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Home » Beaulieu, lavoratori con il fiato sospeso

Beaulieu, lavoratori con il fiato sospeso

di Fabio Toni
28 Ottobre 2018
in Altre notizie, Economia, Imprese, Lavoro
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
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di F.L.

Il termine (ultimo) dei contratti è fissato al 31 dicembre, la scadenza dunque, dopo 4 anni di proroghe, si avvicina, ma sul futuro dei 15 lavoratori interessati – e di altrettante famiglie – non c’è certezza. Per questo i sindacati territoriali del comparto della chimica (Filctem, Femca e Uiltec) hanno avanzato una richiesta di incontro ai vertici della Beaulieu, per chiedere chiarimenti sul destino di questi dipendenti, a loro parere fondamentali per garantire gli attuali livelli di produzione dello stabilimento del polo chimico di Terni.

L’iter

L’azienda, nel momento in cui nel 2013 aveva rilevato la produzione di ‘fiocco’ in polipropilene dalla Meraklon, aveva fissato due diversi step relativi ai livelli occupazionali: dagli iniziali 110 lavoratori, nel giro di un anno si sarebbe passati a 90 (cosa effettivamente avvenuta) e poi, dopo un altro anno, a 75. Ma i 30 milioni di investimenti fatti – tra realizzazione di una centrale elettrica e acquisto di parte delle aree ex Basell, dove è stata collocata una nuova linea di produzione in fase di attivazione – hanno permesso di prorogare i 15 contratti e dunque di rimanere sul livello dei 90 dipendenti. Almeno fino ad oggi, quando la possibilità di procedere ad ulteriori proroghe è terminata e dunque l’azienda è chiamata a fare una scelta: o collocare definitivamente i lavoratori o mandarli via.

Fase delicata

Proprio negli ultimi giorni in fabbrica ha fatto ‘visita’ una società di consulenza alla quale sarebbe stato dato il compito di fare un punto della situazione e poi riferire alla sede centrale per assumere le relative decisioni. «Ad oggi non abbiamo avuto alcune rassicurazioni, per noi c’è la necessità di garantire ben oltre 75 posti di lavoro, insufficienti a gestire questa azienda. Bisogna iniziare a ragionare in merito alle dimensioni e alle caratteristiche della fabbrica, tenendo conto di tutte le variabili» commenta Fabrizio Framarini, segretario generale della Femca Cisl Umbria. E a dare risposte, sempre secondo i sindacati, deve essere la proprietà, la multinazionale belga Beaulieu Fibres International, in attesa che a Terni arrivi a breve il nuovo amministratore delegato che prenderà il posto di Leonardo Pinoca, che tornerà ad occuparsi del settore della ricerca. In questa fase la Beaulieu sta scontando una flessione di mercato (circa 4-5 mila tonnellate in meno rispetto al target) «ma la riorganizzazione del lavoro – continua Framarini – non si fa sulla base di una flessione temporanea».

Gli indiani in Treofan

La Beaulieu non è però l’unica società del polo chimico ternano che sta vivendo momenti di ‘fibrillazione’: si interrogano sul loro futuro anche gli oltre 140 lavoratori della Treofan – specializzata nella produzione di film in polipropilene biassialmente orientato per imballaggi, etichette e applicazioni tecniche – che giovedì (insieme agli altri due stabilimenti europei di Battipaglia e della Germania) è stata ufficialmente acquisita dagli indiani di Jindal. «Non vedo l’ora di unire le forze: l’esperienza combinata e la conoscenza dei due team rafforzerà ulteriormente il gruppo – ha detto Manfred Kaufmann, ceo di Jindal Films Europe -. La fusione di entrambe le aziende ci consentirà di accelerare la crescita del gruppo e di diventare il più fornitore di soluzioni innovative per imballaggi riciclabili».

Prospettive da decifrare

Parole che però non cancellano le preoccupazioni dei lavoratori legate al fatto che Jindal ha già uno stabilimento a Brindisi, dove sono stati fatti investimenti per centinaia di milioni di euro su prodotti che si realizzano anche a Terni (specializzato sulla produzione di pellicole usate per il confezionamento dei pacchetti di sigarette). Dall’altro lato il sito del polo chimico ternano può fare comunque affidamento su conti in regola, che hanno dato un importante contributo economico all’andamento del gruppo cedente. La speranza dei sindacati è che dunque il sito si possa rafforzare con ulteriori investimenti da parte della nuova proprietà indiana, che per ora ha preso solo un primo contatto con lo stabilimento.

Ex Neofil in ginocchio

Continua invece ad essere pesante la situazione alla ex Neofil (ora Terni Industry) dove prosegue fino a dicembre la cassa integrazione straordinaria per la ventina di lavoratori, mentre l’azienda ha presentato recentemente richiesta di concordato al tribunale. «L’Area di crisi complessa – dice Framarini – ci riserva un ulteriore anno di cassa integrazione, ma se dovesse essere omologato il concordato dovrà essere il giudice a stabilire se l’azienda è in grado di chiederla, sulla base di un eventuale piano di rilancio che dovrà superare il progressivo fermo totale che sta avvenendo da qualche mese». Nei giorni scorsi Femca Cisl e Filctem Cgil avevano lanciato un grido di allarme ricordando che i lavoratori non percepiscono retribuzione dai primi giorni di agosto e non si sblocca l’erogazione della cigs, in quanto l’azienda non riesce ad avviare l’iter con Inps per l’accesso agli ammortizzatori sociali.

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