Coronavirus, parla il ternano: «Io sereno»

Il suo è uno dei due casi confermati dall’Iss: «Neanche due giorni di febbre. Sto bene e non c’è motivo di allarmarsi. Io scrupoloso»

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Con una nota diffusa nella serata di sabato, la Direzione regionale sanità dell’Umbria ha reso noto che l’Istituto superiore di sanità ha confermato la positività di entrambi i casi sospetti di Coronavirus analizzati dal laboratorio di riferimento regionale. Pertanto ora c’è l’ufficialità dei primi due casi umbri di Covid-19.

Chi sono

Si tratta di due persone – un 31enne residente nel territorio comunale di Montecastrilli (Terni) ed un agente di commercio di 52 anni di Foligno (Perugia) – che si trovavano già in isolamento. Nei giorni scorsi diverse erano state le situazioni sospette, analizzate dalle strutture sanitarie del territorio regionale. In nessun caso però l’esito era stato positivo. L’Umbria era rimasta fra le poche regioni del centro-nord dove non si erano ancora registrati casi di Coronavirus: una ‘novità’, non piacevole certo, ma in qualche modo attesa.

Parla il giovane di Montecastrilli

«Come sto? Sinceramente bene. Voglio rassicurare tutti perché ciò che ho avuto io è stata una febbre di due giorni. Stop. E anche la persona che me l’avrebbe trasmessa, non ha avuto conseguenze ed è, anzi, asintomatica». A parlare – interpellato da umbriaOn – è il 31enne di Montecastrilli, ufficialmente affetto da Coronavirus: «Ho lavorato a Roma fino al 21 febbraio scorso. A contatto, per la natura del mio lavoro, anche con seicento persone diverse, fra cui il collega che mi avrebbe contagiato ed è in quarantena. Dopo il 21 febbraio sono andato a casa, lunedì 24 non ho lavorato che ero in ferie. La sera stessa è comparsa la febbre, che se n’è andata mercoledì (26 febbraio, ndR) mattina. Ma io ero già a casa, consapevole, ancor più dopo aver chiamato il numero verde, del rischio. Credo di aver agito in maniera scrupolosa, isolandomi spontaneamente da tutto e tutti. In questi giorni – prosegue il giovane – ne ho sentite e lette di tutti i colori e forse la notizia della positività al primo esame poteva essere evitata, magari dando solo la conferma del controesame per non creare ulteriori apprensioni di cui davvero non si sente il bisogno in questa fase. Ciò che mi sento di dire è che tutti dobbiamo stare un po’ più tranquilli. Io sto bene, i miei familiari pure e non sono stati sottoposti, al momento, ad accertamenti. Non vedo l’ora, sinceramente, di stare meglio e di poter dire di aver superato anche questa».

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«Due casi d’importazione»

La direzione regionale alla sanità aveva specificato che i due casi erano di importazione, «non riconducibili dunque a focolai locali». Nei giorni scorsi uno dei due pazienti (il folignate, ndR) si è recato in Emilia Romagna (a Carpi, in provincia di Modena, ndR) mentre l’altro (il residente a Montecastrilli, ndR) è venuto in contatto a Roma con un residente del comune di Castiglione D’Adda (Lodi). La direzione precisa che «i due pazienti hanno seguito pedissequamente tutte le indicazioni stabilite dal ministero della salute e hanno immediatamente contattato, al manifestarsi dei primi sintomi, il medico di famiglia e il responsabile di dipartimento di prevenzione territoriale. Per entrambi, in isolamento fiduciario presso le loro abitazioni, dai sanitari è stata attivata la procedura e sono stati effettuati i tamponi a domicilio che sono risultati positivi. Si è in attesa della conferma da parte dell’istituto superiore di sanità». Conferma arrivata sabato sera.

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Montecastrilli

Il 31enne di Montecastrilli – entrato in contatto a Roma, per ragioni di lavoro, con un uomo di Castiglione d’Adda – ha accusato sintomi febbrili, successivamente scomparsi, e dopo il rientro nella sua abitazione si è posto in isolamento domiciliare volontario. Misura poi diventata ‘coattiva’: una formalità visto che il giovane si era già ‘auto isolato’. Il primo tampone nasale aveva dato ‘tracce non sicure di positività’ ma il secondo ha confermato la patologia. In corso di valutazione i contatti avuti dal 31enne con i familiari più stretti, per i successivi accertamenti epidemiologici e sanitari.

