Commisione rifiuti, accolta con un sit-in

Terni, la Rsu della Provincia organizza un presidio per mercoledì mattina ed ha predisposto un documento nel quale illustra la situazione

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La Commissione bicamerale di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati sarà mercoledì mattina a Terni – poi si sposterà ad Orvieto ed a Perugia – e ad attenderla, quando arriverà in Prefettura, troverà un gruppo di lavoratori della Provincia, che daranno vita ad un presidio e che hanno già predisposto un documento da consegnare ai parlamentari. Eccolo qui di seguito.

di Matteo Stoico
portavoce pro tempore
della Rappresentanza sindacale unitaria
della Provincia di Terni

Premessa

I lavoratori della Provincia di Terni hanno appreso dagli organi di stampa la notizia della visita che codesta Commissione effettuerà in Umbria nelle giornate di mercoledì 24 e giovedì 25 febbraio; particolare attenzione verrà riservata ad alcuni siti presenti nella provincia di Terni quali la discarica di rifiuti speciali pericolosi di proprietà AST, la discarica di RSU “Le Crete”, il S.I.N. Terni-Papigno.

La RSU ritiene pertanto doveroso fornire un contributo di conoscenza al lavoro di codesta Commissione ponendo all’attenzione questo promemoria con il quale vengono illustrati gli effetti negativi della c.d. “riforma” delle Province sulle attività di controllo ambientale da anni svolte da dipendenti di questa amministrazione provinciale, in particolare in materia di gestione rifiuti e bonifiche, sia con personale del Corpo di Polizia Provinciale sia con personale tecnico.

Iter normativo

A seguito dell’entrata in vigore della “legge Delrio”, che, ricordiamo, contempla la tutela ambientale tra le funzioni proprie delle “nuove” Province, la Regione dell’Umbria ha provveduto a disciplinare il riordino delle funzioni con L.R. 10/2015. Nello specifico dei controlli sulla gestione dei rifiuti la L.R. 10/2015 ha inserito tale funzione tra quelle non fondamentali, in contrasto con quanto disciplinato dall’art. 197 del D. Lgs. 152/06 che assegna in toto alla Province tale attività, peraltro pienamente rientrante nelle azioni di “tutela ambientale” di cui alla “legge Delrio”.

Per scelta della Regione Umbria, contestata da questa RSU, non tutto il personale provinciale addetto alle funzioni non fondamentali è stato ricollocato in regione (in violazione della disposizione che prevede che tale personale dovesse “seguire” la funzione); conseguentemente RSU trentasei colleghi delle Province di Terni e Perugia, sia tecnici che amministrativi, sono stati trasferiti in altre realtà lavorative quali ASL, Aziende Ospedaliere, Istituto Zooprofilattico etc..

La Regione dell’Umbria ha inoltre in itinere, dopo vari ripensamenti, la legge regionale con la quale dovrà dare il proprio contributo alla soluzione della problematica inerente alla Polizia Provinciale (94 operatori della Provincia di Perugia e 15 operatori della Provincia di Terni).

Per quanto attiene alle due province umbre, solo la Provincia di Perugia ha provveduto, anche se a macroscala, alla ridefinizione della dotazione organica dell’ente di area vasta. La Provincia di Terni, nonostante i continui appelli di questa RSU, non ha ancora provveduto ad ottemperare all’obbligo di legge e a rispondere alle sollecitazioni di questa Rappresentanza.

Effetti negativi della “riforma” sulle attività di controllo ambientale svolte dalla Provincia di Terni

Ai fini dell’illustrazione degli effetti negativi del processo di “riforma” s.l. sulle attività di controllo ambientale svolte dalla Provincia di Terni occorre precisare che tale attività, in particolare nel campo della gestione rifiuti, è stata sempre effettuata dalla Provincia di Terni con il personale della Polizia Provinciale, dotato di un Nucleo Operativo Speciale dell’Ambiente (NOS), e con proprio personale tecnico . Per l’effettuazione di campionamenti e analisi la Provincia si avvale della collaborazione tecnica di ARPA Umbria.

