Vaccino Astrazeneca: «Casi trombo embolici sono lo 0,0006%»

Dopo il ritiro del lotto ABV2856 e il sospetto ictus per una poliziotta vaccinata venerdì, il commissario D’Angelo interviene: «Resta sicuro»

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Sospesa la somministrazione in Umbria del lotto ABV2856 del vaccino Astrazeneca: lo ha reso noto nella prima serata di giovedì l’assessore regionale alla salute Luca Coletto, a «seguito del divieto di utilizzo da parte dell’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco (arrivata alle ore 13.26)». Circa il lotto ‘incriminato’, sono poco più di 3.700 le dosi già somministrate in Umbria.

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Lo stop

L’assessore Coletto specifica che la Regione «si è immediatamente attivata (ore 14.10) per inibirne la somministrazione in tutti i punti vaccinali; l’ultima somministrazione di dosi provenienti dal lotto ABV2856, è antecedente alla comunicazione dell’Aifa». Infine palazzo Donini ha dato mandato di bloccare l’utilizzo del vaccino e di trattenere le dosi non impiegate del lotto in questione.

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La nota dell’Aifa

«A seguito della segnalazione di alcuni eventi avversi gravi, in concomitanza – il comunicato odierno dell’Agenzia – temporale con la somministrazione di dosi appartenenti al lotto ABV2856 del vaccino AstraZeneca anti Covid-19, Aifa ha deciso in via precauzionale di emettere un divieto di utilizzo di tale lotto su tutto il territorio nazionale e si riserva di prendere ulteriori provvedimenti, ove necessario, anche in stretto coordinamento con l’Ema, agenzia del farmaco europea. Al momento non è stato stabilito alcun nesso di causalità tra la somministrazione del vaccino e tali eventi. Aifa sta effettuando tutte le verifiche del caso, acquisendo documentazioni cliniche in stretta collaborazione con i Nas e le autorità competenti. I campioni di tale lotto verranno analizzati dall’Istituto superiore di sanità. Aifa comunicherà tempestivamente qualunque nuova informazione dovesse rendersi disponibile».

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Presunto caso di anomala reazione anche in Umbria

Intanto anche in Umbria si registra un presunto caso di anomala reazione al vaccino appartenente allo stesso lotto. Protagonista – riferisce l’edizione di venerdì del quotidiano ‘La Nazione’ – una poliziotta di 43 anni, che dopo i primi accertamenti all’ospedale di Assisi è stata ricoverata nel reparto di neurologia del ‘Santa Maria della Misericordia’ di Perugia per un sospetto ictus, a pochi giorni dall’inoculazione del vaccino, avvenuta il venerdì precedente. La donna avrebbe inizialmente accusato un malessere, con febbre, successivamente anche un versamento all’occhio. Verrà sottoposta ad un doppler dai sanitari dell’ospedale perugino. Sempre secondo il quotidiano altre persone che si sono vaccinate in provincia di Terni avrebbero invece accusato problemi circolatori. Chiaro che i legami con la vaccinazione – come d’altronde aveva già specificato l’Aifa – sono ancora tutti da verificare.

«Episodi trombo-embolici in numero minimo. Vaccino resta sicuro»

«Ad oggi – informa il commissario per l’emergenza covid della Regione Umbria, Massimo D’Angelo – come evidenziato nel comunicato AIFA numero 632 dell’11 marzo 2021, non sussiste nessun nesso di causalità tra la somministrazione del vaccino e gli eventi avversi verificatisi nel territorio nazionale. Il numero di episodi trombo-embolici segnalato nella Comunità europea, su 5 milioni di pazienti vaccinati con il vaccino AstraZeneca è, al 10 di marzo, di 30 casi, pari allo 0,0006% della popolazione vaccinata. Questa percentuale di casi non è superiore a quella che si riscontra normalmente nella popolazione non vaccinata. Si fa presente – spiega il commissario – che il ritiro di un lotto non costituisce un’inibizione assoluta all’intera produzione di vaccini della ditta Astrazeneca e, pertanto, allo stato delle evidenze scientifiche disponibili, non risulta alcuna condizione tale da modificare le caratteristiche di sicurezza di questa tipologia di vaccino che può quindi continuare ad essere somministrato alle categorie di soggetti per le quali lo stesso è indicato».

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