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Le condizioni e l’indagine epidemiologica

«Le condizioni di salute dei pazienti – prosegue la nota della direzione regionale alla sanità – è sotto controllo e, allo stato attuale, non destano particolare preoccupazione. Sono in atto tutte le procedure utili a garantire la sicurezza dei familiari e della comunità. Si sta prontamente ricostruendo, con la collaborazione dei diretti interessati, la rete delle persone con cui sono venuti a contatto i due soggetti prima dell’isolamento volontario messo in atto già da qualche giorno».

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Le strutture per l’emergenza

Intanto – come anticipato nella conferenza stampa della presidente Donatella Tesei – la Regione Umbria si sta muovendo per individuare strutture temporanee ai fini della quarantena. Al momento ne sono state selezionate 33: alcune saranno utilizzabili sin da subito, altre verranno adattate. Arrivati, infine, i container nei principali ospedali regionali.

Riunione in prefettura a Terni

Nel tardo pomeriggio si è svolta la nuova riunione del tavolo permanente istituto in prefettura. Focus sul caso nel ternano: «È emerso che le condizioni di salute del paziente – al momento in stato di isolamento – sono buone e, allo stato attuale, non destano particolare preoccupazione. Le strutture sanitarie preposte hanno, sin da subito, provveduto ad attivare i protocolli stabiliti per i casi sospetti e, per l’occasione, sono state avviate le procedure utili e necessarie a risalire alle persone con le quali il paziente è venuto a più stretto contatto negli ultimi giorni. Sono state, altresì, messe in atto tutte le misure utili a garantire la sicurezza dei familiari e della collettività. La Prefettura continua – termina la nota – a monitorare la situazione con la massima attenzione.

Le mascherine

Sabato si è svolta poi la teleconferenza tra i presidenti di Regione, il premier Giuseppe Conte e il consiglio dei ministri: focus in particolar modo su carceri, mascherine e provvedimenti economici. «Tra i temi affrontati, si è focalizzata l’attenzione – viene sottolineato – ancora una volta sui dispositivi di protezione individuale, in particolar modo le mascherine. La Regione Umbria, proprio in merito a questa problematica, da un lato si è già attivata per procurare un numero di dispositivi che risponda al fabbisogno umbro, e dall’altro ha richiesto fondi e regole in deroga per approvvigionamento del materiale utile alla Protezione civile e alla sanità, nonché per il rafforzamento del personale sanitario. Ho inoltre nuovamente – le parole della Tesei – sollevato con forza la problematica delle ricadute economiche derivanti dal coronavirus. Non si può pensare a misure e provvedimenti a favore delle sole zone e regioni colpite dai focolai. La ricaduta d’immagine e le ripercussioni negative, come stiamo vedendo nel nostro territorio, riguardano l’intero Paese. La Regione ha già iniziato a mettere in campo politiche straordinarie, ma il governo nazionale deve essere presente e fare la sua parte». Altro tema discusso è quello della «necessità di una linea unica nazionale per quel che concerne la protezione carceraria che tuteli a tutto tondo detenuti, personale e visitatori».

Scendono le chiamate

Intanto la Regione – nella figura dell’assessore Coletto – informa che «sono passate da una media di 350 al giorno della scorsa settimana, alle 200 di oggi le telefonate ricevute dagli operatori che rispondono al ‘Nus’ (Numero Umbria sanità 800636363, a disposizione dei cittadini per chiarimenti sulla diffusione e prevenzione dell’infezione da coranavirus. Lo scorso fine settimana, dopo la notizia dei focolai in alcune regioni italiane al numero verde regionale sono arrivate moltissime chiamate di cittadini fortemente preoccupati. Da venerdì la situazione si sta normalizzando e gli operatori, dalle 5 postazioni attive dalle 8 del mattino alle 20, nella giornata di oggi hanno ricevuto 200 chiamate da persone che chiedono informazioni sui due casi registrati in Umbria e se ci sono nuove ordinanze che modificano le disposizioni precedenti; gli operatori – continua Coletto – stanno rassicurando i cittadini che non c’è alcun focolaio del coronavirus in Umbria e che, al momento, non cambia nulla rispetto alle misure già adottate. I due casi che si sono verificati sono di importazione e in questo momento non ci sono nuove situazioni all’attenzione dei medici delle strutture sanitarie umbre; siamo in attesa della valutazione clinica dell’Istituto Superiore di Sanità sui campioni positivi dei due pazienti umbri. La task force regionale monitora il territorio 24 ore al giorno per garantire la salute ai cittadini, ma anche per favorire una vita sociale e produttiva che scorra sui binari della normalità».

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