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Home » Ciclabile Lungonera, Comune tira dritto

Ciclabile Lungonera, Comune tira dritto

di Simone Francioli
25 Luglio 2019
in Altre notizie
Tempo di lettura: 5 minuti di lettura
Il lungonera Secci, tirato in ballo dai commercianti

Il lungonera Secci, tirato in ballo dai commercianti

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di S.F.

In rosso la nuova soluzione dei commercianti (in nero quella del Comune)

L’ormai famoso attraversamento di ponte Romano e il dislivello che, secondo i tecnici del Comune, in quel punto arriva a toccare quota sei metri. Con queste motivazioni l’amministrazione ha messo un freno alla nuova variante presentata dai commercianti di via Lungonera Savoia per la realizzazione della pista ciclabile in arrivo tra via dell’Argine e via del Cassero: l’obiettivo è noto, salvaguardare i posti auto – la loro versione – per evitare di perdere clienti e farla creare dall’altro lato del fiume. Da palazzo Spada l’input non è stato troppo netto, ma di certo indicativo sulla strada da prendere: «Il percorso dovrebbe rimanere quello stabilità da noi, cercando di venire incontro alle esigenze di tutti», chiude l’assessore alla mobilità Benedetta Salvati.

IL PRIMO CONFRONTO IN COMMISSIONE: «VIA POSTI AUTO? DANNO PER NOI»

Giammari, Fatale, Salvati e Gentiletti

La variante proposta: «C’è già il tracciato»

I commercianti – e anche qualche residente – ‘schierano’ sui banchi della giunta l’architetto Daniela Ricci (che ha anche due attività commerciali proprio nell’area di via Lungonera Savoia in questione) e l’avvocato Enrico Lazzari. Sono loro ad esporre la situazione: «Abbiamo valuto il fatto che la pista potrebbe passare per il lungonera ‘Torquato Secci’ – è accanto alla piazzola per la ricarica delle auto elettriche dopo ponte Garibaldi – perché lì già esiste un percorso, crediamo sia più idoneo rispetto al tracciato di cui abbiamo discusso nella scorsa commissione che coinvolgeva largo Frankl. Ho letto il Pums – specifica la Ricci – e ci deve essere accordo tra le forze economiche del territorio per la pista ciclabile: ribadiamo che la proposta dell’amministrazione crea il problema legato ai parcheggi auto nel lato dove c’è un nucleo maggiore di attività commerciali». Tuttavia il nodo principale resta e l’argomento viene subito tirato in ballo dall’assessore al commercio Stefano Fatale.

IL RAPPORTO AMBIENTALE PRELIMINARE PER IL PUMS TERNI-NARNI

I rappresentanti dei commercianti

Ponte Romano, Giammari ghiaccia: «Dislivello e pericolosità»

Si torna al punto di partenza: «Come si attraversa ponte Romano in questo modo?», la domanda di Fatale, che poi lascia spazio alla Salvati e l’architetto Walter Giammari, ‘dominus’ tecnico di palazzo Spada sul tema: «Avevamo già parlato con i rappresentanti di via Lungonera Savoia. Per quel che ci riguarda la pista ciclabile che abbiamo proposto dà un ulteriore valore aggiunto all’area, pur ritenendo condivisibili le paure che esprimono i commercianti in quanto ai posti auto: vogliamo farla il quanto prima possibile». Chiara, pare non ci sia molto spazio per rimodulazioni. Ad approfondire i guai ci pensa il funzionario: «L’idea di farla solo sul marciapiede è stata scartata perché non ci sono le dimensioni necessarie e in futuro la promiscuità tra pedoni e ciclisti – risponde ad un input del consigliere di Terni Civica Michele Rossi – sarà molto limitata, anche a livello di normativa. L’itinerario è stato scelto anche per un fattore di pendenza poco presente». Ma il vero guaio – sul progetto portato in aula dalla controparte – è il solito: «Le criticità le avevo già sollevate, in particolar modo ponte Romano: non si può passare sull’argine sotto alla struttura e transitare sopra comporta un’elevata pericolosità a causa del notevole traffico veicolare esistente e il grado di pendenza. Il semaforo è troppo a ridosso per farlo lì. Nella parte ex Dicat ci sarebbe spazio per fare una rampa di risalita, a valle invece avremmo la necessità di superare un dislivello di circa sei metri ed è un problema. Sono due punti delicati». Insomma, un carico negativo sul tentativo della controparte. «La nostra proposta invece passa a livello dell’impianto semaforico di via Lungonera Savoia: prevede l’attraversamento in fase ciclica in massima sicurezza con una fase semaforica dedicata. Il tracciato – circa due metri, divisa dalla carreggiata per almeno trenta centimetri – comporta degli aggiustamenti per i parcheggi ed i marciapiedi, cerchiamo di ottenere il massimo e siamo ancora in fase di redazione».

