Vaccini, l’Umbria è ultima in Italia per dosi consegnate

Attesa per le 50mila dosi richieste al governo e promesse da Speranza alla Tesei. Intanto fanno impressione i dati sulla mortalità nella nostra regione. E negli ospedali si abbassa l’età media dei ricoveri

Condividi questo articolo su

Con 474,34 dosi consegnate ogni 10 mila abitanti l’Umbria è l’ultima regione in Italia per disponibilità di vaccini, a fronte di una media nazionale di 612,20. Ciò, nonostante il fatto che la nostra regione abbia un alto indice di mortalità, secondo solo a quello del Friuli. Lo evidenzia il Corriere dell’Umbria, riportando i dati forniti da un report dell’Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari dell’Università cattolica del Sacro cuore.

LEGGI IL REPORT ALTEMS (FILE PDF)

Pausa somministrazioni a Pantalla

E mentre dagli ospedali si segnala un costante abbassamento dell’età media dei ricoverati, un primo effetto della stretta si è visto nella giornata di venerdì al punto vaccinale di Pantalla, dove, terminati gli ottantenni da vaccinare, è stata interrotta la somministrazione. Dalla Regione si attendono ancora le 50mila dosi promesse dal ministro Speranza alla presidente Tesei.

A livello nazionale

Ad oggi in Italia si registrano 1.315.604 di persone vaccinate. Il confronto tra il numero dei punti vaccinali previsti per la fase 2, sulla base dei piani vaccinali regionali, ed i punti di somministrazione, riportati nella dashboard del Ministero della Salute, evidenzia la presenza di numerosi punti vaccinali aggiuntivi in Lazio, Emilia-Romagna e Veneto. «È auspicabile avere un monitoraggio dei nuovi punti vaccinali aggiuntivi nelle altre regioni in vista dell’avvio della vaccinazione di massa», chiosa la nota a corredo della 40ª puntata dell’Instant Report Covid-19.

SPECIALE CORONAVIRUS

 Impennata nella mortalità in Umbria

Nella seconda settimana di febbraio sono morte all’incirca 7 persone ogni 100 mila abitanti in Umbria. La media italiana è 3,07. Un numero impressionante, considerando che il periodo peggiore, nel nostro paese, è stato nell’ultima settimana di marzo del 2020 (con una media di 8.37). La quota di decessi appare rilevante anche considerando i numeri assoluti. Solo tra il 12 e il 18 febbraio si sono registrati 65 morti, sui 959 morti complessivi dall’inizio della pandemia. Un aumento percentuale del 7,27%. Anche per questo l’Umbria è diventato un caso da studiare per l’Iss.

Aumentare i vaccini

«Nelle ultime settimane – afferma Americo Cicchetti, direttore Altems – si registra un andamento stabile del virus, eppure in alcune regioni soprattutto del centro Italia si iniziano a vedere gli effetti delle varianti che fanno risalire alcuni indici. L’unico modo per vincere questa battaglia si basa su tre elementi: dosi di vaccino ampiamente disponibili, incremento della capacità vaccinale tramite una capillare organizzazione dei punti vaccinali sul territorio utilizzando tutte le ‘reti’ del sistema sanitario (compresi i medici di famiglia e le farmacie) e altre attivabili con l’aiuto delle forze dell’ordine e dell’esercito e la responsabilità di tutti nel tenere le distanze minime e la mascherina. Il monitoraggio sulla progressione della campagna vaccinale verso il target dei 5,2 milioni di vaccinati entro il 31 marzo, purtroppo, segna un rallentamento, siamo al 25% rispetto al target finale».

L’inchiesta sull’intermediario, che si difende

Intanto ci sono sviluppi sull’inchiesta della procura di Perugia sulla presunta truffa operata da un commercialista siciliana ad opera di varie regioni, fra cui l’Umbria, col tentativo di piazzare dei vaccini Astrazeneca sul territorio nazionale, ancor prima che gli stessi fossero approvati dall’Aifa. Il commercialista ha ribadito di aver ricevuto mandato dall’azienda e di aver operato in modo legittimo. Ma le indagini dei Nas, coordinate da Cantone, vanno avanti.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli