Covid Umbria, meno di 200 positivi attuali

Un solo caso in più su 1.460 tamponi nelle ultime 24 ore. Scende il numero dei ricoverati, aumentano le guarigioni

Condividi questo articolo su

Un solo caso in più di Covid-19 in Umbria nelle ultime 24 ore su ben 1.460 tamponi effettuati. Gli attuali positivi scendono sotto quota 200: questo l’aggiornamento del quadro regionale alle ore 8 di giovedì 7 maggio.

SPECIALE CORONAVIRUS – UMBRIAON

I dati al 7 maggio

Positività e terapie intensive

Il numero dei positivi dall’inizio dell’emergenza sale a 1.405 (come detto si registra un +1 rispetto a mercoledì). I positivi attuali sono 195 (20 in meno). Aumentano sia le persone guarite (1.140, +21) che i clinicamente guariti (+10). Invariato il numero dei decessi (70) e dei pazienti ricoverati in terapia intensiva (9), mentre scende quello delle persone ricoverate (56, -8). In isolamento domiciliare restano in 769 (-7), al contempo 235 ne sono uscite (il totale sale a 17.004). I tamponi sono nel complesso sono 42.788.

COVID, SCOPERTI ALTRI CASI AL ‘SANTA MARIA’ DI TERNI

La Tesei, le riaperture e il diniego

Contrariata la presidente della Regione: «Abbiamo chiesto all’unanimità, come Conferenza delle Regioni, la riapertura del commercio al dettaglio dall’11 maggio, in linea con il cronoprogramma umbro, e dal 18 dello stesso mese la possibilità di gestire, a seconda delle situazioni sanitarie regionali, le varie riaperture, facendo riacquistare alle Regioni la potestà sul proprio territorio e di conseguenza di poter stabilire un proprio calendario. Non comprendiamo – ha fatto presente la presidente Tesei al ministro Boccia durante la Conferenza Stato-Regioni – il diniego alla nostra richiesta trincerandosi dietro la mancanza di protocolli di sicurezza Inail ancora da perfezionare. Questo può essere comprensibile per altri comparti, ma nel caso del commercio al dettaglio basterebbe adeguarsi alle misure adottate per le attività già aperte, così come accade, ad esempio, per l’alimentare e gli articoli per i bambini. I motivi per cui gli altri settori del commercio al dettaglio debbano rimanere chiusi rimangono difficili da comprendere ed è ancor più complesso spiegarlo ai commercianti ormai costretti allo stop da 2 mesi».

Umbria, cassa integrazione in deroga: la situazione

«Si concluderanno giovedì le attività istruttorie della richiesta di cassa integrazione in deroga di competenza della Regione Umbria». Lo annuncia l’assessore regionale Michele Fioroni, che fa il punto della situazione: «Al 6 maggio delle 9.670 richieste inoltrate sono state oggetto di provvedimenti amministrativi di Arpal Umbria 8.930 posizioni, pari al 92% del totale di cui 8.436 autorizzate ed inviate ad Inps e 494 dinieghi. Delle 740 domande rimanenti, tutte già esaminate, per 595 è in corso di adozione un provvedimento di rigetto in quanto relative a doppi invii o comunque non autorizzabili. Le ulteriori 145 richieste saranno autorizzate in data odierna o non appena perverranno le integrazioni istruttorie necessarie da parte di Inps; sempre ad oggi sono stati ammessi a fruire degli ammortizzatori sociali in deroga 21.579 lavoratori dipendenti per un impegno di risorse complessivo pari a 38 milioni 982 mila euro. Precisando che la competenza della regione sugli ammortizzatori sociali è riferita esclusivamente alla cassa integrazione in deroga, l ’auspicio è che questo strumento possa essere di supporto nella fase di transizione che dovrebbe accompagnare il sistema economico regionale verso la riapertura delle attività e la ripresa economica. A tale scopo, insieme alle altre Regioni, abbiamo richiesto ulteriori risorse anche per la cassa integrazione in deroga e questa mattina incontreremo il ministro del lavoro Nunzia Catalfo».

