione un passaggio delicatissimo. Le vicende di un’azienda così radicata nel tessuto economico, da cui dipende un indotto imponente, ha ovvie ripercussioni sull’intera economia locale e non solo. Accolgo quindi con soddisfazione e ottimismo la notizia della conclusione della trattativa con il Gruppo Arvedi, che ha esattamente il profilo che ci auguravamo: una realtà solida, credibile e affermata nel settore siderurgico europeo, con 3.500 dipendenti e quasi 60 anni di storia alle spalle. Una storia e un’identità tutte italiane, compresa la società controllante, anch’essa italiana. I presupposti – continua Carissimi – ci sono tutti per guardare finalmente al futuro con coraggio e ambizione. L’Ast svolge nel nostro territorio un insostituibile ruolo di traino a cui sono sicuro che la nuova proprietà saprà dare nuovo impulso e slancio, portando innovazione e innalzando la competitività del sito nel settore siderurgico. Ritengo che l’attenzione ai temi dell’ambiente e del diritto al lavoro, cruciali per il nostro territorio, debba essere sempre massima, mi fa quindi molto piacere apprendere che Arvedi ha presentato dei programmi importanti proprio in questi ambiti, per sviluppare il ruolo di Ast nel sociale e nei temi ambientali. Queste sono la basi su cui vogliamo costruire il futuro di Terni e sono sicuro che il Gruppo Arvedi potrà dare un contributo determinante».

