Campo Terni Est, palla al tribunale di Roma. Novità pignoramento

Nodo concessione e problemi economici: Ics e Comune in disaccordo, a novembre la prima udienza. Novità pignoramento

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La concessione dell’impianto sportivo comunale Terni Est – intitolato ad Orlando Strinati -, i problemi economici nati nel corso del tempo e l’iter per il recupero del possesso della struttura. Se ne è parlato lunedì mattina nel breve question time: il capogruppo del Pd Francesco Filipponi ha interrogato in tal senso l’assessore al bilancio Orlando Masselli. Di mezzo anche una richiesta di pignoramento e un giudizio pendente al tribunale civile di Roma. E soprattutto una cifra complessiva che supera il milione di euro.

Campo Terni Est, concessione e guai: pressing Filipponi

In tribunale a Roma

L’esponente Dem ha riepilogato il contenuto dell’interrogazione – cinque minuti e oltre solo per questo – quindi l’assessore Masselli ha dato delucidazioni sulla spinosa questione: «Ho avuto la possibilità di confrontarmi con il consigliere Filipponi sul tema, la ricostruzione è molto puntuale e non c’è nulla di misterioso», ha esordito. «Abbiamo chiesto un parere all’avvocatura comunale e c’è stato un primo riscontro dirimente il 22 luglio. L’esercizio al diritto di regresso – si entra nei dettagli – nei confronti del debitore è possibile soltanto dopo l’avvenuto al pagamento all’Istituto per il credito sportivo da parte del Comune di 604 mila 482 euro; la notifica l’abbiamo ricevuta dall’Ics per quella somma e su questa richiesta pende un giudizio davanti al tribunale civile di Roma in merito alla contestazione dell’amministrazione sull’operatività della fidejussione a suo tempo prestata nel 2011. La prima udienza c’è il 24 novembre 2021». C’è anche altro in ballo: «È pendente anche la necessità e la correttezza, come noi e l’Osl riteniamo, sull’attribuzione della fidejussione: è pre 2017 ed è di competenza dell’Osl. Al creditore non va bene però».

Scadenze, problema e pignoramento

Dunque, che si fa? «Il Comune potrà ingiungere alla Terni Est il pagamento delle somme richieste dopo che l’amministrazione le paga all’Ics, in seguito all’espressione del tribunale». Si cambia tema: «Il 22 luglio 2011 l’impianto è stato concesso a titolo oneroso in diritto di superficie alla società che, dunque, è proprietaria superficiale dell’immobile. La scadenza è fissata al 21 luglio 2041 e per tutta la durata contrattuale il concessionario deve ottemperare agli obblighi di convenzione. L’avvocatura sta studiando se c’è possibilità di revoca. Va anche detto che il 14 luglio 2021 è arrivato il pignoramento da parte dell’Ics della proprietà superficiaria dell’impianto a carico della Terni Est in forza di un altro mutuo che era stato stipulato per la costruzione della struttura. L’avvocatura – ha aggiunto Masselli – sta valutando l’eventualità di opporsi perché è un bene appartenente al patrimonio comunale indisponibile e per loro natura non possono essere pignorati».

Si esprime l’avvocatura sulla revoca

L’assessore ha quindi letto parte della relazione dell’avvocatura: «Pignoramento? L’Ics parrebbe agire sulla scorta di un secondo mutuo fondiario per un impianto concesso in durata trentennale alla Terni Est. Il Comune è estraneo a tale rapporto, mentre è coinvolto rispetto all’altro mutuo garantito da una fidejussione comunale su cui pende il giudizio davanti al tribunale civile di Roma. Revoca, risoluzione della convenzione e ripresa in possesso? Al momento non è adeguatamente possibile chiarire. L’urgenza menzionata non è condivisibile quando un anno fa l’allora dirigente – Claudio Carbone, ndr – chiedeva a tutti i soggetti sforniti di competenze gestionali, essendo lui l’unico deputato a fare atti». Come noto dallo scorso autunno c’è Grazia Marcucci nel ruolo.

«Comune rischia bagno di sangue»

Filipponi non è troppo tranquillo dopo la risposta di Masselli: «Nonostante il dettaglio delle risposte non sono soddisfatto anche a seguito della lettura del parere dell’avvocatura. Devo prendere atto che probabilmente si tratterà per l’amministrazione di un bagno di sangue perché ci sono i 604 mila euro della fidejussione escussa e del conseguente decreto ingiuntivo: in caso di soccombenza il Comune dovrà sostenere questa incombenza. C’è poi il secondo mutuo acceso dalla Terni Est per il quale c’è un avviso ai creditori per notifica di un pignoramento: riguarda la garanzia di un mutuo da 302 mila euro con ipoteca iscritta da 604 mila euro. Quindi ballano oltre 1,2 milioni. Sì, verò che nel secondo caso il Comune non ha garanzia fidejussoria, però a fine concessione le strutture rimarranno di proprietà del Comune. Non si riesce a capire se verrà fatta o meno opposizione all’atto di pignoramento e non c’è modo di capire se verrà fatta la revoca del diritto di superficie nonostante la grave criticità in essere». Se ne parlerà ancora a lungo.

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