ARRONE: AZIENDA IN CRISI SI REINVENTA, LAVORA E ASSUME
«COVID PEGGIO DEL TERREMOTO. GRAZIE A MEDICI ED INFERMIERI»

A Giove si festeggia la centenaria Ermellina Curzi

Nell’ormai ex ‘zona rossa’ del Ternano la situazione continua a migliorare con l’aumento delle guarigioni e la diminuzione dei positivi attuali. C’è anche un altro motivo di serenità per la comunità: «In questo periodo di emergenza segnato da malattie e lutti, dove tutto sembra provvisorio e volatile c’è oggi un avvenimento che riempie di gioia i cuori di tutti noi paesani di Giove: i 100 anni di Ermellina Curzi, una donna tanto minuta e fragile quanto forte che è passata indenne attraverso tutte le difficoltà della sua lunga vita. Tanti auguri Ermellina da parte di tutti noi!», il post del sindaco Alvaro Parca.

PANTALLA: DOPO IL COVID FANNO ‘RINASCERE’ I PAZIENTI

Città della Pieve, Gubbio, Spello: ritorno a 0 casi

Il primo cittadino Fausto Risini dà la lieta notizia: «Sono veramente felice di informarvi che oggi il nostro Comune raggiunge i zero casi positivi.
Per l’esattezza siamo a zero casi positivi e 2 clinicamente guariti. Dopo due mesi di lavoro molto intensi possiamo finalmente concederci un sospiro di sollievo.
Ma non è finita. Adesso è il momento della prudenza, della responsabilità e della prevenzione, affinchè tutti gli sforzi sin qui fatti non vengano vanificati». Medesimo discorso per il territorio del sindaco Moreno Landrini: «Da oggi Spello è Covid free. Dai dati ufficiali comunicati dall’autorità sanitaria risulta guarito l’ultimo paziente affetto da covid-19, non si registrano nuovi positivi e un solo soggetto è in isolamento fiduciario». Infine Gubbio: «È con grandissima soddisfazione – le parole di Filippo Mario Stirati – che comunico alla città che da oggi non abbiamo più alcun caso di coronavirus nel nostro territorio comunale. Sono particolarmente contento, prima di tutto per le persone che ne sono state direttamente toccate, per i loro familiari, per le loro cerchie di amicizie e conoscenze, ma sono contento soprattutto perché, evidentemente, l’azione di contenimento del contagio posta in essere dalle autorità sanitarie in primis, dal personale medico e infermieristico, da tutti coloro che, a vario titolo, si sono adoperati e anche da parte nostra, è stata particolarmente efficace».

Amelia, tamponi per personale ospedaliero

Il sindaco Laura Pernazza comunica che «giovedì mattina in via Caduti sul Lavoro abbiamo predisposto in collaborazione con il Cisom uno spazio per la Asl per effettuare i tamponi di tutto il personale ospedaliero e non solo. Grazie a tutto il personale del distretto che in questa come in altre attività domiciliari ha svolto e sta svolgendo un ruolo fondamentale nel contrasto e prevenzione del covid».

Orvieto, saltano due eventi

A causa del covid-19 saltano gli eventi della ‘Palombella’ e la sfilata del corteo storico, nonché le manifestazioni collegate ‘Orvieto in Fiore’, ‘Corteo delle Dame’ e ‘Staffetta dei quartieri’: erano in programma il 29 maggio e il 14 giugno. «Voglio sottolineare – le parole del sindaco Roberta Tardani – la profonda unità di intenti dimostrata anche in questa fase così difficile dai soggetti che a vario titolo contribuiscono all’organizzazione degli eventi della tradizione; è lo spirito con cui avevamo iniziato nei mesi scorsi un lavoro congiunto per valorizzare questo momento dell’anno così significativo per la nostra città e per promuovere Orvieto anche attraverso queste importanti manifestazioni. Un impegno comune che, sono convinta, continuerà».

