Sei anni di reclusione, oltre a 1.300 euro di multa e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici: questa la pena inflitta lunedì dal tribunale di Terni in composizione monocratica – giudice Francesco Maria Vincenzoni – al 39enne di origini albanesi A.B., residente nel Lazio e attualmente ristretto nel carcere di Terni.
L’uomo, per cui l’accusa aveva chiesto undici anni di carcere, era accusato di aver compiuto, fra l’ottobre del 2020 e il maggio del 2021, ben venti furti in abitazione, in concorso con persone allo stato ignote, fra i comuni di Terni, San Gemini ed altri dell’alto Lazio. Le indagini erano state condotte dai carabinieri del comando stazione di San Gemini.
Nella sentenza, il tribunale ha assolto il 39enne da tre capi di imputazione – per non aver commesso il fatto -, riconoscendo per gli altri la prevalenza delle attenuanti generiche sulle aggravanti contestate e confermando la misura cautelare in essere. Nel giugno del 2021 era stato arrestato dall’Arma sangeminese a seguito dell’indagine coordinata dalla procura Ternana, poi l’uomo era fuggito dai domiciliari fino al maggio di quest’anno, quando era stato arrestato in Germania. Dallo scorso agosto si trova nel carcere di vocabolo Sabbione.
In Umbria, il 39enne ci era giunto per ragioni di lavoro – commercia autovetture usate – e in questo contesto, secondo l’accusa, sarebbero maturati i furti a ripetizione in varie abitazioni private dei territori di Terni e San Gemini. Le motivazioni della sentenza verranno pubblicate entro i prossimi 30 giorni.
Scontato l’appello da parte del legale difensore dell’uomo, l’avvocato Ilaria Iannucci del Foro di Perugia, che osserva: «Si tratta di una sentenza abnorme, con il mio assistito che si è sempre dichiarato estraneo ad ogni fatto contestato. Sono convinta che in sede di appello, i limiti della ricostruzione accusatoria, in fatto e in diritto, emergeranno con assoluta chiarezza».