Delegato sociale, appalti, donne: le ‘sfide’ della Fiom Terni

Assemblea organizzativa del sindacato dei metalmeccanici, in provincia 1.650 iscritti

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Le tute blu della Cgil tornano a riunirsi completamente in presenza dopo la fase più critica della pandemia: si è svolta infatti giovedì all’hotel Michelangelo l’assemblea organizzativa della Fiom di Terni, un appuntamento per fare il punto della situazione e tracciare le prospettive dei prossimi mesi. Sono 1.650 gli iscritti alla sigla dei metalmeccanici, su circa 7.000 lavoratori del comparto attivi in provincia.

Il bilancio post emergenza Covid

Gli effetti pesanti dell’emergenza Covid si sono fatti sentire anche sul sindacato. «È mancata in questi mesi la linfa vitale che è rappresentata dal rapporto diretto con i lavoratori» ha osservato nella sua relazione il segretario generale della Fiom Terni, Alessandro Rampiconi. «Devo dire però – ha aggiunto – che il lavoro svolto dai delegati durante la pandemia è stato straordinario: non solo le lotte per rendere i posti di lavoro sicuri e agibili, ma soprattutto il collegamento, appunto, con i lavoratori che andavano a lavorare con una paura in più, quella di contagiarsi. Dove abbiamo costruito i comitati Covid previsti dal protocollo nazionale abbiamo portato a casa importanti accordi e impegni che non erano affatto scontati».

Gli obiettivi futuri

Tanti i temi affrontati nella discussione assembleare, sul tracciato delle 11 schede predisposte dalla Cgil nazionale nel percorso della conferenza d’organizzazione che attraverserà tutte le categorie e poi la confederazione: dal tesseramento, alla struttura organizzativa, dal rafforzamento di tutele e diritti al tema dell’alfabetizzazione digitale, e ancora democrazia e partecipazione, contrattazione inclusiva, centralità delle Camere del Lavoro e sindacato di strada. Su quest’ultimo punto in particolare si è soffermato Rampiconi sottolineando l’importanza di «avere tenuto le Camere del Lavoro sempre aperte durante la pandemia, per dare risposte ai bisogni di quei lavoratori che non si sono mai fermat». E l’idea di Camere del Lavoro sempre aperte – con un ‘ecosistema’ di servizi a 360 gradi, da affiancare all’azione dentro i luoghi di lavoro, anche con la reintroduzione (a partire da Ast) del ‘delegato sociale’, in grado di accompagnare il lavoro nei suoi bisogni anche esterni all’ambito lavorativo – è il percorso che la Fiom di Terni intende seguire. C’è il tema degli appalti. «Dobbiamo chiudere il supermercato dei contratti che si è allargato sempre di più in dove spesso le aziende in appalto cambiano i Ccnl come fossero figurine a seconda della convenienza – ha rimarcato Rampiconi -. Penso che questa sia una discussione che dovremo affrontare a tutti i livelli della nostra organizzazione». Infine, un impegno sulla rappresentanza femminile.«Abbiamo solo il 4% di donne iscritte, ma nella categoria il genere femminile rappresenta il 10% – ha concluso il segretario Fiom – e questo è sicuramente un nodo su cui lavorare con grande determinazione».

Gli interventi di Cipolla e Sgalla

«Tutti parlano di ripresa economica e di segnali molto positivi – ha osservato nel suo intervento Claudio Cipolla, segretario generale della Cgil di Terni – ma questa ripresa, che tutti auspichiamo robusta e duratura, andrà strutturata. Ad esempio – ha aggiunto – bisogna considerare che da qui a fine anno arriverà l’effetto dello sblocco dei licenziamenti e i segnali che vediamo dal nostro osservatorio, nei posti di lavoro e nella società, non sono sempre incoraggianti». Da qui l’esigenza di «contrattare» nei prossimi mesi l’utilizzo delle ingenti risorse economiche che il Pnrr metterà a disposizione. «Dobbiamo avere ben chiaro che quelle risorse non arrivano da Marte, ma le mettiamo tutti e tutte noi, sono risorse pubbliche che faranno debito per ogni cittadino – ha detto il segretario generale della Cgil Umbria, Vincenzo Sgalla – E allora in quale direzione dovranno andare quei 225 miliardi? Noi pensiamo, come ha detto Maurizio Landini, che debbano andare a creare lavoro, di qualità, con diritti e salario, rompendo lo schema della precarizzazione e prendendo la strada della sostenibilità, che non è solo ambientale, ma anche sociale».

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