di M.T.

Qualcuno – tipo la consigliera comunale del PD Valeria Masiello – aveva parlato di «Conti a caso. Ci sono le buste paga» – quando a gennaio umbriaOn aveva titolato ‘Gettoni’ in Comune: problema irrisolto – Due anni di ‘ammuina’ e si spendono, più o meno, gli stessi mille euro al giorno del 2015, un articolo nel quale si commentava una determina dirigenziale del Comune di Terni che stabiliva di destinare «la somma complessiva di 27.375 euro per l’erogazione, riferita al mese di gennaio 2017, dell’indennità di presenza ai consiglieri comunali per le sedute del consiglio e delle commissioni». Mille euro al giorno, insomma.

La ‘sollevazione’ In quell’articolo – si in quello dei «Conti a caso» – si era anche fatta una, breve, ricostruzione della storia degli ultimi due anni: da quando, a marzo 2015, in consiglio comunale era iniziata una una stucchevole bagarre, che si è protratta per mesi e che prendeva lo spunto proprio dal fatto che – avevano contestato alcuni eletti – il consiglio comunale costava mille euro al giorno.
Costi sempre alti Ma a novembre del 2015, la situazione non era migliorata proprio per niente: il totale delle spettanze maturate aveva raggiunto quota 26.813,74 euro. Poco meno, insomma, di quanto il consiglio costava prima che si facessero tante chiacchiere.
I DOCUMENTI UFFICIALI DELLA SEGRETERIA
Il ‘tetto’ Passato ancora un po’ di tempo, si era intanto arrivati ad aprile del 2016, si disse che una soluzione poteva essere quella di imporre un ‘tetto’ alla somma che i consiglieri potevano percepire sotto forma di gettoni di presenza: si ipotizzò che un singolo consigliere potesse incassare, al massimo, 911,10 euro al mese (che corrisponde a 10 sedute di consiglio o commissione) invece di 1366,55 euro (15 sedute).
I commenti Walter Patalocco, nel suo corsivo di quei giorni su umbriaOn, era stato, come sempre, chiaro: «Gli sprechi – aveva scritto – sono inconcepibili. Per il resto, per diminuire il costo unitario c’è un’alternativa alla contrazione della “paga”: va aumentata la produzione. Ecco quel che ci vorrebbe: che le riunioni fossero serie, che non si perdesse tempo in ridicolaggini, o in atti clamorosi finalizzati ad accontentare la pancia dei cittadini e non la loro intelligenza».
Nessun risparmio Solo che a luglio 2016 – la situazione non aveva accennato a migliorare: una determinazione del dirigente comunale numero 2180 del 5 luglio faceva sapere che il Comune di Terni aveva deciso «di impegnare la somma complessiva di 168.546 euro per l’erogazione, relativa al periodo luglio/dicembre 2016, dell’indennità di presenza ai consiglieri comunali per le sedute del consiglio comunale e commissioni consiliari, nonché dell’indennità di carica spettante al presidente del consiglio». Che divisi per sei mesi, faceva – tenendo conto del fatto che nel mese di agosto l’attività di consiglio e commissioni sarebbe stata notevolmente ridotta – circa 30 mila euro. Insomma, sempre quei mille euro al giorno dai quali, un anno e mezzo prima, il dibattito aveva preso il via.
Due anni Oggi – due anni dopo l’inizio di quella che abbiamo definito ‘ammuina’ – il Comune, con l’ennesima determina dirigenziale, impegna «per i mesi di febbraio/marzo 2017, nelle more dell’approvazione del Bilancio di previsione 2017, la somma complessiva di € 54.756,84». Che – divisi per i 48 giorni ‘lavorativi’ di gennaio e febbraio – fanno 1.140 euro al giorno, 35 per ogni consigliere.
Le buste paga Insomma, la faccenda – anche in presenza di un bilancio ‘lacrime e sangue’ – non si schioda: certo, va detto che poi tra i consiglieri comunali c’è chi ‘incassa’ di più e chi meno (questo, per esempio, è l’ultimo prospetto disponibile sul sito del Comune e si riferisce al mese di novembre 2016) – le presenza in commissione, oltre a quelle in consiglio, fanno la differenza e visto che la consigliera Valeria Masiello, va ricordato, aveva parlato di «Conti a caso. Ci sono le buste paga»; farle vedere, queste buste paga – da parte di tutti i consiglieri comunali – non sarebbe una brutta cosa.