Comune di Terni: «Servizi alla deriva»

Il segretario della Uil, Gino Venturi denuncia la «mancata riscossione delle tariffe per l’utilizzo delle mense e delle rette degli asili»

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di Gino Venturi
Segretario generale della Uil di Terni

Gli amministratori del Comune di Terni continuano a trastullarsi parlando di estemporanei modelli organizzativi mentre nessuno mette mani a riorganizzare seriamente i servizi che vanno invece sempre più alla deriva e per cui i cittadini pagano tuttavia tasse e tariffe.

Tra le tante disfunzioni segnaliamo ora quella relativa al pagamento delle tariffe per l’utilizzo delle mense scolastiche.

La riscossione delle tariffe per l’utilizzo delle mense e delle rette degli asili negli anni passati avveniva tramite un programma usato da tanto tempo dal Comune, mentre la spedizione alle famiglie dei bollettini di pagamento avveniva tramite Poste Italiane, ad un costo di circa 24.000 euro all’anno. Lo scorso settembre improvvisamente il Comune ha cessato il contratto con Poste Italiane pur non avendo pronte soluzioni alternative. Sino ad oggi non le ha ancora trovate ed è stato pertanto ora costretto a riattivare un nuovo contratto con Poste Italiane.

Nel frattempo da settembre ad oggi non sono stati inviati i bollettini e i genitori non hanno potuto effettuare i pagamenti. A causa di questa disfunzione il Comune non ha incassato circa 200.000 euro al mese, da settembre 2015 a gennaio 2016: potrebbero aggirarsi sugli 800.000 euro.

La quota piena per la refezione è di 77 euro mensili a fruitore, mentre la retta mensile per gli asili nido, sempre nel valore maggiore, è di 360 euro. Complessivamente per le mense e gli asili nido il Comune di Terni incassa dai genitori intorno al 1.800.000 euro all’anno. Un introito per il Comune di Terni inferiore solo a quello delle multe al codice della strada e agli ingressi alla Cascata delle Marmore.

Auspichiamo che i bollettini siano ora inviati, non costringendo le famiglie, per i mesi arretrati, a pagarli tutti in una volta.

Il Comune dunque non ha incassato i soldi per un servizio già prestato, mentre a sua volta ha sostenuto invece le spese, o almeno dovrebbe averle pagate. La situazione invece è anche peggiore: infatti è noto che il Comune, per difficoltà economiche, paga i fornitori in ritardo dovendo poi sostenere anche il pagamento di interessi e more.

Quindi il Comune non ha introitato quanto è tenuto ad introitare, ma paradossalmente non paga in tempo i fornitori perché non ha i soldi. Ne deriva un maggiore costo per interessi e more che in linea generale ricade sui cittadini.

Tutto ciò non sembra essere un esempio di buona amministrazione. Questi sono gli sprechi da eliminare, invece di pensare subito, come fa il Comune, a tagliare sui servizi diminuendone la qualità, come ad esempio avverrebbe togliendo il cotto e mangiato dalle mense scolastiche ternane.

L’inconcludente Assessorato alla demagogia ci ha parlato in continuazione della necessità di premiare i meritevoli.

Bene, ora ci aspettiamo coerentemente che i responsabili di quello che è accaduto per i bollettini scolastici siano individuati e anche se si trattasse di assessori e dirigenti, siano adeguatamente ‘puniti’. Vogliamo sia affermato il principio che non possono essere sempre penalizzati i cittadini per errori fatti da politici e dirigenti.

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