Ospedale Terni, atto minoranze approvato. Maggioranza si spacca

Via libera all’emendamento e all’input dell’opposizione sul Santa Maria. FdI a favore, Lega e FI non seguono. Nel mirino le cariche apicali, Chiarelli in primis

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Pasquale Chiarelli in commissione consiliare

Diciannove favorevoli, un contrario e sette astensioni. Con Forza Italia e Lega – ma qualcuno è uscito – astenuti e FdI che si accoda alla minoranza e consente il via libera. D’altronde non è una novità che FdI spinga per un cambio di passo sulla sanità, anche a livello regionale: doppia votazione favorevole lunedì pomeriggio in consiglio comunale per l’atto a firma delle minoranze sull’ospedale di Terni. Quasi tre ore di confronto, una lunga sospensione e semaforo verde.

LA II COMMISSIONE IN AZIONE SUL PSR
IL DOCUMENTO DEL GENNAIO 2021

Classifica e critica

L’atto ha preso spunto dalla classifica di Newsweek sulla qualità dei servizi: «L’ospedale di Terni tra i peggiori di quelli presi in considerazione alla 106° posizione su 112, mentre l’azienda ospedaliera di Perugia si trova si trova al 48° posto, ben 58 posizioni davanti», con input per impegnarsi «a promuovere presso la giunta regionale e la presidente della Regione la necessità di un cambio radicale nella gestione dell’azienda ospedaliera, anche relativamente alle cariche apicali, dettata dall’evidenza che ad oggi non vi è stata una risposta concreta sulle problematiche più volte segnalate, anche dalle single sindacali, e non è stato ancora presentato un cronoprogramma dettagliato del nuovo ospedale di Terni». Tra i più attivi nell’argomentare in merito al documento i consiglieri Claudio Fiorelli (M5S) e Sergio Armillei (Lega), coloro che giocoforza – ci lavorano – conoscono meglio la situazione del Santa Maria: «Nel 2020 Terni era 86° e Perugia 85°, bisogna vedere anche il trend per capire bene. Perugia sotto periodo Covid è migliorato, noi ‘affoghiamo’ e continuamo a farlo», ha evidenziato il primo. «Non disconosco le difficoltà della sanità ternana, ma non posso essere d’accordo con l’atto. Sono dati non realistici quelli di Newsweek», la replica del secondo. A chiedere la sospensione – sarà di oltre trenta minuti – per parlarne in maggioranza è stata Patrizia Braghiroli di FdI. «Assurdo – l’intervento di Valdimiro Orsini – che si chieda la testa del direttore generale dell’ospedale, la difficoltà c’è per tutti. Allora bisogna farlo anche con la Usl Umbria 2. Questo è un atto ‘aggressivo’». Intanto si resta in attesa della presenza dell’assessore regionale Luca Coletto in II commissione consiliare.

NUOVO OSPEDALE E IRCCS, ANCORA PRESSING

L’emendamento approvato

Spaccatura e via libera

Man mano sono intervenuti altri consiglieri di minoranza (Alessandro Gentiletti di Senso Civico, Federico Pasculli, Valentina Pococacio e Comunardo Tobia del M5S, Francesco Filipponi del Pd) e maggioranza, come Federico Brizi della Lega, Michele Rossi di Terni Civica, Rita Pepegna e Monia Santini di FdI: «La sanità e l’ospedale non funzionano qui, non sul territorio regionale», l’input di quest’ultima nel parlare dei problemi del Santa Maria e della necessità di far fronte unico. Rossi vota a favore, FI si astiene per bocca di Francesco Maria Ferranti e il capogruppo leghista segue: «Si chiede la rimozione dei vertici sulla base di dati che di scientifico hanno poco». Alla fine i favorevoli saranno diciannove e c’è il semaforo verde: «Il consiglio comunale della città di Terni, con un atto politicamente coraggioso, oggi ha dato voce alle istanze del territorio sulla sanità. Un atto, quello che è stato approvato a larga maggioranza, che chiede un rinnovo radicale ai vertici dell’azienda ospedaliera locale e impegna il sindaco a farsi portavoce, in ogni sede, di questa volontà politica della nostra città e a battersi in Regione per ottenere questo risultato», il commento di Gentiletti.

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