Busitalia, Rsu Usb all’attacco

«Nella riunione – scrive la Rsu Usb in Busitalia – tra la regione Umbria, l’azienda Busitalia – Sita nord e le segreterie regionali delle organizzazioni sindacali, che si è svolta il giorno 5 maggio, l’assessore ai trasporti torna a disquisire, in modo strumentale, nel merito dei fondi stanziati attraverso il decreto 90 del 27 marzo 2020, sostenendo che questi non sono stati a tutt’oggi resi disponibili. Il tentativo dell’ente Regione sembra voler essere quello di trasformare un ufficiale decreto del governo in una mera azione politica da campagna elettorale. A noi, più che altro, sembra una vile via di fuga attraverso la quale si sta giocando, da oltre due mesi, con il palese tentativo di garantire i finanziamenti alla società e, contestualmente, legittimare la scelta aziendale nell’aver attivato il fondo bilaterale di solidarietà che vede i lavoratori con uno stipendio dimezzato. Non può sfuggire a nessuno che nelle misure adottate, a seguito della pandemia covid-19, il governo ha finanziato casse integrazioni in deroga per tutti i lavoratori colpiti dalla crisi e che le stesse devono essere attivate dalle Regioni. Le aziende, esercenti trasporto pubblico locale, infatti, con il decreto sopra citato, hanno a disposizione il 100% di tutte le economie preventivate.
Nonostante ciò si mira a raddoppiare gli introiti aziendali andando sia a sottrarre salario ai propri dipendenti, sia importanti risorse ad altre categorie prive di coperture diverse. Si spera – concludono – che l’assessore Melasecche faccia chiarezza quanto prima, se non per un principio di onestà politica, almeno per il rispetto dei lavoratori e delle loro famiglie messe oggi in seria difficoltà. Se le scelte politiche della Regione Umbria si confermeranno sorde e cieche alle giuste rivendicazioni, Usb lavoro privato utilizzerà tutti gli strumenti e le forme utili per restituire voce e dignità ai lavoratori tutti».

Terni Valley: l’input per i locali pubblici

È Jacopo Borghetti a spiegare le idee per aiutare i locali pubblici: «Giovedì mattina abbiamo presentato delle proposte a sostegno dei commercianti e indicato degli interventi che l’amministrazione comunale può porre in essere, alcuni fin da subito, secondo le sue competenze e anticipando anche eventuali decisioni nazionali. In particolare, atraverso il consigliere Alessandro Gentiletti abbiamo presentato un atto di indirizzo, chiedendo al sindaco e alla giunta di escludere il pagamento della Tosap per i mesi in cui i locali commerciali sono stati chiusi a causa delle disposizioni governative; di differire ogni pagamento relativo alla Tosap per il 2020 al 30 novembre 2020; di aumentare fino ad un massimo del 100%, gli spazi utilizzabili all’aperto dai locali pubblici per favorire il distanziamento, ove possibile e senza comunque contravvenire a regole di sicurezza o regolamento stradale e senza aumento della relativa tariffa; di diminuire al minimo, per la durata di un triennio, le imposte comunali per le nuove aperture sui locali commerciali sfitti del centro storico;di ridurre le imposte sulla pubblicità al 50%,, relative alle affissioni, cartellonistica, etc fino al 31 dicembre 2020. Riteniamo – conclude – che sia necessario studiare un piano straordinario di rilancio del commercio cittadino, convocando tutti gli attori, ma che sia fondamentale partire da subito con provvedimenti mirati e concreti anche per dare un segnale forte di incoraggiamento e ripartenza».