Occorre inoltre evidenziare che già prima del processo di riforma, l’Amm.ne Prov.le aveva provveduto a una riduzione degli organici in carico agli uffici preposti alle materie attinenti alla gestione rifiuti risultati poi sottodimensionati. Cosa che ha comportato, tra l’altro, l’impossibilità di effettuare i dovuti accertamenti tecnici sulla capacità residua della discarica RSU di Le Crete a partire dal 2013.

A seguito del passaggio delle funzioni non fondamentali alle regioni, su quindici colleghi non assorbiti in regione ben nove risultano essere tecnici addetti anche a verifiche e controlli ambientali (in Provincia di Perugia su 21 colleghi non allocati in Regione solo 6 risultano essere tecnici) le cui professionalità e specializzazioni non risultano funzionali ai nuovi incarichi.

A solo titolo di esempio la collega avvocato esperta in materia ambientale e relativo contenzioso è stata trasferita all’azienda ospedaliera di Terni, così come i due colleghi (su 3) addetti al controllo delle cave (ispettori minerari) e una collega esperta in emissioni in atmosfera. Azzerate completamente le attività tecniche in materia ittico-venatoria con il personale trasferito alla ASL. Incomprensibile risulta inoltre il trasferimento in Regione della collega (idem per gli addetti della Provincia di Perugia) con esperienza pluriennale sulla gestione dei rifiuti in procedura semplificata,
in quanto tale materia rientra tra le funzioni proprie delle Province.

A tal proposito si sottolinea che le Province, ai sensi dell’art. 197, devono riservare particolare attività di controllo proprio a queste gestioni (non tutte sottoposte ad autorizzazione unica ambientale). Paradossale la situazione creata dalle decisioni operate dalla Regione dell’Umbria e dalla Provincia di Terni in merito al nuovo assetto del Corpo di Polizia Provinciale.

Nonostante la forte opposizione di questa RSU l’Amministrazione ternana ha provveduto a iscrivere tutto il personale nel portale della mobilità in mancanza della doverosa ricognizione sulla dotazione organica necessaria allo
svolgimento delle funzioni proprie e di quelle da svolgere per conto dei Comuni, in assenza dell’atto normativo regionale e in attesa della definizione dell’offerta dei posti disponibili da parte dei Comuni.

Le nostre rimostranze non hanno sortito effetto e l’Amministrazione, la scorsa settimana, ha chiamato i colleghi del Corpo di Polizia Provinciale all’aggiornamento dei dati inseriti nel portale, ad effettuare la scelta in merito al cambio/conservazione del profilo professionale, e alla dichiarazione di disponibilità al trasferimento nelle polizie municipali dei Comuni (8 posti in provincia di Terni), facendo leva, con metodo meritevole di censura, sulla preoccupazione dei colleghi per l’incertezza del futuro lavorativo.

Da informazioni ottenute nei pochi tavoli di confronto, il numero di operatori di Polizia che dovrebbero rimanere in carico alla nuova Provincia di Terni non dovrebbe superare le cinque unità. Pur non avendo a disposizione i dati contabili – più volte richiesti e mai ottenuti – sul risparmio derivante dai trasferimenti dei colleghi addetti alle funzioni non fondamentali – questa RSU ritiene che comunque, per poter svolgere appieno le funzioni della “nuova” Provincia, fosseroanche “solo” quelle sul controllo della gestione dei rifiuti ex art. 197, sia necessario tenere in
carico l’intera forza lavoro del Corpo di Polizia Provinciale.

Purtroppo questa RSU ha constatato che il criterio ispiratore della riorganizzazione messa in atto dalla Provincia, costantemente senza confronto, risponde solo a criteri ragionieristici di risparmio della spesa del personale.

Ma alla luce di quanto sopra esposto, verificato lo smantellamento dei presidi di controllo ambientale, la perdita di professionalità e di esperienze, di conoscenze del territorio e degli operatori, di attività capillare e costante di controllo, ci poniamo e Vi poniamo il seguente conclusivo interrogativo.

Cui prodest?

Ringraziamo per l’attenzione dedicata a queste considerazioni rimanendo doverosamente a disposizione della Commissione.

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