Centro Cimarelli Terni: «O noi o degrado»

I ragazzi dell’associazione ‘Interni stranieri’ entro il 30 giugno devono restituire locali: «Anni di riqualificazione e iniziative, perché non fare proroga o patto di collaborazione?»

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di S.F.

La commissione

Si sono presentati in sei più l’avvocato Michael Crisantemi per farsi sentire e, magari, avere anche delle risposte. Perché il Comune di Terni ha già fatto sapere un mese fa che entro il 30 giugno – l’affidamento quinquennale firmato nel 2014 è scaduto – il centro va riconsegnato e allora è tempo di prendere decisioni: i ragazzi del ‘Cimarelli’ sono stati ascoltati lunedì mattina in II° commissione consiliare e il messaggio – in estrema sintesi – che hanno voluto far passare è stato uno. «Vorremmo proseguire a fare quelle attività che negli ultimi anni hanno giovato al quartiere e ai giovani della città. Una proroga o un patto di collaborazione non è possibile? Altrimenti c’è il rischio di un ritorno al degrado». Dall’altro lato invece si spinge sul bando nonostante al momento manchi la relazione tecnica necessaria per procedere.

Nicolò Nannini

‘Interni Stranieri’: «Scelta folle togliere tutto»

La delibera di affidamento è datata 14 maggio 2014 ma, come specificato da Francesco Filipponi (assente il presidente Orlando Masselli di FdI, ha diretto lui i lavori di commissione) in chiusura, l’effettiva firma ci fu il 10 giugno con chance di rinnovo (articolo 21). Cinque anni dopo ecco che c’è da risolvere il problema e allora a palazzo Spada si sono presentati il presidente dell’associazione ‘Interni Stranieri’ Nicolò Nannini, il vice Michele Giontella, il tesoriere Giulio Marconi, l’ex leader Simone Zugnoni, l’ex consigliere Stefano Viali, Riccardo Rossi e l’avvocato Michael Crisantemi. Schieramento al completo: «Vorremmo richiedere – hanno sottolineato – una proroga o un patto di collaborazione. Siamo qui per capire se c’è la possibilità di portare avanti le attività fatte in questi anni in via del Lanificio 19 e trovare una soluzione per non dismettere un faro per il quartiere ed i giovani: c’era l’esigenza di poter fare qualcosa in maniera associativa per i giovani e nel centro sociale ci siamo occupati di iniziative musicali, workshop, salute, cultura, ambiente, concorsi di poesia, cineforum, laboratori e molto altro. Inoltre è stato costruito un movimento hip-hop. Togliere al quartiere uno spazio del genere è una scelta folle».

Al centro Simone Zugnoni

«Riformare richiesta restituzione»

Il più loquace è Zugnoni: «Per anni lo spazio è stato totalmente abbandonato, c’era forte necessità di intervenire per eliminare il degrado e noi lo abbiamo fatto. La riqualificazione è stata completamente a nostro carico – ha specificato – e mai abbiamo chiesto od ottenuto soldi dal Comune. È stato ristrutturato il tetto, messe a posto le finestre, risistemato il giardino, costruita una sala prove e un centro di documentazioni per i ragazzi, è tutto regolare. Il centro sociale è luogo di confronto, di aggregazione e dove poter fare cittadinanza attiva, vorremmo provare a continuare. Vedere che tutto ciò rischia di non essere più considerato penso sia un peccato non solo per noi, ma per l’intera città». Viali ‘carica’: «Cosa ci fate poi se ci cacciate? Si tornerebbe al degrado di anni fa, non farebbe bene a nessuno uno sviluppo del genere». Il 31enne legale dell’associazione ha poi messo in fila un po’ di questioni: «Il 13 febbraio abbiamo inviato la richiesta di proroga per la concessione, ma è stata ‘dimenticata’. In questi giorni ne arriverà una  per rivedere in autotutela il provvedimento di restituzione dei locali perché è illegittima in violazione dell’articolo 16 dello statuto del Comune e inopportuna dal punto di vista del merito amministrativo. Qui non stiamo parlando di debosciati o estremisti, sono ragazzi che non hanno minimamente intenzioni di fare barricate. Anzi, c’è l’intento di trovare una soluzione bonaria e conciliativa: purtroppo non sono mai stati ricevuti. Non c’è intenzione di occupare nulla e ad oggi loro sono pienamente legittimati a stare lì. Per quel che riguarda l’agibilità non è stato notificato nulla».

Il centro

No assessori, si espone Cresta: «Si fa il bando». Nodo agibilità

In commissione erano stati invitati il sindaco Leonardo Latini, il vice Andrea Giuli, Benedetta Salvati, Marco Cecconi e il dirigente Mauro Manciucca (a fare l’elenco è il capogruppo Dem). Nessuno di loro è presente, alla pari della tanto invocata Elena Proietti – a Piediluco, alla fine si scoprirà che non era stata convocata – della dirigente Maria Rosaria Moscatelli e del funzionario Corrado Mazzoli, in ferie. Bene. Chi espone dunque? Alessandro Gentiletti (Senso Civico) parla di «sgarbo istituzionale alla città con questo atteggiamento» e alla fine a metterci la faccia – Filipponi sospende per qualche minuto la seduta per chiamare i diretti interessati e avvisarli – è l’istruttore del Comune Luca Cresta: «Ho parlato con la Proietti e l’idea è di fare un bando per la gestione, sono stati effettuati diversi sopralluoghi con i tecnici dell’ufficio patrimonio, l’ultimo quindici giorni fa. Agibilità? Il centro è ‘stabile’, ci saranno alcune prescrizioni legate alla capienza e alla tipologia di attività previste. Ma sarà comunque uno spazio per i giovani, culturale e sociale». Successivamente interverrà Valeria Alessandrini in rappresentanza della giunta: «Sono solo un portavoce in questo caso. Stanno lavorando alle prescrizioni e ci sono delle cose che vanno affrontate affinché l’utilizzo sia consono e rispetti questioni per la sicurezza. Attivi – durante la sospensione – in particolar modo Doriana Musacchi (Lega) e Michele Rossi, tête-à-tête con i membri dell’associazione per una breve chiacchierata: «L’immobile risale a prima del 1967? Perché è una questione tecnica rilevante, dopo quella data basta anche una semplice dichiarazione di conformità», chiede la prima a Cresta.

