Comune di Terni, l’Atc vuole sei milioni

Nuova tegola su palazzo Spada: a chiederli è il liquidatore. Melasecche (IlT): «Ennesima prova che la situazione finanziaria è ben diversa da quella descritta»

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La lettera è cortese – comincia con «buongiorno», perché tra persone educate si fa così – ma il contenuto somiglia ad un calcio negli zebedei. E pure forte.

Sei milioni Perché la lettera è stata recapitata al Comune di Terni, ovviamente si chiude con un altrettanto cortese «si porgono distinti saluti», ma nel mezzo contiene la richiesta di quasi sei milioni di euro, che fanno ‘scopa’ con i cinque richiesti dal liquidatore di Umbria servizi innovativi (Usi).

L'aviosuperficie

L’aviosuperficie

Il liquidatore Anche in questo caso, infatti, a bussare alle porte di palazzo Spada è un liquidatore – Alessio Sgrigna – che deve chiudere le partite di Atc Servizi e Atc Parcheggi, passati sotto la gestione di Terni Reti. E per chiuderle, il liquidatore, che aveva già fatto presente ad aprile che c’era qualche ‘sospeso’ da definire, ha presentato il conto dettagliato.

I soldi Alessio Sgrigna chiede al Comune «il pagamento di quanto spettante alle società scriventi, come di seguito meglio specificato. Atc Servizi, Aviosuperficie ‘Alvaro Leonardi’, un milione 721 mila e 467 euro; Atc Parcheggi, Parcheggio interrato ‘Rinascita-San Francesco’, 4 milioni 186 mila e 617 euro; parcheggi di superficie, 22 mila e 634 euro». Il totale fa 5 milioni e 930 mila euro.

Terni Reti Il liquidatore indica le modalità di pagamento – «entro la data di riconsegna dei servizi» – e chiarisce che «sulla base del parere del legale, potrebbe essere utilizzata la formula della ‘delegazione cumulativa’, che consente al Comune di delegare Terni Reti al pagamento di quanto dovuto».

L’accusa Secondo Enrico Melasecche (I love Terni) «questa è l’ennesima prova che la situazione finanziaria del Comune è ben diversa rispetto agli ‘equilibri di bilancio ‘che vorrebbero approvare (il consiglio comunale si riunisce lunedì pomeriggio; ndr). Tutto si basa su una dichiarazione della dirigente Elena Contessa, e che a mio avviso non è corrispondente alla reale situazione, che definisce congrua la cifra di un milione accantonata nel ‘fondo rischio’ quando solo le richieste dei due liquidatori è pari ad 11 milioni, oltre al debito che risulta dalla liquidazione del Consorzio aree industriali: circa 9 milioni da dividere fra i quattro partecipanti».

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