Ast, stop confermato all’area ‘a caldo’

Terni, tensione nell’incontro tra ThyssenKrupp e sindacati: martedì mattina riunione straordinaria della Rsu, che «non esclude nessuna forma di iniziativa»

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Si è concluso in serata, lunedì, l’incontro tra la ThyssenKrupp Ast e i sindacati per la fermata di cinque giorni – annunciata, pare, con una serie di telefonate nella serata di venerdì – dell’acciaieria.

Volumi raggiunti La fermata, avrebbe spiegato l’azienda, è motivata dal raggiungimento dei volumi programmati nel piano operativo. Insomma: quello si doveva fare e quello si è fatto, mica si vorrà produrre più del previsto. Visto mai.

La fermata La nuova fermata dell’area ‘a caldo’ della ThyssenKrupp Ast scatterà alle 6 di mercoledì, con queste modalità: FEA4, CCO7, ASEA e AOD3 fermano mercoledì alle 6, ma mentre FEA4 riparte il 1° febbraio alle 6, gli altri impianti saranno riattivati alle 14; FEA5, AOD2 e CCO3 fermano imvece mercoledì alle 14 e ripartono il 1° febbraio alle 6.

Lavoratori ‘a scuola’ La mediazione raggiunta alla fine ha portato a concordare che «per tutti i giorni di fermata i lavoratori potranno, nei turni di appartenenza, entrare al lavoro. In tali giornate l’azienda ha previsto diverse attività formative ed alcune manutenzioni».

Rsu straordinaria La discussione, però, sarebbe stata piuttosto animata, tanto che la Rsu parla di non meglio identificate «affermazioni non condivisibili dalla parte sindacale» e che la cosa, «unitamente a richieste di incontro urgenti fatte alcuni giorni fa e ad oggi disattese, rendono necessaria la convocazione di una Rsu straordinaria per martedì mattina al fine di condividere un percorso unitario che non esclude nessuna forma di iniziativa».

Le ipotesi Da indiscrezioni trapelate, si sarebbe fatto riferimento, da parte dei dirigenti della ThyssenKrupp Ast, alla possibilità di un regime consolidato di fermate a fine mese per l’area ‘a caldo’ dello stabilimento: con i nuovi bruciatori istallati, infatti, il forno 5 garantirebbe una performance eccellente, tanto da realizzare – come visto – i volumi di produzione a budget in tempi ridotti. E questo, ovviamente, porterebbe alla fermata sistematica degli impianti una volta ottenuto quanto necessario. Ma la faccenda, come si intuisce, ripropone e, anzi, aggrava i timori sulla ventilata e temuta fermata definitiva del forno 4. E c’è chi giura di aver sentito pronunciare una parola ormai quasi dimenticata: ‘sciopero’.

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