«La situazione resta allarmante nelle nostre carceri. Un detenuto siciliano ad ‘Alta sicurezza’ nel carcere di Terni, ha aggredito durante la battitura notturna di giovedì due agenti di polizia penitenziaria perché, a suo dire, gli disturbavano il sonno. Il detenuto ha anche minacciato pesantemente gli agenti ed è poi stato ristretto nella ‘Sezione isolamento’». La notizia arriva dal Sappe, il Sindacato autonomo polizia penitenziaria, per voce del segretario nazionale dell’Umbria Fabrizio Bonino. Il Sappe esprime «solidarietà ai colleghi coinvolti nel grave episodio e augura loro una veloce ripresa e ritorno in servizio. Queste aggressioni sono intollerabili. Noi non siamo carne da macello ed anche la nostra pazienza ha un limite».
Le criticità Donato Capece, segretario generale del Sappe, torna a sottolineare le criticità delle carceri italiane: «Nei 200 penitenziari del Paese l’affollamento nelle celle resta significativamente alto rispetto ai posti letto reali, quelli davvero disponibili, non quelli che teoricamente si potrebbero rendere disponibili. Un problema è la mancanza di lavoro, che fa stare nell’apatia i detenuti. Ma va evidenziato anche che l’organico di polizia penitenziaria è sotto di 7 mila unità e che il carcere non può continuare con l’esclusiva concezione custodiale che lo ha caratterizzato fino ad oggi. E fatelo dire a noi che stiamo tra i detenuti, in prima linea, 24 ore al giorno». L’amministrazione penitenziaria «si preoccupa di garantire l’uso della sigaretta elettronica ai detenuti o, come quest’estate, delle docce nei cortili dell’ora d’aria, sempre per i ristretti. Non pensano certo agli agenti di polizia penitenziaria, alle loro pessime e precarie condizioni operative, al fatto che siamo sotto organico di più di 7 mila unità , e che dobbiamo anche pagarci la stanza se dormiamo in caserma, mentre nessun detenuto paga lo Stato per il ‘soggiorno’ nelle carceri italiane».