«La curva epidemica in Umbria si trova in una fase di tendenziale stabilità che mantiene una numerosità di casi ancora alta, superiore ai 200 al giorno. Come indice RT sulle due settimane precedenti, siamo intorno allo 0,96, coerente con il dato italiano. L’andamento dell’epidemia, secondo il modello che proviamo a costruire con l’incidenza, conferma una sostanziale discesa. C’è certamente una crescita dei guariti rispetto ai nuovi positivi che fa diminuire il numero degli ‘attuali’. Le due aziende sanitarie, Usl1 e Usl2, hanno avuto una velocità diversa in questo inizio del 2021, poi si sono ricongiunte invertendo la tendenza nelle ultime settimane. La conferma è anche nel dato provinciale: in quella di Perugia c’è una costante diminuzione, mentre in provincia di Terni osserviamo un aumento che continua a preoccupare. Interessante è vedere dove si distribuiscono i casi e dove restano dei problemi: l’area dell’Alto Tevere, che continua ad avere un’incidenza consistente al pari dell’Assisano, Terni che si sta ‘accendendo’, l’area dell’Orvietano che presenta elementi di preoccupazione come altri distretti della Usl Umbria 2. Circa le classi di età, le fasce 0-2 e 3-5 anni nell’ultima settimana hanno mostrato un incremento e presentano un’incidenza superiore ai 200 casi ogni 100 mila residenti. Per il resto c’è una sostanziale coerenza, con riduzione o stabilità. I ricoveri sono ad un livello piuttosto alto e non scendono: permane un numero impegnativo per il nostro sistema. Circa i decessi, poi, si mantiene un livello di apparente stabilità con oscillazioni fra i 5 ed i 10 casi giornalieri. Un’incidenza pari a 200 per l’Umbria significa accettare 250 casi circa al giorno, con un possibile incremento della curva e conseguenti ricoveri e decessi che avvengono alcuni giorni dopo il contagio. Per questo è ampiamente giustificata la permanenza di misure». Così Carla Bietta del nucleo epidemiologico della Regione Umbria, nel fare il consueto punto, giovedì mattina, sull’emergenza Covid in Umbria.
SPECIALE COVID – UMBRIAON
IN UMBRIA STOP AL LOTTO ABV2856 DEL VACCINO ASTRAZENECA
Differenze Perugia-Terni e scuole. Coletto: «Provvedimenti possibili»
L’assessore regionale alla sanità Luca Coletto ha aggiunto che «la provincia di Perugia sta lentamente scendendo anche se le due varianti, specie quella inglese, continuano ad infettare. Stanno salendo invece rapidamente i contagi nel Ternano: fino a qualche giorno fa Terni non aveva tali numeri e quindi si potevano tenere aperte le scuole. Ora vediamo». Proprio sulla eventuale chiusura/riapertura delle scuole, Coletto ha spiegato che «i dati sembrano chiari e bisogna vedere cosa dirà venerdì il Comitato tecnico scientifico regionale: nuovi provvedimenti sono possibili. Apertura di alcune scuole a Perugia? Non la escludiamo ma vanno analizzati i dati epidemiologici e il Cts fornirà un parere sul punto. Parere che riguarderà anche il territorio di Terni. Dobbiamo muoverci all’interno di elementi scientifici di assoluta chiarezza. Siamo stati i primi ad avere tali varianti del Covid ‘in casa’, gestendole con grande trasparenza, come affermato dallo stesso ministro Speranza». Sui vaccini: «Il Governo ha deciso di cambiare strategia andando per fasce di età: sarà certamente più semplice. Noi stiamo crescendo molto e siamo ora fra le prime regioni a livello nazionale per le vaccinazioni».
UMBRIA, CROLLANO I CASI IN AMBITO SANITARIO: «POTENZA DEI VACCINI»
COVID, IL NUOVO PIANO VACCINI NAZIONALE – DOCUMENTO
Il punto sulle vaccinazioni in Umbria
Il commissario regionale Covid, Massimo D’Angelo, ha fatto il punto sulle vaccinazioni: «Il totale delle dosi somministrate ad oggi in Umbria è 82.171: il 1° marzo il numero delle dosi inoculate era 33.367, il 10 marzo era 60.971. C’è stato un incremento significativo – ha detto – con vaccinazioni per operatori sanitari, ospiti Rsa, personale delle Usl, delle ditte che operano nei presidi ospedalieri e nelle strutture sanitarie ed anche il personale volontario. Stiamo predisponendo nuovi punti vaccinali territoriali per essere il più possibile capillari e si sta valutando, con i medici di medicina generale, un intervento massivo, se arriveranno i vaccini nelle quantità attese. L’Umbria è stata appropriata rispetto al piano vaccinale nazionale, ora cambia la strategia: si vanno a ridefinire le categorie dei soggetti estremamente vulnerabili e si applicano le fasce di età. Le categorie 2 e 3 prevedono la vaccinazione per chi ha 75-79 anni (categoria 2) e 70-74 anni (categoria 3). La categoria 4 è relativa a persone con co-morbilità, con livello di complessità di cure inferiore rispetto ai soggetti estremamente vulnerabili. Poi categoria 5 e 6 riguardano le altre fasce di età, a scendere. Agiremo con punti vaccinali ospedalieri, territoriali e poi con i 720 medici di assistenza primaria: ci sarà un approccio globale con interventi tempestivi, ovviamente purché vi siano le dosi». Sulle prenotazioni «il sistema in essere verrà integrato dai diversi sistemi informativi di cui gli stessi medici di base dispongono. Non intendiamo attuare modifiche radicali».
PROSTITUTE ALL’APERTO E SENZA MASCHERINA: PROTESTA A FONTIVEGGE
UMBRIA SALUTE, SISTEMA IN TILTI: DISAGI PER TAMPONI E VACCINI