Valeria Alessandrini e Francesco Filipponi

Il dibattito su bando e futuro: «Cresta smentisce la Proietti»

A seguire tocca ai consiglieri: «Scelta del bando la convidivo – il pensiero di Michele Rossi di Terni Civica – e ciò che avete fatto in passsato vi darà maggior punteggio. Non sarete penalizzati». Gentiletti mette nel mirino l’amministrazione: «Sciatteria politica nel gestire la vicenda. Inoltre Cresta smentisce l’assessore Proietti: non ci sono problemi di agibilità da come dice. Mi pare che ci sia una volontà pregiudizievole di chiudere il centro». Tra i due scatterà un breve scontro in merito ad una frase di Rossi: «Non condivido l’ideologia di alcune iniziative che fanno, siamo in democrazia ed esprimo il mio pensiero in modo pacato», replicherà all’attacco partito dall’esponente di Senso Civico sul tema. Quindi l’appello di Monia Santini (Lega): «Maggioranza e minoranza, niente appigli ideologici o politici stupidi sul tema per favore».

Luca Cresta

Musacchi ci prova: «No favoritismi, ma diritto di prelazione»

Non è finita qui, anzi. La commissione va per le due ore e gli scambi di opinione proseguono su diversi fronti: «Lo spazio – si rifanno avanti Marconi, Zugnoni, e Nannini – è stato tenuto vivo con i nostri sforzi. Mettere a bando quello stabile significa non rispettare tutto ciò che è stato fatto in passato e rischiare di farlo tornare a luogo di spaccio. Immigrazione? Problema sotto gli occhi di tutti. Ma l’abbandono di certe persone non è la soluzione, per noi si tratta di individuare un punto d’incontro e aiutare l’integrazione. O noi oppure degrado totale. Prima di noi era totalmente abbandonato, c’è stato un lavoro di riqualificazione». Come detto sulla questione la Musacchi lancia diversi spunti: «Niente favoritismi, magari per voi ci può essere un diritto di prelazione per le attività portate avanti. L’assessore Proietti può venirvi incontro magari. Ma il bando va fatto per tutti così come è avvenuto per altri immobili». Nuovo giro anche per Cresta: «L’edificio è pre 1967, è integro (niente danni dal terremoto 2016) e confermo che i ragazzi del Cimarelli non hanno mai incassato denaro dal Comune per le infrastrutture, sia a livello di ordinaria che straordinaria amministrazione. Solo dalla Regione Umbria dieci anni fa per fare la sala prove. Capienza? Non possono starci 1000 persone insieme, chiaramente, per i concerti c’è un tetto di 99».

Musacchi e Rossi, colloquio a parte

Lo ‘scontro’ sulla democrazia

Entrambe le parti cercano di non buttarla su un fatto meramente politico, ma è complicato non toccare quel tasto. Parte la Santini: «Perché – si rivolge a Cresta in primis – non è stata data una risposta alla loro richiesta di proroga? Una cosa per i ragazzi: cosa vi fa paura del bando? Noi non vogliamo che spariate, vi diamo merito e vi fa onore, ma non ci siete solo voi a fare attività del genere. Serve regolarizzare e mi dispiace che sia stato detto che questa non è democrazia. Noi mettiamo tutti sullo stesso piano. Capisco che ogni cambiamento è difficile, le amministrazioni precedenti hanno fatto un po’ ‘pizza e fichi’». Cresta è in affanno in questo caso: «Non so il motivo», replica al consigliere leghista. Zugnoni non si tira indietro dal canto suo: «La democrazia è la partecipazione. Comunicare dall’oggi al domani una decisione del genere non è democratico, tutto qua. Ci è stato detto di uscire entro il 30 giugno senza una consultazione, noi siamo disposti a metterci a tavolino». Si inserisce Gentiletti: «Chi c’era prima non cacciava così, questi ragazzi hanno investito sul territorio a spese proprie. Il bando è un’opportunità, sì, ma un patto di collaborazione si può fare fino a quando non c’è la procedura. Si invertono i ruoli perché è il Comune che dovrebbe chiedere se l’associazione è disposta a continuare. La Lega è ancora una volto sotto scacco e succube del veto che su questa vicenda ha messo Fratelli d’Italia». Paolo Cicchini (Lega) si inalbera nel finale: «Cacciare via – e tira dentro nel discorso l’associazione Namastè – è un termine brutto, mi ha infastidito. Quello è uno spazio pubblico e comune, deve essere affidato». In chiusura arriva la replica di Nannini alla Santini: «Non sono paure le nostre, ma perplessità. Se il bando esiste è perché noi ci siamo occupati della riqualificazione e segnalo che quello accanto è ancora in stato di abbandono». Infine il presidente di giornata, Filipponi, fa notare come la «questione centrale sia che manchi ancora la relazione tecnica per l’avvio del bando, e mancano pochi giorni al 30 giugno».

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