Coronavirus, case di riposo in allerta

Terni: le contromisure adottate da alcune strutture del territorio. «Siamo abituati a prevenire anche una ‘normale’ influenza»

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di Alice Tombesi

La psicosi da Coronavirus si è diffusa in tutta la penisola e l’Umbria non fa eccezione. La nostra regione, per ora risparmiata da casi di contagio – ha mosso i primi passi per la prevenzione con l’ordinanza emessa dalla presidente Tesei e per la prima volta è stata menzionata anche la tutela delle case residenziali per gli anziani.

Le misure

«Rispetto alle normali norme igieniche che adottiamo per la casa di riposo, facendo utilizzare mascherine, guanti e gel ai parenti degli ospiti e al personale della struttura in presenza di sintomi influenzali, di fronte al Coronavirus c’è allerta maggiore e abbiamo installato dei dispenser di gel all’entrata» spiega la dottoressa Nicoletta Antonini, direttrice sanitaria della residenza protetta ‘Casa Vera’ di Narni Scalo che già prima dell’ordinanza si era mossa per prevenire la situazione. Stesso discorso per ‘Valle Serena’, un’altra residenza di Terni che aveva applicato specifiche norme igieniche seguendo le direttive della Usl e, come spiega il direttore sanitario della struttura, il dottor Mario Fabrizio Gallini: «Abbiamo disinfettanti chimici in tutti i bagni degli anziani e di coloro che vengono a trovarli, abbiamo il controllo degli accessi e sappiamo che le persone che vengono in visita sono sempre le stesse, un gruppo circoscritto».

Limitazione visite

Il problema per le case di cura ai tempi del Covid-19 non è tanto la possibilità di trasmettere il virus – gli anziani sono soggetti deboli che vanno protetti anche da una comune sindrome influenzale che gira nei periodi invernali – quanto quella che il virus venga trasmesso per le troppe visite dei parenti: «Abbiamo cominciato già da lunedì con la limitazione delle visite soprattutto in caso di sindromi influenzali o di contatto con le persone che ce l’hanno. Dopo la direttiva dalla Regione, abbiamo ridotto l’orario di accesso alle visite richiedendo di lavarsi le mani con la soluzione alcolica che abbiamo posto all’entrata» avverte il dottor Luca Pelini, direttore sanitario della residenza protetta ‘Salus’ di Collerolletta e lo segue anche la Antonini affermando: «Credo che i mass media dovrebbero sensibilizzare i parenti dei pazienti ricoverati nei quali una semplice influenza potrebbe essere fatale. Bisogna ridurre le visite perché ogni volta che entrano portano nuovi germi». Le visite sono gesti di affetto per non far dimenticare i propri cari della loro presenza nonostante siano lontani, ma in questo momento potrebbero metterli a rischio. È il periodo del Coronavirus ma è l’era del digitale: quale miglior momento per sfruttare la videochiamata?

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