Covid, altre 24 ore senza nuovi casi

Nell’ultimo giorno invariati i ricoveri e le guarigioni. Gli attuali positivi restano 14. Riparte l’indagine per sieroprevalenza: chiamata per 2.500 cittadini

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Altre ventiquattro ore senza nuovi casi di covid-19 in Umbria. Nessuna positività su 233 tamponi (il totale sale a quota 94.519) effettuati: l’aggiornamento è alle 11.37 di lunedì mattina, 29 giugno.

SPECIALE CORONAVIRUS – UMBRIAON

Quadro stabile

Non ci sono novità né per quel che concerne i ricoverati (3, un paziente è in terapia intensiva all’ospedale di Perugia) e le guarigioni: sono 1.346, stesso numero del giorno precedente. Gli attuali positivi restano 14, mentre i deceduti sono 80 (la Regione considera anche i recenti casi di Guardea, Narni e Arrone nonostante il decesso sopraggiunto dopo il doppione tampone negativo).

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I positivi

I pazienti con covid-19 risultano essere a Terni (5), San Gemini (2), Città di Castello (2), San Giustino (1), Perugia (1), Orvieto (1) e Marsciano (1), più una persona da fuori regione. I casi positivi totali, conteggiati dall’inizio dell’emergenza epidemiologica, sono 1.440. In isolamento ci sono 185 persone, 14 in meno rispetto a sabato; ad esserne usciti sono invece in 27.542 (+26).

Riparte indagine sieroprevalenza

Da martedì ripartirà l’indagine di sieroprevalenza con il coinvolgimento di 2.500 (1.400 nel territorio della Usl 1 ed i restanti 1.100 della Usl 2) cittadini umbri che, previa chiamata telefonica, saranno sottoposti al test: si tratta dello studio promosso dal ministero della Salute e dall’Istat con la collaborazione della Croce rossa italiana. «Dal 26 maggio al 12 giugno i prelievi effettuati sono stati 2.039, con soli 20 casi di positività al test poi risultati negativi al controllo successivo mediante tampone molecolare che ha confermato come questi soggetti, pur essendo entrati in contatto con il virus, non avevano l’infezione in atto», sottolinea la Regione. «Aderire alla rilevazione – evidenzia l’assessore regionale Luca Coletto – non è obbligatorio, ma è importante per la tutela della salute della nostra comunità perché, com’è stato ampiamente dimostrato dai risultati della prima fase, ci consentirà di valutare quanti cittadini sono entrati in contatto con il virus SARS-CoV2. Il dato sarà utile per programmare le misure future e, quando sarà possibile, per predisporre il piano delle vaccinazioni».

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