I consiglieri comunali di Terni

Per Devid Maggiora, che della Lega è anche responsabile locale, si tratta di un «passaggio storico per le acciaierie di Terni e per la siderurgia nazionale. In attesa del completamento della procedura, delle verifiche dell’Antitrust e di conoscere il piano industriale, desidero ringraziare per l’interessamento e l’ottimo lavoro il sindaco di Terni Leonardo Latini e il ministro Giancarlo Giorgetti della Lega. Oltre ad aver scongiurato una possibile delocalizzazione, oggi si apre un capitolo nuovo che vedrà lo sviluppo di progetti innovativi come quelli sul ‘metal recovery’ e le scorie che contribuiranno a garantire un solido futuro al sito industriale. Come Lega lavoreremo affinché nel nuovo piano industriale, accanto alle prospettive di sviluppo in termini di produzione e occupazione, venga data massima rilevanza all’aspetto della tutela dell’ambiente e del territorio». Questo il commento dei consiglieri comunali Alessandro Gentiletti (Senso Civico) e Francesco Filipponi e Tiziana De Angelis (Pd): «La notizia dell’acquisto di Ast da parte di Arvedi è un primo punto importante. Per capire se rappresenta davvero per il nostro territorio una notizia positiva, come speriamo, occorre conoscere quanto prima il piano industriale che la nuova proprietà ha in mente. Occorre sapere presto se le nuove politiche aziendali e gli investimenti che saranno realizzati andranno nel senso di una ristrutturazione del polo industriale e quale impatto avranno sull’occupazione. Occorre conoscere in particolare le linee e la quantità della produzione, nonché la rete commerciale, la capacità di approvigionamento di materie prime ed energia, il mercato di prospettiva sul quale la nuova proprietà intende muoversi. In tutto questo, la logistica e i trasporti avranno un ruolo centrale, sul quale le istituzioni non potranno non giocare una partita decisiva, vista anche la difficoltà di collegamento che la nostra città ha ancora oggi con i porti ed il rischio che questa situazione può produrre in termini di competitività. Su questi temi le istituzioni locali avrebbero dovuto giocare d’anticipo un ruolo dal quale invece sono restati assenti. Amministrazione comunale e regionale non hanno chiesto prima di conoscere il piano industriale e le prospettive di sviluppo della nuova proprietà. I trionfalismi e gli autoelogi che si attribuiscono ora appaiono in questo senso inutili, anacronistici e per nulla rassicuranti. Un ruolo centrale nello sviluppo di Ast lo rappresenta poi la ricerca, l’innovazione e la formazione. La facoltà di ingegneria nel nostro territorio nasce per questo, per assicurare management locale al polo industriale. Su questi temi non ci si può sottrarre dal confronto e dagli stimoli, opportuni, che sono stati rivolti alla nostra città anche dal magnifico rettore dell’università degli Studi di Perugia e che hanno raccolto un silenzio raggelante da parte di chi ha responsabilità di governo. Occorre discutere del futuro di Ast e del ruolo dell’università insieme, non come argomenti separati e senza divisioni politiche. Per questo chiediamo – concludono – alle istituzioni locali di fare squadra su tematiche cruciali. Di evitare di portare acqua al mulino dei loro sponsor politici nazionali, attribuendosi e attribuendogli meriti che non hanno. Il rischio è che la politica e la città restino marginali su questioni nelle quali si gioca il presente e il futuro dello sviluppo del nostro territorio. Chiederemo di invitare quanto prima nelle sedi consiliari la nuova proprietà per un dibattito pubblico e trasparente, insieme alle forze sindacali, su queste tematiche. Cercare di capire i punti chiavi del progetto industriale che hanno in mente e dove l’amministrazione può intervenire, soprattutto nelle politiche infrastrutturali, di logistica e di concertazione, al fine di garantire al meglio gli interessi del nostro territorio». Valdimiro Orsini, consigliere comunale del gruppo misto, esprime «soddisfazione per il completamento della procedura di cambio di proprietà di Ast. Innanzitutto perché conclusa in tempi ragionevoli, chiudendo così un periodo di incertezza che poteva creare problemi sia in termini di investimenti che di competizione globale. Soddisfazione inoltre perché si approda a un player internazionale seppur con solide radici italiane. Un imprenditore italiano in un settore mondiale come l’acciaio è comunque un elemento di vicinanza e di interlocuzione. La siderurgia italiana ha imprenditori che hanno storia e dimensioni per continuare ad avere un ruolo. La siderurgia italiana ha impianti, Terni tra i primi, che sono aggiornati, competitivi e in grado di avere prospettive internazionali. Su questo fronte – dice Orsini – mi auguro che si possa avere quanto prima un piano industriale all’altezza delle aspettative, che veda il sito di Terni confermare le sue attività ed anzi arricchirle di nuove. Un piano industriale incentrate su due grandi temi: l’occupazione e la questione ambientale. La conferma degli organici è indice di dimensioni e di ambizioni. Sul fronte ambientale il sito di Terni non può essere minimamente paragonato ad altri impianti italiani che hanno accumulato ritardi storici, ma certo che occorre fare di più per una piena riconversione green e ambientalmente sostenibile. Lo chiede il mercato, sempre più attento anche alle modalità e alle qualità di produzione, lo chiede una città che intorno alla sua azienda simbolo si è sviluppata e che tutt’ora in essa riconosce prospettive di innovazione, benessere e nuovo sviluppo». I consiglieri comunali del M5s di Terni intervengono sulla vendita, affermando che «finalmente le acciaierie di Terni hanno trovato un nuovo acquirente e una proprietà stabile. La prima bella notizia è che dopo decenni il tricolore tornerà a sventolare su viale Brin. Ma ancora più importante è che questo polo, che a livello produttivo rappresenta il fiore all’occhiello della siderurgia nazionale per qualità e tipologia delle produzioni, potrà fare affidamento sulla guida di un player importante, capace di valorizzare e non disperdere la rete commerciale acquisita. Ovviamente ora ci aspettiamo che oltre alle parole arrivino impegni formali a tutela della dignità e della salute dei lavoratori. In passato a differenza di altri abbiamo sempre posto la questione ambientale al centro. Quella questione mai affrontata dalla giunta Latini. Oggi come ieri continuiamo a ribadire che non c’è futuro per il polo siderurgico ternano, senza che si affronti con massima determinazione la questione ambientale. Chi tende a minimizzare l’impatto sulla salute dei cittadini ternani di anni di produzioni siderurgiche – osservano i consiglieri del M5s – non è credibile e non aiuta a risolvere i problemi. Bastano i dati da record sulle emissioni di PCB e metalli pesanti per smontare le bufale negazioniste che fino all’ultimo qualcuno ha cercato di propinare. Confidiamo che con la guida di Arvedi si colgano le tante opportunità che l’unione europea sta indirizzando con le sue politiche, per abbracciare definitivamente il paradigma della sostenibilità verso una transizione ecologica reale e non di facciata, a cui troppo spesso abbiamo assistito».

Terni Civica

«Si è concluso, speriamo, il processo di cessione – scrivono Giovanni Ceccotti e Lorenzo Bartolucci del coordinamento di Terni Civica, più il consigliere comunale Michele Rossi – delle acciaierie di Terni, dopo un tortuoso percorso durato quasi dieci anni (le prime dichiarazioni di vendita risalgono al 2011), una “tentata” vendita ai finlandesi di Outokumpu stroncata dalla UE, l’occupazione della fabbrica e la riorganizzazione del 2014, necessaria per rendere più appetibile il sito ternano. Con l’annuncio da parte della Thyssenkrupp della cessione al gruppo Arvedi si apre per le Acciaierie e per la città uno scenario nuovo. Dopo la gestione pubblica della Finsider e quella della multinazionale tedesca, adesso avremo un gruppo privato italiano. Sicuramente è un momento di forte cambiamento per Terni, che non vedrà più sventolare in viale Brin una bandiera straniera. La fabbrica è parte importate della storia di Terni, dei suoi uomini e delle sue donne, di intere generazioni di operai cresciute dentro una delle principali acciaierie del novecento italiano. La città ancora oggi si racconta con la sua fabbrica, con il lavoro e le vite dei suoi operai. Chi è del settore conosce molto bene la solidità industriale e finanziaria della Finarvedi e le capacità imprenditoriali del Cav. Giovanni Arvedi e per questo riteniamo che ci possano essere le condizioni per un nuovo periodo di rilancio e sviluppo del sito ternano, rilancio legato all’utilizzo delle più moderne tecnologie ma con il necessario mantenimento dei livelli occupazionali, perseguendo altresì delle strategie più incisive di quelle attuate fino ad ora nell’ambito della salvaguardia ambientale, aspetto fondamentale per la salute di tutti noi ternani. Attendiamo pertanto con fiducia il completamento dell’iter di vendita, la definizione dei piani e delle strategie produttive e commerciali della nuova proprietà, il nuovo assetto societario e, soprattutto, capire il ruolo che avrà lo Stato nell’ambito di un settore, quello siderurgico, strategico sia a livello nazionale che internazionale. Proprio in tale direzione auspichiamo un intervento del Sindaco volto a richiedere e favorire un intervento del Governo, tramite la Cassa depositi e prestiti, nella compagine azionaria che sia di supporto alla nuova proprietà e di garanzia e controllo del buon andamento della nostra Acciaieria. La città, dopo anni di incertezza, necessita di chiarezza, necessaria per ridare alla nostra comunità la speranza in un futuro migliore e costruire nuovi percorsi di sviluppo».


Luigi Carlini

Fondazione Carit, Carlini: «Una bella notizia per i lavoratori e la città»

Per Luigi Carlini, presidente della Fondazione Carit (la dichiarazione è stata raccolta dall’Ansa), «la conclusione positiva della vendita alla famiglia Arvedi è una bella notizia per i lavoratori e per la città di Terni. Il tessuto sociale del nostro territorio – commenta – ha sofferto come il resto d’Italia le conseguenze pesanti della pandemia. A fronte dei posti di lavoro distrutti, nel terziario più che in altri settori, rincuora sapere che un’azienda come le acciaierie, simbolo e sinonimo di Terni, non è una storia da declinare al passato ma è una certezza che si staglia sul futuro di centinaia di famiglie». Carlini si dice «certo che una volta definita la vicenda in tutti i dettagli, la città di Terni potrà trovare un nuovo respiro sociale e civile». A nome della Fondazione, il presidente rivolge quindi «gli auguri più fervidi ai lavoratori e alla nuova proprietà».


I SINDACATI

Alessandro Rampiconi

La Fiom Cgil: «Elementi positivi ma per il giudizio attendiamo il piano industriale»

Il segretario generale della Fiom Cgil Gianni Venturi e quello locale di Terni, Alessandro Rampiconi, hanno diffuso una nota: «Thyssenkrupp ha annunciato oggi la vendita di Acciai Speciali Terni al gruppo Arvedi, confermando che l’acquisizione è relativa al sito nel suo complesso, aggiungendo un’ulteriore elemento positivo, ovvero che oltre agli impianti di Terni è inclusa l’organizzazione commerciale associata in Italia, Germania e Turchia. Tuttavia per un giudizio più complessivo – affermano Venturi e Rampiconi – aspettiamo di conoscere il piano industriale dell’acquirente, come abbiamo sempre sostenuto, un piano di sviluppo che garantisca i livelli impiantistici, occupazionali e salariali dei lavoratori diretti e dell’indotto. È necessario e urgente che l’azienda convochi un tavolo formale con la rsu e le organizzazioni sindacali e contestualmente che si riapra il tavolo presso il ministero dello Sviluppo economico. Chiediamo sin d’ora al governo di mettere in campo tutte le azioni necessarie affinché vengano tutelate le produzioni più volte dichiarate strategiche nell’ambito del piano nazionale della siderurgia. Il governo, ThyssenKrupp e Arvedi, valutino se esistono le condizioni per poter richiedere alla Commissione Europea Antitrust di attivare la procedura semplificata al fine di imporre un’ulteriore accelerazione alla transazione, favorendo il confronto con la nuova proprietà al fine di certificare le garanzie di un reale e compiuto piano industriale che sia in linea con le aspettative annunciate».

Benaglia e Liti (Fim Cisl)

La Fim Cisl: «Notizia positiva ma ora il piano industriale e quello della siderurgia nazionale»

Il segretario generale della Fim Cisl Roberto Benaglia e il segretario nazionale Valerio D’Alò spiegano che «la transazione comprende il perimetro totale di Acciai Speciali Terni più due ‘centri commerciali’ presenti in Germania e in Turchia. Nel perimetro oggetto di cessione è compresa anche l’intera rete commerciale. Tale processo sarà comunque al vaglio dell’Antitrust europeo con un processo che potrà durare dai 3 ai 4 mesi. Con la cessione del sito di Terni al Gruppo Arvedi – osservano i due esponenti della Fim Cisl -, l’Ast torna dopo anni in mani italiane. Una notizia positiva per il Paese e l’industria vista l’importanza strategica della produzione di acciaio per tutta la filiera industriale. Accogliamo quindi positivamente la notizia; il Gruppo Arvedi rappresenta una realtà molto solida sul piano industriale e con una lunga esperienza nel mondo dell’acciaio che, con l’acquisizione di Ast, completa la gamma delle produzioni e trasformazioni di acciai. Ora però ci aspettiamo la convocazione in sede governativa per conoscere il piano industriale nei dettagli. Piano che dovrà prevedere per il sito di Terni sviluppo, occupazione e importanti investimenti industriali e sostenibilità ambientale. Chiediamo inoltre al ministro Giorgetti che, con il ritorno di Ast in mani italiane, si arrivi alla definizione del piano della siderurgia nazionale che il ministro stesso ha da tempo evocato, ma che va concretizzato nel confronto centrale col sindacato».

Guglielmo Gambardella

La Uilm: «Attendiamo piano industriale e investimenti»

«L’acquisizione da parte di Arvedi – dichiarano Rocco Palombella e Guglielmo Gambardella, rispettivamente segretario generale e coordinatore nazionale del settore siderurgico Uilm – del polo dell’acciaio inox di Terni è una buona notizia, perché riporta sotto il controllo di una società italiana un pezzo strategico della siderurgia del nostro Paese rafforzando e consolidando la posizione di Acciaierie Arvedi in un mercato sempre più competitivo. Da una parte, quindi, si è realizzato quanto noi avevamo auspicato all’avvio della procedura di vendita da parte di Thyssenkrupp, dall’altra però attendiamo di avviare un confronto per conoscere il piano industriale e gli investimenti che devono avere al centro la salvaguardia occupazionale per dare una prospettiva solida e duratura al sito ternano. Avere la possibilità di confrontarsi con un importante produttore di acciaio italiano, leader del settore siderurgico che ha sviluppato tecnologie ecosostenibili, e non più con una multinazionale estera, è una condizione positiva – aggiungono – per comprendere meglio i piani di sviluppo di Ast Terni per la crescita industriale ed occupazionale. Questa vendita dovrà porre fine alla fase di incertezza, durata diversi anni, vissuta da oltre tremila lavoratori ternani, fra indiretti ed indiretti, che hanno subito le decisioni di una multinazionale che non aveva ormai più interesse a investire sull’acciaio inox. Auspichiamo che questa importante acquisizione – concludono – possa costituire un tassello rilevante di un piano nazionale siderurgico, con al centro i produttori italiani, che attendiamo di conoscere quanto prima».

Giovacchino Olimpieri (Fismic Confsal)

Fismic Confsal: «Ci aspettiamo un piano di sviluppo che garantisca i livelli occupazionali»

«Aspettiamo di conoscere il piano industriale dell’acquirente per un giudizio di merito – dichiara Giovacchino Olimpieri, segretario nazionale Fismic Confsal -. Ci aspettiamo un piano di sviluppo che garantisca i livelli produttivi, occupazionali e salariali dei lavoratori diretti e dell’indotto. Chiediamo al governo di mettere in campo tutte le azioni necessarie affinché in fase di valutazione da parte della commissione europea Antitrust ci siano tutte le garanzie per un iter senza impedimenti».

Daniele Francescangeli

Ugl: «Terremo alta la guardia»

Per la Ugl si espongono il segretario nazionale metalmeccanici Antonio Spera e il vicesegretario nazionale del comparto siderurgia metalmeccanici Daniele Francescangeli: «Finalmente un segnale positivo – il commento ad Askanews – per una vicenda che per troppo tempo ha lasciato nell’incertezza i tanti lavoratori che hanno contribuito a rendere il sito uno dei poli siderurgici più importanti d’Italia. Ben venga dunque il ritorno alla proprietà di un’azienda italiana, ma terremo alta la guardia. Si tratta di un accordo significativo dal punto di vista della tutela del nostro patrimonio produttivo. Ci auguriamo dunque che, come conseguenza, sia da subito aperto un tavolo con chi rappresenta i lavoratori, che da troppo tempo stanno pagando il prezzo delle indecisioni, in modo tale da fornire a loro qualche certezza sulla gestione del futuro del polo produttivo e sentirsi, anche se solo in parte sollevati, dalle innumerevoli preoccupazioni. Dal canto nostro – concludono – terremo alta la guardia affinché, come nel passato, i dipendenti Ast potremo essere parte integrante del processo produttivo e di nuovo sviluppo non di meno rispetto ad altri , così come avvenuto in passato».


Monsignor Giuseppe Piemontese

La diocesi: «Arvedi dimostri coraggio»

«La chiesa diocesana di Terni-Narni-Amelia si unisce alla generale soddisfazione – la nota della diocesi – per la notizia del passaggio di proprietà dell’Acciai Speciali Terni al gruppo Arvedi, al quale diamo il benvenuto tra la nostra gente. La solidità industriale del gruppo acquirente e il suo impegno consolidato nell’economia sostenibile non possono che costituire una nota positiva e ricca di aspettative per il territorio, in attesa di conoscere il piano industriale e le linee guida dell’azienda Non può passare inosservato il fatto che tale evento si verifica nella ricorrenza del quarantennale della visita alle Acciaierie di Terni di san Giovanni Paolo II, che la Diocesi di Terni – Narni – Amelia sta celebrando con varie iniziative, volte ad interrogarsi sui nuovi modelli di sviluppo dell’area ternana nell’ottica di un’economia circolare, civile ed ambientale così come indicato nell’economy di Papa Francesco. Una luce di speranza tra le nebbie inquinate e mortifere della pandemia del Covid-19 e delle sue conseguenze economiche, delle molteplici chiusure di fabbriche e aziende con conseguente licenziamento di lavoratori. Esprimiamo l’auspicio che tale realtà industriale, dimostri lungimiranza e coraggio nel declinare il futuro dello sviluppo di Terni e della regione, anzitutto ponendosi in prima linea nell’incrementare la sfida occupazionale, nella attenzione ai giovani e alla loro formazione professionale, nel coniugare quanto più virtuosamente possibile la produzione, l’occupazione e la salvaguardia della salute e dell’ambiente. Invochiamo – conclude la diocesi – la benedizione del Signore e la protezione di san Giovanni Paolo II sul nuovo gruppo dirigente e su quanti, autorità, quadri, operai si apprestano a farsi carico e ad avviare questa impresa umana, industriale ed economica a beneficio del territorio e della nostra Italia».

 

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