Cessione Ternana, passi a rilento

Nomi, smentite e dubbi, per il momento piste ‘fredde’. Via Aleardi accetta il confronto in commissione, c’è Proietti. Quote sequestrate, Iannotta: «Speriamo si chiuda presto»

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di S.F.

Simone Longarini e Stefano Dominicis, Au e Ad della Ternana, il 22 novembre 2016

Telefonate, incontri, firme, manifestazioni d’interesse e mosse dietro le quinte per cercare di aprire varchi concreti per la cessione. In ‘campo’ ci sono tutti: avvocati, commercialisti, l’istituzione principe cittadina – il Comune – e imprenditori, a caccia di una soluzione da mettere al tavolo di Simone Longarini dopo la prima selezione di Massimo Proietti, il legale che si sta occupando di tutte le vicende di casa rossoverde. Ultima in ordine di tempo la ‘minaccia’ di azioni di tutela – a causa delle dichiarazioni su Ascoli-Ternana, anche il club bianconero è pronto a far partire la battaglia legale – nei confronti di Walter Taccone, amministratore unico dell’Avellino. E intanto da Genova ‘spengono’ le voci sul possibile interessamento di Massimo Ferrero per le quote di via Aleardi, come già accaduto negli scorsi giorni per Piero Camilli ed Edoardo Garrone. Voci e smentite che corrono una dietro l’altra a sei giorni dall’annuncio del 32enne romano.

L’avvocato Massimo Proietti

Proietti in Comune Tutto in mano all’avvocato ternano, né più né meno. E alla fine toccherà a lui – out sia Longarini che Dominicis – accogliere l’appello di Francesco Ferranti, capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale: «Chiedo al presidente della II° commissione consiliare – Francesco Filipponi, ndr – di convocare una seduta urgente per invitare l’attuale proprietà della Ternana in audizione e approfondire i reali intendimenti e al sindaco Di Girolamo di attivarsi affinché le istituzioni possano interloquire ed avvicinare investitori seri». L’amministratore unico di via Aleardi ha affidato a Proietti anche questo compito e giovedì 8, dalle 15, sarà in commissione per fornire ulteriori spiegazioni su quote e stadio, a una settimana dalla scadenza – in realtà il termine per presentare la fidejussione è fissata al 30 giugno – indicata per il passaggio della società.

Massimo Ferrero con Papa Francesco (foto twitter @unavitadacinema)

Ferrero e la Ternana Intanto da Genova, per il momento, frenano sul possibile inserimento nella società di via Aleardi del 65enne imprenditore romano, presidente e proprietario blucerchiato: in atto ci sarebbe un tentativo di coinvolgerlo nello scenario rossoverde, senza tuttavia – al momento – un approfondimento concreto da parte di Ferrero. Già in tempi recenti contattato da Modena per la stessa motivazione e, l’anno scorso, attivo a Latina per una sorta di collaborazione – scambio giocatori – di stampo sportivo e non finanziaria. Nel 2015 ci furono invece contatti per l’acquisizione del Lecce, finiti in un nulla di fatto. Sponda palazzo Spada si cerca di gestire la situazione come si può: «Scenario complicato – le parole dell’assessore Emilio Giacchetti a margine della conferenza sul III° meeting nazionale alle piscine dello stadio -, ma siamo attivi per cercare di capire se si può fare qualcosa in ambito locale». Considerando il periodo, butta male.

Edoardo Longarini, ‘patron’ rossoverde

Bagarre quote: «Chiusura? Speriamo presto» C’è un problema formale di quote, inutile girarci intorno. Costo zero, sì, ma per le azioni libere di Edoardo Longarini e non quelle legate al socio di maggioranza Sviluppo Editoriale s.r.l. ( il ‘patron’ ha in possesso il 51%, sottoposte a sequestro giudiziario per il fallimento della Edizioni Locali s.r.l., dichiarato il 10 novembre 1993). Protagonisti della vicenda – la controparte di Longarini – sono giocoforza l’avvocato Gregorio Iannotta (curatore della procedura) e Costantino Franci, custode giudiziario delle azioni dal 20 aprile 2010. Risultato? Squilla anche il telefono dei loro uffici in questi giorni, perché per passare da una semplice manifestazione d’interesse a una trattativa vera e propria c’è chi vuole informarsi anche – giustamente – su questo aspetto. Ventiquattro anni, due piani di riparto (2002 e 2009) dell’asse fallimentare e attesa per il terzo: «Spero che la questione – spiega il legale di Civita Castellana – si chiuda in tempi brevi, occorre che le cause da me promosse e ora in Cassazione vadano in porto. Se l’eventuale acquirente può agire sulle azioni poste sotto sequestro giudiziario? Ritengo – conclude – di no, quando verranno pagati i creditori si potrà fare tutto». E intanto per l’imprenditore di Tolentino dita incrociate per la risoluzione del ricorso – caso legato alla società Adriatica Costruzioni e il piano di ricostruzione di Ancona, ultima udienza il 24 marzo scorso – contro il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti: un ‘sì’ della Cassazione che può valere quasi 2 miliardi di euro. Per lo Stato non proprio un ‘giochetto’.

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