Congresso Pd: «Ha perso il partito»

L’attacco di alcuni esponenti del partito: «Ci restituisce una situazione drammatica. Una delle pagine più brutte»

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di Silvia Tiberni (Narni), Paolo Polinori (Perugia), Benedetta Baiocco (Montecastrilli), Maria Laura Sebastianelli (Castiglione del Lago), Claudio Quaglia (Peruga), Emanuela Vici (Foligno), Pietro Lambrenghi (Norcia), Andrea Cernicchi (Perugia), Italo Federici (Terni), Luciano Recchioni (Gualdo Tadino), Andrea Schoen (Foligno), Vincenzo Scorza (Perugia), Ivana Bouché (San Gemini), Giacomo Bonini Baldini (Bevagna), Nicola Mariuccini (Perugia), Mauro Rovinati (Cannara), Marko Hromis (Perugia), Ubaldo Casoli (Gubbo), Donatello Tinti (Nocera Umbra), Marcello Moretti (Perugia) e Daniele Benedetti (Spoleto)

Le notizie dei risultati congressuali che ci giungono dai territori ci restituiscono una situazione drammatica del PD regionale, che avevamo ampiamente denunciato e che abbiamo cercato in ogni modo di scongiurare che giungesse a questo triste epilogo.

Circa la metà dei pochi aventi diritto al voto (6108) non sono andati a votare. Interi circoli, anche molto importanti, non hanno partecipato al congresso. Dopo che con pervicace ostinazione non si sono voluti far votare i ‘nuovi’ iscritti 2020, è un insulto all’intelligenza (anzitutto di chi argomenta così) fare riferimento agli iscritti 2020 (come li hanno conteggiati? Dove sono i dati ufficiali, visto che il tesseramento si chiuderà proprio oggi?). Si continua con la mistificazione, ma la realtà è che decisamente meno della metà degli aventi diritto al voto avrebbero votato il candidato unico regionale, perché alcune centinaia di persone sono andate a votare scheda bianca.

Con dati provenienti da alcune città molto negativi, a cominciare dal capoluogo, Perugia, dove il risultato si aggirerebbe intorno al 30%, come anche ad Assisi e a Foligno. In alcuni comuni del Lago i risultati del candidato unico si attestano tra il 25% e il 35%. A Narni il 9%, a Gualdo Tadino l’1,95%, Cannara zero votanti. Nel ternano il candidato alla segreteria provinciale prenderebbe addirittura più voti del candidato regionale.

Non eravamo impazziti nel sottolineare questa gravissima situazione, ed è puntualmente arrivato un segnale inequivocabile della sofferenza del partito umbro, i cui iscritti, giustamente, non hanno capito le continue forzature ed evidentemente non hanno voluto prestarsi a partecipare ad un mero votificio. È una responsabilità che il nuovo segretario regionale condivide con l’ampio gruppo dirigente, regionale e nazionale, che l’ha sostenuto. E devono essersene accorti se adesso, a congresso finito, annunciano di voler parlare di contenuti e di proposte organizzative, a certificazione del vuoto assoluto che ha contraddistinto questo congresso farsa.

Abbiamo assistito ad una delle più brutte pagine del partito umbro: non ha vinto nessuno, ma ha perso il PD. Un risultato che ci delegittima – tutti – nella società umbra, facendo perdere al PD la necessaria autorevolezza che serve per contrastare le destre che governano la Regione e molte delle città più importanti. Malgrado ciò, ci faremo carico, e siamo già al lavoro in tal senso, per promuovere un’ampia fase di partecipazione e di apertura alla società umbra.

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