L’area più intasata di via Lungonera Savoia

Di là non mollano. Angeletti: «Gran casino»

Partita in salita per i commercianti. La Ricci è diplomatica: «Chiediamo solo di fare un ragionamento insieme. A livello personale non ho rilevato questo grande dislivello nei pressi di ponte Romano, ma non ho fatto i rilievi. Mi rendo conto della problematica, la questione è che in questo modo si passa dentro la città mentre dall’altro lato ci sarebbe una pista ciclabile senza auto intorno, in lungonera ‘Secci’. Ripeto, non mettiamo in discussione la pista ma il piano si fa con una linea di compromesso tra tutti». Paolo Angeletti (Terni Immagina) come di consueto è lapidario: «Mi pare ci sia un gran casino, non è meglio fare un profilo altimetrico per valutare in modo più approfondito? C’è spazio per la proposta alternativa in quel tratto?». La gara dovrebbe essere avviata a settembre e – in generale – riguarda un tragitto di poco inferiore ai 2 chilometri con partenza da via dell’Argine: fondi europei che scadono – Agenda urbana – che scadono in cinque anni. «L’intervento dovrebbe essere completato – ha aggiunto Giammari – entro l’anno, ma è possibile uno slittamento anche per le prossime annualità». Sull’area c’è chi – extra commissione – fa notare problemi di rumorosità e sporcizia, ma è un altro discorso.

Traffico in via Lungonera Savoia

I pro pista in via Lungonera: comitato Mat, Fiab e lab.biciclario

Tecnicamente la 1° commissione – non c’è la presidente Sara Francescangeli, in campo Alessandro Gentiletti di Senso Civico – è stata convocata per audire i protagonisti in via Lungonera Savoia. Tuttavia viene dato spazio anche all’architetto Pier Francesco Duranti (comitato Mobilità attiva Terni), Renato Minei (lab.biciclario) e Marco Angeletti (Fiab locale, vale a dire la Federazione italiana ambiente e bicicletta), tutti a favore della soluzione indicata da palazzo Spada: «In questa città, quasi tutta in piano, solo il 3% dei residenti e per noi è clamorosamente assurdo. Così come è molto bello che l’amministrazione si apra alla cittadinanza per un vero momento di progettazione partecipata: dobbiamo avere una visione più globale e non solo guardare al proprio ‘spiazzo’ davanti ai negozi, senza svalutare il loro interesse legittimo. Inoltre il percorso originario è dritto e transita vicino alle attività, togliere una fila di parcheggi per consentire la realizzazione non è assurdo perché c’è un’area apposita inutilizzata in corso del Popolo. Lì i cittadini devono mettere i veicoli. Non pensiamo solo ai nostri conti». Angeletti ci ha tenuto a dire che il «commercio va immaginato in forma diversa, il parcheggio davanti ai negozi fa parte di una visione vecchia». Intanto Duranti viene ‘placcato’ – scenetta simpatica – da una signora, evidentemente con idee dissimili, per un breve confronto su ciò che aveva esposto. Segue l’intervento di Minei, vicepresidente della società cooperativa, che segnala il lancio a settembre di ‘Terni social bike cargo’ per il trasporto merci urbano a zero impatto ambientale: «Buon approccio dell’amministrazione per la riformulazione della mobilità urbana». Un altro po’ di confronto e la parola fine di una sorridente Salvati: «Andiamo avanti su questa strada». La loro, ovviamente.

L’area che termina all’ex Dicat

La partecipazione

Come detto il presidente di commissione odierno è stato Gentiletti, il quale mette in risalto la serenità del confronto: «Una commissione molto interessante e partecipata. Molti cittadini hanno potuto esprimere la loro visione: ho ritenuto opportuno dare la parola a tutti coloro che lo hanno richiesto perché credo che sia importante che la città partecipi al suo futuro. Bene proseguire sulla strada della mobilità alternativa, ascoltando tutti i portatori di interesse». Se ne parlerà ancora.

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