Centro ‘Boeri’ Norcia, Alemanno a giudizio

Processo per il sindaco, mentre il gip di Spoleto ha assolto l’archistar. La procura, che aveva chiesto un anno di reclusione, potrebbe ricorrere. Il sequestro nel gennaio del 2018

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Il sindaco di Norcia Nicola Alemanno è stato rinviato a giudizio per falso e abuso edilizio per la vicenda del centro ‘Boeri’, costruito dopo il terremoto del 2016. Prosciolto dalle accuse invece l’architetto, che aveva optato per il rito abbreviato. La decisione è stata presa dal giudice per le indagini preliminari di Spoleto, Federica Fortunati.

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Le accuse: falso e abuso

Il sindaco dovrà rispondere di falso per aver attestato che il centro era ‘una struttura temporanea per le esigenze pubbliche della popolazione’ mentre l’opera era stata qualificata come ‘struttura permanente polivalente’. Inoltre c’è l’accusa di abuso edilizio per aver realizzato l’opera in assenza della necessaria e preventiva valutazione di incidenza ambientale, del nulla osta dell’ente Parco e del necessario permesso a costruire. La procura ha rilevato che il PalaBoeri è stato realizzato a meno di 150 metri dal torrente Torbidone, riaffiorato dopo il sisma. Per Alemanno l’inizio del processo è stato fissato per il 26 novembre.

Boeri assolto e felice

Per Stefano Boeri il pm Patrizia Mattei aveva chiesto la condanna ad un anno di reclusione. Il centro – realizzato grazie a una raccolta fondi promossa dal Corriere della Sera e dal Tg di La7 – era stato messo sotto sequestro nel gennaio 2018 dalla procura di Spoleto. Prevedeva la realizzazione di quattro strutture. «Sono felice per questa sentenza – ha detto l’architetto Boeri – impegnarsi per un’architettura al servizio delle situazioni di emergenza rappresenta il valore più profondo della nostra professione. Adesso il mio unico desiderio è che il padiglione temporaneo realizzato a Norcia venga presto restituito alla cittadinanza».

La procura potrebbe ricorrere

Le motivazioni dell’assoluzione di Boeri saranno depositate entro 90 giorni; dopodiché la procura di Spoleto valuterà se presentare appello. Lo conferma lo stesso procuratore capo Alessandro Cannevale in una nota stampa, concentrandosi sulla formula dell’assoluzione (il fatto non costituisce reato) legata alla carenza dell’elemento soggettivo del reato: «Com’è altrettanto noto, il giudice valuta la sussistenza o l’insussistenza dell’elemento soggettivo del reato, nel caso di specie la colpa, una volta che ne abbia riconosciuto l’elemento materiale. Il dispositivo della sentenza lascia quindi desumere che il giudice abbia ritenuto sussistenti i reati urbanistici e paesaggistici legati alla realizzazione della ‘sala Boeri’ ma esente da colpa il direttore dei lavori».

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