Contratto medici: la trattativa in Umbria tra continuità assistenziale e parte economica

Cristina Cenci (CIMO-Fesmed): «Riconosciute le legittime richieste avanzate»

Condividi questo articolo su

di Giovanni Cardarello

Lo scorso 23 gennaio è stato firmato il contratto collettivo nazionale di medici, veterinari e dirigenti sanitari per il triennio 2019-2021. Una firma attesa da tanti, troppi, mesi e che ha come effetto immediato l’arrivo di aumenti retributivi pari, in media, a circa 150 euro lordi al mese più circa 10.800 euro, sempre lordi, di arretrati.

Una volta firmato, per avere pienamente effetto, il contratto deve però compiere un ulteriore passaggio, quello della declinazione a livello locale del quadro normativo e di quello economico. Un fattore decisivo per la vita professionale dei medici e per il funzionamento della sanità pubblica. E a tal proposito assume grande rilievo la presa di posizione pubblica della Federazione Cimo-Fesmed che, con i suoi 17 mila iscritti, rappresenta una delle sigle principali al tavolo di contrattazione.

La presa di posizione arriva attraverso una nota di stampa e un video comparso sulla pagina Facebook della struttura dell’Umbria. Vediamola nel dettaglio. «Dopo la firma del contratto – spiega Cristina Cenci, presidente regionale di Cimo-Fesmed – siamo chiamati a declinare, con la parte pubblica, tutte le materie importanti per la vita del medico. Anche in termini di remunerazione e in termini di lavoro». Due i nodi centrali da affrontare: la continuità assistenziale notturna e festiva negli ospedali della regione, particolarmente critica nelle due Usl, e la parte economica. Continuità assistenziale che interessa in particolare la vita dei pazienti all’interno degli ospedali, ma anche il lavoro dei medici che vengono chiamati a turni massacranti.

«L’incontro che si è svolto con i vertici regionali – spiega Cenci – a iniziare dall’assessore alla sanità, va nella giusta direzione, al punto da immaginare per i primi di maggio la sigla di un primo pacchetto di norme». La presidente del Cimo-Fesmed dell’Umbria sottolinea anche che «il contratto 2019-2021 ha profondamente innovato l’argomento guardie e reperibilità, tanto che nell’allegato 1 è stato declinato che va discusso e deciso, insieme alla Regione, quanti posti letto un medico dovrà guardare quando è di guardia interdivisionale o nei festivi».

Il nuovo contratto, inoltre, ha deciso che in quei reparti con posti letto subintensivi è fondamentale che la guardia sia disciplinare, divisionale e specifica. «L’apertura da parte di Regione Umbria – sottolinea Cristina Cenci – metterà pace nell’organizzazione delle guardie nelle Usl Umbria 1 e Umbria 2 che purtroppo non hanno un piano per garantire le emergenze (le pronte e le guardie) dal 2013, anno in cui si unificarono le aziende Usl precedenti».

Importante, ovviamente, anche la questione economica dove, secondo la presidente del Cimo, dopo gli incontri del 18-22 e 23 aprile è ipotizzabile arrivare alla firma su un pacchetto di 5-6 argomenti caratterizzanti. A livello economico gli argomenti cardine dovrebbero essere quelli relativi a indennità di pronto soccorso, alle risorse per l’indennità aggiuntiva, ai fondi INAIL, ai fondi comma 435 e 435 bis che di fatto recuperano la RIA e in maniera generale alla gestione dei fondi.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli