Covid, Coni Umbria in tackle sulla giunta

Il presidente Ignozza e la lettera all’assessore Agabiti: «Profonda delusione per la mancata previsione di strumenti di sostegno reali. Decisioni insufficienti e inadatte»

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«Profonda delusione per la mancata previsione di strumenti di sostegno, reali e di immediata attivazione, per far fronte alla crisi di liquidità che stanno affrontando le Associazioni e gli Enti sportivi». Questo in estrema sintesi il pensiero che Domenico Ignozza, presidente del Coni Umbria, ha fatto recapitare con una lettera all’assessore allo sport della giunta regionale Paola Agabiti, «pur apprezzando l’attenzione e la sensibilità dimostrata con la destinazione di risorse in favore dello sport all’interno delle iniziative di sostegno per la ‘fase 2’». C’è scontento.

«IL MONDO DEI COLLABORATORI SPORTIVI DA RIFORMARE». PARLA SPADAFORA

Domenico Ignozza

Il rischio e gli investimenti

Le decisioni adottate dall’esecutivo Tesei per sostenere lo sport vengono giudicate dal Coni «insufficienti e del tutto inadatte per fronteggiare le gravi difficoltà che stanno vivendo le Associazioni e gli Enti sportivi che operano nella nostra regione a causa della situazione prodotta dalla emergenza epidemiologica da covid-19 ancora in atto. La previsione di un ‘fondo di garanzia’ per la concessione di contributi a fondo perduto per ‘acquisti ed investimenti’, pur apprezzabile in sé, secondo il comitato regionale del Coni non può rappresentare nel contesto attuale una soluzione ai gravi problemi di liquidità che oggi stanno vivendo le Associazioni per effetto della interruzione della loro attività. Infatti, tenuto conto che la proprietà degli impianti su cui effettuare eventuali investimenti è generalmente riconducibile agli Enti pubblici territoriali (Comuni e Province), anche nei limitati casi di strutture di proprietà delle Associazioni, difficilmente si potranno programmare ‘investimenti’ in un momento in cui è seriamente messa in discussione la stessa sopravvivenza di molti organismi sportivi presenti sul nostro territorio. Investimenti, peraltro, che l’Istituto per il credito sportivo si appresta a sostenere a livello nazionale attraverso la concessione di mutui a tasso zero da restituire in un lungo arco temporale. Il rischio di chiusura di molte attività provocherebbe gravissime conseguenze sia sul piano sociale che su quello economico, compromettendo gli sforzi che tutto il mondo sportivo umbro ha sostenuto in questi anni affermandosi a livello nazionale ed internazionale per le prestazioni dei propri atleti e dirigenti e per la qualità nella organizzazione di eventi e manifestazioni».

L’SOS LANCIATO DA 11 FEDERAZIONI SPORTIVE

Paola Agabiti

Le richieste

Diversi gli input lanciati da Ignozza: «Contributo a fondo perduto per il pagamento da parte delle Associazioni/Enti delle spese di gestione e di quelle necessarie per evitare la diffusione del contagio sostenute nell’anno 2020; introduzione di un ‘bonus sport’ a favore delle famiglie che versano in condizioni di disagio, spendibili solo ed esclusivamente per il pagamento del tesseramento e delle quote sociali per tutto il 2020; costituzione di un fondo rotativo presso Gepafin, in convenzione con gli Istituti bancari, finalizzato alla concessione di prestiti a tasso zero alle società/associazioni sportive iscritte al registro Coni destinati al pagamento dei propri collaboratori sportivi (nella ipotesi in cui non risultino coperti dai provvedimenti governativi), ad onorare le rate dei mutui contratti (per 12 mesi successivi al periodo di sospensione già disposto a livello nazionale) nonché al pagamento dei fornitori ed al rimborso degli utenti che non hanno potuto fruire per intero degli abbonamenti già pagati in anticipo. Se l’obiettivo comune è quello di sostenere e promuovere i valori che lo sport è in grado di promuovere e sviluppare nelle nuove generazioni (e non solo), allora è necessario – conclude – dare risposte chiare per consentire alle Associazioni ed agli Enti sportivi di superare i gravi ed inattesi effetti della epidemia che, azzerando ogni attività, ha prodotto serie difficoltà nel pagamento delle spese di gestione e di quelle che dovranno essere inevitabilmente affrontate per la ripartenza».

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