Carcere Perugia, ‘Argo’: riparte il progetto

Misure covid e via con i corsi di formazione per i detenuti: si riprende dalla cucina

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Tempo di ripartenza per il progetto ‘Argo: percorsi formativi per il reinserimento dei detenuti’ nella casa circondariale di Perugia. Il covid-19 aveva bloccato le attività e ora, dopo 116 giorni, c’è la riattivazione con tutte le misure imposte dall’emergenza coronavirus: mascherine, guanti, distanziamento e gel al posto delle strette di mano. Il primo corso è quello per ‘addetto alla cucina’ che vede protagonisti quindici persone della sezione maschile.

Cosa si fa: «Comincia nuova vita»

Il progetto è finanziato dalla Regione Umbria attraverso il finanziamento del Fondo sociale europeo ed è gestito dall’Ati Frontiera Lavoro, Cesar e Cnos Fap. Le ore di didattica previste sono 120. Successivamente ci saranno i percorsi formativi per impiantista elettricista, addetto ai servizi di pulizia e addetto alle colture vegetali ed arboree per complessivi 57 partecipanti. «Per noi – le parole di uno degli allievi – a formazione professionale ed il lavoro sono strumenti di riscatto. Quello che solitamente è un periodo di abbrutimento e degrado, per noi diventa l’occasione per cominciare una nuova vita». Con ogni probabilità tornerà a setttembre la cena di gala ‘Golose evasioni’, un’occasione utile per saggiare le competenze acquisite. I docenti sono Catia Ciofo, Antonella Pagoni, Paolo Staiano e Ada Stifani: «Una vera gioia – commenta la prima – riprendere le nostre lezioni in carcere, afferma la chef Catia Ciofo; è forse solo una goccia nell’oceano ma comunque una boccata di ossigeno per i nostri allievi reclusi che nell’impegno quotidiano a lezione investono per ricostruirsi un futuro. Un’occasione per noi docenti che possiamo trasformare un luogo di chiusura ed esclusione quale è il carcere, in luogo di confronto, là dove le persone imparano ad ascoltare gli altri, a vederli, ad avere attenzione alle loro vite come forse non hanno mai avuto prima, per dare a tutti più occasioni di crescita e non solo di addestramento al lavoro. E immaginare per loro e con loro nuovi orizzonti».

Formazione professionale

Luca Verdolini è il coordinatore del progetto: «Come dimostra l’esperienza che abbiamo maturato anche in altri contesti, la rieducazione dei detenuti è efficiente sia per loro che per la società e la formazione professionale è la forma più adeguata per perseguirla. L’esperienza formativa, infatti, aumenta il grado di stima dei detenuti consentendo una riscoperta della loro dignità, permette il recupero dei legami familiari favorendo una rinnovata socialità e, infine, incide sulla recidiva, migliorando i comportamenti individuali e le abitudini sociali. Proprio per questo il progetto ‘Argo’ rappresenta un’occasione unica per i detenuti di sperimentare un contesto reale con cui misurarsi. Regole, responsabilizzazione, dignità. Si scoprono così, in carcere». «Resto meravigliato – le parole di Gaetano, un altro allievo – davanti ai piatti che riesco a realizzare. La bellezza aiuta a vivere, ridà speranza. È vero per tutti, perché non dovrebbe esserlo anche per noi?».

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