di Giovanni Cardarello
Lunedì 20 maggio è un giorno (forse) decisivo per la storia del Perugia Calcio. È il giorno nel quale tramite una PEC un gruppo di imprenditori ha formulato l’offerta ufficiale per l’acquisto del pacchetto azionario del club.
La composizione della cordata, come riporta la pagina Facebook del programma tv ‘Un Venerdì da Grifoni‘ è un ‘segreto di Pulcinella’. I nomi sono noti, il capo cordata ancor di più, ma per il rispetto dovuto alla nostra fonte, che è diretta, non lo citiamo apertamente. La fase è delicata e ogni spiffero può cambiare le sorti della trattativa.
Alcune certezze però sono note. La prima è che, come accennato, l’offerta è vincolante, ovvero prendere o lasciare. La seconda è che è stato dato un tempo congruo per valutare, tempo che scadeva la sera di lunedì 27 maggio. La terza è che l’attuale presidente del Perugia Calcio, Massimiliano Santopadre, ha chiesto, mercoledì, altre 48 ore di tempo per decidere.
La quarta è che l’accordo con l’Agenzia delle Entrate per stralciare il debito di 6 milioni di euro sommato dal Perugia in epoca Covid, stralcio che costerebbe 1,5 milioni di euro per 19 anni, non è un vantaggio per il club ma solo per il debitore, ovvero il presidente Santopadre. Le società di calcio che ricorrono a questo istituto, infatti, vedono il proprio mercato bloccato per quattro sessioni, quindi il Grifo potrebbe tornare in sede di calciomercato solo nell’estate del 2026.
La quinta è che la cordata che ha formulato l’offerta vincolante di acquisto non ha affatto gradito il rinnovo triennale del contratto dell’allenatore Andrea Formisano, giudicato non adeguato ad un campionato di serie C di alto livello.
Il resto lo deduciamo dalle informazioni raccolte. La cifra offerta è di quelle importanti per una squadra di terza serie, con uno stadio vetusto e con un parco giocatori il cui valore reale è di poco superiore ai 5 milioni di euro. Valore che, peraltro, perdendo Kouan a parametro zero (ha già firmato per un’altra società ) e non riscattando Iannoni, scenderebbe a poco più di 4 milioni.
Non cedere la società di fronte ad un’offerta concreta, fatta da una cordata solida, sarebbe una pietra tombale nei rapporti con tifoseria, amministrazione comunale (sia quella uscente che quelle entrante) e parco fornitori. Il resto è nel campo delle supposizioni, anche se non sono supposizioni difficili da dedurre con una certezza assoluta: la mattina di sabato 1° giugno il Perugia potrebbe avere un nuovo proprietario, stavolta i giochi del ‘vedo e non vedo’ e dei rilanci sono al termine, Santopadre è con le spalle al muro. Prendere o lasciare.