di S.F.
Dal ‘miracolo’ sportivo, ottenuto da un Fabio Liverani destinato a proseguire la carriera altrove, al tentativo di ottenere quello extracampo, che vale la sopravvivenza in serie B. Non c’è tempo per pace e relax in casa Ternana, entrata nella fase cruciale per cercare di capire se davvero c’è margine per portare fondi nuovi in via Aleardi e dare il cambio – o magari un aiuto, consistente – ai Longarini. Di nuovi contatti e approfondimenti da fare non mancano all’avvocato Massimo Proietti, ancora alle prese con la fase preliminare del lavoro.

Nuovi contatti Nelle ultime ore – sia telefonicamente che de visu – l’avvocato ternano ha avuto modo di ricevere nuove manifestazioni d’interesse con, in particolar modo, un paio di gruppi – inutile dire che la riservatezza è assoluta in questa fase, entrambi sarebbero fuori dal contesto umbro – che spiccano rispetto agli altri. La deadline fissata da via Aleardi, il 15 giugno, si avvicina (il termine per la fidejussione è in realta a fine giugno) e nelle prossime ore per Proietti ci sarà il compito di valutare e risentirsi con le parti coinvolte per poi, eventualmente, mandare tutto a Roma.
GARRONE E CAMILLI SI TIRANO FUORI

Quote, problemi e numeri Per tutti c’è da fare i conti, al momento di vedere i documenti contabili della società, con quel sequestro giudiziario in Sviluppo Editoriale s.r.l. che inevitabilmente fa sorgere qualche interrogativo. Il 51% delle quote di Edoardo Longarini nella società dell’amministratore unico Giuseppe Capaccia sono infatti nelle mani del custode giudiziario Costantino Franci: in via Aleardi ciò non è considerato un problema perché in linea teorica, l’eventuale acquirente, avrebbe la possibilità di accappararsi anche l’altra parte delle quote all’asta (la maggioranza). Discorso contorto e che coinvolgerebbe anche un diritto di prelazione esistente a favore del socio di maggioranza della Ternana: in definitiva, come già spiegato da Proietti, la società rossoverde considera quello delle quote un ‘falso’ problema. Bisogna vedere se i potenziali compratori la penseranno allo stesso modo ed è tutt’altro che scontato.
IL BIENNIO DI SIMONE LONGARINI
Dietrofont lontano Se da un lato appare complicato concludere un’operazione del genere in tempi stretti tra chiamate esplorative, incontri di persona, ‘due diligence’ rapide ed effettiva chiusura della trattativa, dall’altro lo è altrettanto ipotizzare un ripensamento in extremis della famiglia Longarini nel caso non si presenti nessuno di affidabile. Curva nord, est-Viciani, istituzioni, abbonamenti e pubblico: problemi che giocoforza rientrano nei vari ostacoli vagliati dalla proprietà romana, ma non determinanti per il prosieguo dell’avventura a Terni. Che, invece, risiederebbe nell’impossibilità del socio di minoranza della società, Edoardo Longarini, nel mettere a disposizione le medesime garanzie – leggasi coperture perdite – degli anni precedenti a causa di situazioni interne e non legate al rapporto con la città. Iscrizione sì, iscrizione no, un dilemma che rischia di proseguire – al di là della data indicata da Longarini – per tutto giugno, perché un periodo di ‘riserva’ per mettere nero su bianco eventualmente ci sarebbe. Dita incrociate, a Roma e Terni.