di A.T.
I messaggi di chi, ora come non mai, è più fragile e vulnerabile al virus. Trasmettono speranza e fanno sentire vicini anche quando, da mesi ormai, il contatto rimane virtuale o scritto, come nel caso degli anziani della casa di riposo di Collerolletta. L’iniziativa è stata lanciata dalla Comunità di Sant’Egidio e si chiama ‘Posta dedicata a loro’: messaggi inviati dagli ospiti dell’istituto di Collerolletta per tenersi in contatto: «La Comunità di Sant ‘Egidio di Terni da oltre 15 anni ha un rapporto di amicizia, di aiuto reciproco con gli anziani dell’istituto di Collerolletta, fin da quando si chiamava Tiffany – spiega la responsabile della Comunità, la geriatra in pensione Maria Grazia Proietti – abbiamo trascorso 16 Natali insieme dal 2004, abbiamo fatto gite, abbiamo trascorso periodi di vacanza insieme, insomma siamo diventati inseparabili. Poi dal febbraio di quest’anno il virus ci ha separati, non siamo potuti più andarli a trovare, ma non ci siamo lasciati. Mai. Abbiamo sempre avuto loro notizie, dalla caposala Loretta, dalle straordinarie animatrici, da una amica speciale, Mara, che tutti i giorni mi manda un messaggio di buon giorno e di serena notte. Ma non bastava: quando abbiamo compreso che la separazione fisica sarebbe ancora durata ci siamo inventati un servizio ‘postale’». E da quel momento in poi i messaggi non si sono fermati. Uno dopo l’altro, gli anziani dell’Istituto di Collerolletta hanno trovato in questo canale di comunicazione il modo per non sentirsi soli. Eccone alcuni:

A.T.: «Cari amici sento molto la vostra mancanza… di quei sabato pomeriggio, delle vostre parole e del conforto che ci davate… Gli acciacchi ci sono, ho quasi 98 anni, mio marito F. continua a lamentarsi, ma ci vogliamo sempre un bene immenso! Questo tremendo virus ci ha allontanato ma speriamo che passi presto! Vi saluto con affetto».
M.M.: «Cosa dirvi che non mi ricordo di voi ? Che non vi conosco? Che non vi penso? Sarebbe una bugia. Perché mi mancate tanto, mi mancano le persone che hanno sempre dato un consiglio. Eravate sempre presenti, ci rallegravate e avevate sempre una parola dolce per noi. Spero con tutto il cuore di ritornare presto a vederci, a scherzare, a rallegrarci come facevamo prima. Vi abbraccio tutti quanti».
G.C.: «Cari amici, siete persone gradite, ero felice quando venivate a trovarci e mi faceva piacere venire a messa, perché questo ci rendeva ‘attivi’. Io e mio figlio stiamo bene».
R.: «Cari amici R. vi ricorda volentieri e avevo tanto piacere di andare alla messa con voi la domenica. Faccio sempre le passeggiate fuori dal cortile per tenermi in forma… Siete tutti tanto bravi, mi siete tanto mancati in questo periodo critico e spero vivamente di rivedervi quanto prima! Vi aspetto».
C. e G.: «Cari amici, siamo due nuovi arrivati ! Ascoltando le opinioni degli altri ospiti su di voi c’ è venuta voglia di conoscervi, speriamo che avvenga presto!.
G.C.: «Cari amici sto bene, grazie per il complimento della pelle di pesca… vi voglio bene, non vedo l’ora di riabbracciarvi!».
E.Q.: «Mi ricordo tantissimo di voi, in particolare vi dico che ho ancora indosso una bellissima copertina regalata da voi a tombola. Mi auguro di potervi rivedere ancora passare delle belle giornate».
E.C.: «Cari amici mi ha molto commosso la vostra lettera. Il fatto che ricordiate alcune persone nelle loro caratteristiche così minuziosamente e penso che sia per voi un grande dolore. Sapete già da ora che alcuni sono volati in cielo e non rivederli più quando tornerete, nonostante questo ci regalerete, spero, quanto prima, i vostri bei sorrisi».
Vi saluta con affetto tutto il gruppo animazione di RP Collerolletta: Luisa, Cinzia, Anna, Loretta, Annalisa e Monica.

Messaggi che, uno dopo l’altro, spazzano via l’idea di ‘cultura dello scarto’ che tanto teme Papa Francesco, quella secondo cui gli anziani non sono più indispensabili allo sforzo produttivo del paese. «Forse questa non è la notizia del giorno, ma è il messaggio più bello che in questi giorni complicati la nostra Comunità di Sant’Egidio di Terni può mandare alla nostra città: un messaggio di speranza – ha concluso la dottoressa Proietti – noi vogliamo costruire una cultura dell’uomo, vogliamo ancora rendere ragione della speranza che anima ogni vita dall’inizio alla fine».