Quattro mesi di arresto, pena sospesa e non menzione: questa la condanna stabilita dal tribunale monocratico di Firenze – l’accusa aveva chiesto l’assoluzione – nei confronti dell’ex direttore generale del Servizio Idrico Integrato, il 61enne Paolo Rueca, per la violazione del Codice dell’Ambiente (decreto legislativo 152 del 3 aprile 2006) in relazione a quanto avvenuto negli scorsi anni a Calvi dell’Umbria, prima della realizzazione e dell’entrata a regime del depuratore nel 2020. Secondo l’accusa, originata da un esposto presentato da un cittadino calvese – peraltro magistrato onorario, da qui lo ‘spostamento’ del processo di fronte al tribunale fiorentino -, la SII avrebbe «abbandonato e depositato in modo incontrollato rifiuti speciali, non provvedendo a smaltire o a recuperare fanghi di depurazione prodotti da impianti di trattamento di reflui, fosse imhoff, site in Calvi dell’Umbria». Da qui la contestazione all’allora direttore generale – l’esposto è datato 2016 – per fatti avvenuti dal 2012 in poi. L’assoluzione è scattata per una delle due fosse imhoff (via dei Ponti), mentre la condanna – con intervenuta prescrizione per il periodo 2012-2017 – per la seconda (località La Valle). La denuncia del cittadino aveva preso le mosse dal fatto che lui, così come gli altri calvesi ma pure il Comune, pagava la tassa per la depurazione delle acque reflue pur in assenza di un depuratore pubblico; a ciò si era aggiunta anche la mancata pulizia delle fosse imhoff realizzate negli anni ’80, mai svuotate per anni. A seguito dell’esposto, erano stati i carabinieri del locale comando stazione e del Noe di Perugia ad indagare, ricostruendo i vari passaggi della vicenda. Unica parte civile nel processo – pur a fronte di diverse persone offese individuate dall’indagine – è il cittadino che aveva presentato l’esposto e che, assistito dagli avvocati Daniela Cecchetti del foro di Terni e Giuseppe Pierdomenico del foro di Viterbo, ha ottenuto la condanna dell’imputato al risarcimento, da stabilire in sede civile, ed al pagamento delle spese legali. L’avvocato Cecchetti, soddisfatta per la sentenza, rimarca come «solo a seguito della dettagliata denuncia presentata dalla persona offesa, il SII di Terni si è attivato per la realizzazione del depuratore. Ciò dimostra che l’opera è stata realizzata con almeno due decenni di ritardo, nonostante gli utenti/contribuenti di Calvi dell’Umbria pagassero la tassa di depurazione delle acque reflue per un servizio mai erogato da parte del gestore». Scontato l’appello da parte dei legali difensori di Rueca che, al momento, preferiscono non commentare la decisione del tribunale di Firenze: all’orizzonte c’è la prescrizione di tutte le contestazioni.