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Home » Attività ambulatoriali: a Perugia ripartono

Attività ambulatoriali: a Perugia ripartono

di Fabio Toni
20 Maggio 2020
in Ambiente e salute, Apertura 5, Coronavirus, In evidenza
Tempo di lettura: 4 minuti di lettura
L'ospedale di Perugia

L'ospedale di Perugia

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L’ospedale ‘Santa Maria della Misericordia’ di Perugia fa ripartire le proprie attività ambulatoriali e, per tramite del direttore sanitario Simona Bianchi, detta le regole che personale, utenza e uffici dovranno seguire per procedere ad un riavvio in sicurezza e il più possibile efficiente.

SPECIALE CORONAVIRUS – UMBRIAON

Le premesse per operare in sicurezza

«Il riavvio dell’attività – si legge nella missiva – potrà avvenire solo garantendo l’accesso in condizioni di massima sicurezza igienico-sanitaria, pertanto si dovrà favorire la minore concentrazione di operatori e utenti prevedendo: spazi adeguati al numero di accessi degli utenti nelle sale di attesa degli ambulatori, in particolare laddove siano comuni a più ambulatori; la delocalizzazione degli ambulatori, verificando anche la possibilità di utilizzare spazi normalmente non usati, in particolare nel fine settimana; il contenimento della riduzione della capacità produttiva attraverso l’estensione dei giorni e degli orari di apertura degli ambulatori; l’uso di strumenti e modalità di gestione delle prestazioni a distanza e di telemedicina, laddove non è richiesto un contatto fisico o comunque ravvicinato tra il paziente ed il medico; la riorganizzazione delle attività correlate alla prestazione con espletamento telefonico di ogni attività di anamnesi e di informazione (sia precedente che successiva alla prestazione stessa)».

Cosa deve essere recuperato o garantito

«La Regione – scrive la Bianchi – ha dato indicazioni circa il recupero delle prestazioni sospese con classe di priorità ‘D’ e ha ribadito le precedenti linee di indirizzo in merito alle attività non sospese da garantire, ovvero sia la prenotazione che l’erogazione di: prestazioni con classe di priorità U (72h) e B (10 giorni); prestazioni onco-ematologiche, radioterapiche e chemioterapiche; prestazioni individuate come indispensabili dallo specialista di riferimento (tra queste si segnalano i controlli post operatori e le prestazioni riabilitative post chirurgiche e post dimissione ospedaliera ecc.); prestazioni dialitiche; prestazioni per pazienti in TAO; prestazioni non soggette a metodologia RAO recanti il requisito dell’urgenza; prestazioni di screening oncologici di II livello come da circolare aziendale 20841 del 27 marzo 2020. Per quanto attiene l’ambito delle prestazioni non procrastinabili, in queste ultime rientrano anche quelle da garantire ai pazienti risultati affetti da Covid-19, che, seppur dimessi perché risultati negativi al virus, necessitano ancora di controlli per la presenza di complicanze. Per questa tipologia di pazienti, le strutture a vario titolo interessate saranno contattate dalla direzione medica ospedaliera per avviare specifici percorsi di presa in carico multidisciplinare».

Le regole

«Ogni struttura – scrive il direttore sanitario dell’ospedale di Perugia – dovrà procedere ad una riprogrammazione degli accessi (prime visite, follow-up ecc.) dilazionando le tempistiche per ogni appuntamento che, di norma, dovrà essere non più di uno ogni 30 minuti, al fine di consentire le operazioni di sanificazione ambientale, intervallo che può aumentare in considerazione della tipologia di prestazione da erogare. Relativamente al recupero delle prestazioni sospese con classe priorità ‘D’ che, come da indicazioni regionali, rimangono a tutt’oggi non prenotabili, deve essere limitato ai casi in cui l’approfondimento diagnostico sia strettamente necessario alla definizione di un quadro clinico complesso e all’avvio di una terapia appropriata, in base allo specifico rapporto rischio-beneficio, tenuto conto dell’attuale contesto organizzativo. A tal fine, le singole Strutture dovranno valutare le condizioni di appropriatezza clinica delle prescrizioni, allo scopo di sensibilizzare sull’importanza dell’appropriatezza all’uso delle risorse sanitarie e di garantire le prestazioni erogate prioritariamente alle esigenze di diagnosi per sintomi emergenti e alla presa in carico delle patologie con veloce variabilità nel tempo».

Patologie rilevanti e follow-up

«Per quanto riguarda le prestazioni collegate alla presa in carico di pazienti con patologie rilevanti (patologie croniche o malattie rare), ad alto rischio di instabilità clinica e riacutizzazione, è necessario garantire la continuità terapeutica e la massima sicurezza di tali pazienti attraverso l’effettuazione di consulenze telefoniche/teleconsulto da parte dello specialista, al fine di monitorare lo stato di salute del paziente e verificare l’appropriatezza della terapia in atto e l’eventuale conferma/rettifica dell’appuntamento già fissato. Per l’attività di follow-up andrà valutata la possibilità di eseguire da remoto la consultazione di esami, non in presenza del paziente. La prestazione da remoto dovrà essere tracciata e andrà fornito al paziente un referto adeguato alla prestazione medesima. Qualora tale modalità non fosse attuabile, l’accesso del paziente dovrà avvenire secondo i criteri sotto specificati».

Accessi scaglionati e orari più ampi

«Relativamente alla chirurgia ambulatoriale – osserva il direttore sanitario – si raccomanda di posticipare tutti gli interventi programmati il cui esito a breve/medio termine non abbia sostanziale impatto sulla qualità della vita della persona, soprattutto al fine di non sottrarre risorse comuni ad altri setting erogativi. Circa le modalità di programmazione della suddetta attività, ivi compreso il recupero delle prestazioni sospese, anche in questo caso si dovrà procedere una riorganizzazione delle agende di prenotazione per garantire un equilibrio tra la dilazione degli appuntamenti ed il recupero del maggior numero di appuntamenti sospesi, nel rispetto delle indicazioni regionali. Per quanto riguarda i punti prelievo, tenuto conto della tipologia di quelli che si eseguono presso quest’azienda, è necessario prevedere un numero limitato di accessi programmati che consenta di ottenere il distanziamento effettivo delle persone, confermando l’attuale modello già in essere che prevede accessi scaglionati ogni 15-30 minuti per un massimo di 40 prelievi giornalieri. Vengono altresì confermati, secondo le modalità indicate, gli attuali percorsi prioritari per le attività di prelievo per pazienti oncologici, donne in gravidanza, pazienti in età pediatrica, pazienti cronici. La nuova pianificazione delle attività, in rapporto alla capacità di offerta attuale, dovrà prevedere il contenimento della riduzione della capacità produttiva attraverso l’estensione dei giorni di apertura degli ambulatori (6 giorni e mezzo su 7) e degli orari (dalle ore 8 alle ore 20) e se necessario anche ricorrendo a due aperture serali».

Intramoenia

«Relativamente all’Attività Libero Professionale Intramoenia, con la DGR richiamata in oggetto, la Regione ne ha revocato la sospensione precedentemente disposta, precisando che potrà essere riattivata solo per le discipline e strutture in cui riprende l’attività istituzionale, con l’applicazione delle stesse regole adottate per le prestazioni istituzionali (tempi, modalità di accesso, tipologie di prestazioni, ecc.)».

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