PERUGIA, BLITZ DEL NAS: SCOPERTO ‘GIRO’ MASCHERINE CON CERTIFICATI FALSI DA 4 MILIONI

Bori e Paparelli (Pd): «Umbria ultima per stanziamenti per imprese e famiglie»

«In Italia c’è unagGiunta regionale che si attesta all’ultimo posto tra i governi territoriali per stanziamenti in favore di imprese e famiglie dal proprio bilancio, per combattere la crisi economica e sociale derivante dall’emergenza sanitaria: è la giunta umbra, guidata da Donatella Tesei». L’attacco è dei consiglieri Pd Tommaso Bori e Fabio Paparelli: «Ad attestare questo triste primato non è un organo di parte, ma è il Cnr con l’Istituto di Studi regionali (Issifra) che, come riportato nei dati pubblicati da ‘Il Sole 24 Ore’, vede l’Umbria fanalino di coda rispetto a finanziamenti alle attività economiche, fondi a sostegno dei lavoratori e aiuti alle famiglie, fin qui stanziati nel corso dell’emergenza Covid-19. Ciò virtù di un unico milione di euro destinato a tale scopo dalla Giunta Tesei, rispetto ai 20 promessi in sede di assestamento di Bilancio e annunciati a mezzo stampa – aggiungono Bori e Paparelli. Dei 32 milioni complessivamente impegnati, 31 provengono da Fondi Strutturali che l’Europa ha messo a disposizione della nostra regione. Se consideriamo che nelle regioni del Sud Italia, la media di copertura degli interventi da fondi UE è del 68 percento – precisano i Dem – il 97 percento toccato dall’Umbria dovrebbe suscitare quantomeno qualche ulteriore approfondimento e riflessione, tanto più se paragonato alle regioni del centro-nord, che arrivano a finanziare le stesse misure con il 70% con fondi propri. Ma quello che ci appare ancora più allarmante – dichiarano Bori e Paparelli – è il dato rilevato dallo stesso Istituto del Cnr, rispetto alla destinazione dei fondi, che ci rivela come, in Umbria, solo il 2 per cento degli stanziamenti complessivi ha riguardato le famiglie e le persone o finanziato interventi per il sociale. Anche in questo caso intendiamo far parlare i numeri più che le opinioni: dei 2,7 miliardi a disposizione delle regioni italiane, il 60 percento, come riporta ‘Il Sole 24 Ore, sono stati destinati alle aziende (1,1 miliardi per garanzie e mutui, e 580 milioni di finanziamenti diretti con un occhio di riguardo ad artigiani e commercianti) il restante 40 per cento alle famiglie, con un supporto ai comuni nella distribuzione alimentare, voucher per i figli, sostegno alla didattica a distanza o aiuti agli inquilini. Nonostante gli appelli giunti da più parti e le proposte avanzate dalle forze di opposizione – continuano i due consiglieri – nessuno di questi interventi richiamati è stato adottato nella nostra Regione per sostenere la coesione sociale e la ripresa. Aldilà di annunci fini a se stessi, i numeri, ahinoi, sono lì a ricordarcelo impietosamente. Ci auguriamo pertanto che almeno sul fronte della rimodulazione delle risorse europee l’Umbria sappia cogliere le opportunità che le nuove misure, come annunciato dall’europarlamentare Massimiliano Smeriglio rappresentante del nostro collegio, e approvate recentemente da Parlamento e Consiglio Europeo consentiranno in termini di flessibilità, per una rimodulazione dei fondi più affine ai bisogni e alle necessità dell’emergenza e della ripresa, oltre che per mezzo dell’abolizione dell’obbligo di co-finanziamento delle misure, che libererà risorse importanti dai bilanci regionali. I cittadini si attendono risposte concrete – chiudono – che vadano a sostenere maggiormente le famiglie e i lavoratori, per risollevare un tessuto sociale ed economico in ginocchio e che siano in grado di ridare slancio alle imprese, per tornare a sperare nel futuro. Quanto fatto fino adesso, come dimostrano i numeri e non le opinioni, è del tutto insufficiente. E per questo non smetteremo di invocare un cambio di rotta che migliori la situazione e che ci porti, almeno, in linea con il resto delle regioni italiane».

DECRETO LIQUIDITA’, I BANCARI: «NON SIAMO NOI I COLPEVOLI»

Articolo in aggiornamento

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli