Ast: per il Tubificio scorporo nel 2023. Sdf rimarrà divisione

Autonomia solo per il sito di Sabbione, se ne parlerà nel confronto con la nuova rsu

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di F.L.

Culminerà nel 2023 il percorso che porterà allo scorporo dall’Ast del Tubificio di Terni: sono le indiscrezioni che arrivano da viale Brin in merito all’annunciata autonomia che il gruppo Arvedi vuole riservare al sito di vocabolo Sabbione, che dunque è confermato sarà una società a sé, con una propria governance e propri conti, anche se controllata al 100% dall’acciaieria. Un destino diverso rispetto a quello della Società delle fucine, che – a differenza di quanto emerso finora – continuerà invece ad essere una divisione della stessa Ast, quindi con una decisamente più limitata indipendenza.

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Le prospettive

Lo scopo del gruppo Arvedi è quello di riuscire ad avere un sistema societario integrato, ma che riesca a valorizzare peculiarità e potenzialità di ogni settore, soprattutto nella particolare fase di incertezza che sta attraversando proprio il Tubificio. Elementi, questi, che emergono a pochi giorni dal rinnovo delle rsu, che porranno proprio la discussione sulla scorporo – e delle scelte commerciali e industriali da assumere – tra le priorità da affrontare nell’avvio del confronto con l’azienda sul nuovo piano industriale.

Nodo vigilanza

Intanto sempre all’interno dell’universo Ast, anche se su un fronte decisamente diverso, si avvicina lo sciopero del 30 maggio proclamato da Filcams Cgil, Fiscascat Cisl e Uiltucs dopo l’internalizzazione di alcuni servizi di vigilanza e sicurezza del sito finora svolti da parte di Sicuritalia, con l’esubero di circa 25 lavoratori entro giugno e ulteriori tagli a fine anno. Alle 10 di lunedì è previsto un presidio sotto la prefettura di Terni. La proposta di trasferimento indicata dall’azienda per evitare il licenziamento collettivo, secondo i sindacati non garantisce la possibilità di evitare la perdita del posto di lavoro in quanto tale trasferimento non averrà nel territorio ternano.

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